Il Partito Democratico di Cittanova ricorda Francesco Vinci, vittima innocente della mafia a soli 18 anni, ucciso nel 1976

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Quarantanove anni fa, il 10 dicembre 1976, a soli 18 anni, perse la vita il giovane studente liceale, militante della FGCI, Francesco Vinci, vittima innocente della violenza mafiosa.

Oggi, intendiamo rendergli omaggio e ricordarne la figura, ponendola tra le tante, troppe vittime innocenti della mafia.

La sua morte riempì di sdegno l’intera opinione pubblica e scosse le coscienze di migliaia e migliaia di giovani studenti, che per le vie di Cittanova manifestarono per la morte di un loro coetaneo, coinvolto anche lui, senza colpa e senza volontà, nella spirale di sangue che per molti anni funestò il nostro paese.

Per tanti dei ragazzi di quel tempo quella giovane vita spezzata significò impegno, precise scelte civili, politiche e ragione di vita, contro la cultura della morte della mafia e per poter vivere in una terra più giusta, più sicura e più libera.

Oggi, a distanza di quarantanove anni, anche se molti risultati sono stati ottenuti nella lotta alla mafia, tale priorità rappresenta ancora la premessa per poter affermare i necessari processi di crescita economica, sociale e civile delle nostre comunità locali.

Francesco Vinci, cui è intestato il Circolo del nostro partito, rappresenta ancora, a quarantanove anni dalla sua morte, un esempio di militanza generosa e appassionata, che ha saputo coniugare, pur nel breve tempo della sua esistenza, intelligenza politica, rigore etico e disinteresse personale, costituendo ancora oggi un punto di riferimento luminoso e coerente nella continua battaglia per il riscatto della Calabria e per la costruzione di una società più giusta.

Quella generazione ha ricevuto da quella storia l’opportunità di avviare un’opera di rinnovamento culturale, della politica e la responsabilità di rinnovare le istituzioni locali.

Oggi, attraverso il ricordo della sua figura, intendiamo ribadire l’attualità del valore del suo messaggio ed offrire la coerenza delle scelte e delle azioni politiche da indicare alle nuove generazioni e alle future classi dirigenti.

Quel freddo 10 dicembre di quarantanove anni fa, sembra un secolo, ma sembra anche ieri.

Ciccio continua a rappresentare un esempio, con la sua volontà di immaginare un futuro diverso, di coinvolgere sempre nuove energie, di appassionarsi alle battaglie, anche a quelle più difficili, convincendo gli altri, con i suoi modi garbati e gentili, che è possibile vincerle. Opponendosi alla rassegnazione e alla sfiducia ed indicando la via della partecipazione e dell’essere protagonisti del proprio destino.

Ciccio è ancora oggi uno di noi. I suoi sogni, l’esempio e l’intenso impegno della sua breve vita continuano a rimanere scolpiti nelle coscienze nostre e di tutti i sinceri democratici, costituendo una illuminante stella polare nell’azione politica quotidiana per il presente e per il futuro.