Il Consiglio comunale prende atto dell’incompatibilità del sindaco. Falcomatà: “Un grande onore servire la città”
Nov 17, 2025 - redazione
Nel corso della seduta sette consiglieri hanno invocato l’azzeramento della Giunta per poi abbandonare l’Aula
Il Consiglio comunale, riunitosi in seconda convocazione presso l’Aula “Pietro Battaglia” di Palazzo San Giorgio, ha approvato la presa d’atto dell’incompatibilità sopravvenuta del sindaco Giuseppe Falcomatà a seguito della proclamazione a consigliere regionale della Regione Calabria.
Il primo cittadino ha salutato l’ingresso nella Giunta comunale dei nuovi assessori Annamaria Curatola, Maria Antonietta Caracciolo e Alex Tripodi, per poi dedicare il suo intervento ai saluti istituzionali, ripercorrendo alcune delle tappe più significative che hanno scandito il suo percorso alla guida del Comune per due mandati. Falcomatà non ha mancato di ringraziare anche tutti i dipendenti, ricordando anche quelli che non ci sono più, i dirigenti e i componenti dello staff che lo hanno affiancato in questi anni. Un ringraziamento è stato rivolto anche a tutti i consiglieri comunali. «Quest’Aula è stata spesso teatro di scontri – ha detto tra le altre cose Falcomatà – ma ho sempre cercato di trovare dei punti d’incontro perché la politica è l’arte della mediazione. È stato un viaggio bellissimo – ha concluso – e per me un grande onore».
In apertura dei lavori, coordinati dal presidente del Consiglio comunale Vincenzo Marra con l’assistenza tecnico-giuridica del segretario generale Antonia Criaco, si è registrata la presa di posizione di un gruppo di consiglieri di maggioranza che ha sottoscritto un documento politico letto da Giuseppe Marino e sottoscritto anche da Marra, Francesco Barreca, Santo Bongani, Filippo Quartuccio, Giuseppe Sera e Nancy Iachino. I sette consiglieri hanno di fatto chiesto l’azzeramento della Giunta e auspicato un confronto politico all’interno della maggioranza su temi quali la spesa dei fondi del Pnrr, lo stato di avanzamento delle opere pubbliche, l’impiantistica sportiva, il trasporto pubblico, i tributi e la riscossione, le manutenzioni, la raccolta dei rifiuti, il decentramento amministrativo, l’offerta culturale in città, la pianificazione strategica e l’attuazione di Psc e Piano Spiagge, le politiche giovanili, la cura del verde pubblico, l’edilizia popolare.
A commentare tale presa di posizione sono poi intervenuti i consiglieri Demetrio Marino, Armando Neri, Federico Milia e Giuseppe De Biasi, che hanno tutti messo in evidenza la frattura politica all’interno della maggioranza invitando però i firmatari del documento a dare seguito con atti concreti e ufficiali a quanto annunciato sancendo la fine della consiliatura. Critica nei confronti dell’Amministrazione comunale anche la posizione di Saverio Pazzano, che ha ripreso un suo intervento risalente a dicembre del 2021 osservando come i rilievi dell’epoca in merito all’approccio al governo della città siano a suo parere ancora attuali.
Dopo l’approvazione del primo punto all’ordine del giorno e le comunicazioni del sindaco, i firmatari del documento letto da Giuseppe Marino (fatta eccezione per il presidente Marra) hanno abbandonato l’Aula ed è stata inoltre respinta la proposta di sospensione dei lavori avanzata da Carmelo Versace. Non sono stati dunque approvati i successivi punti all’ordine del giorno relativi alla ratifica di una delibera di Giunta riguardante una variazione di bilancio e al riconoscimento di una serie di debiti fuori bilancio.
Il saluto del sindaco Falcomatà in consiglio comunale: «Vi ringrazio tutti è stato un viaggio bellissimo e per me è stato un grande onore»
Il sindaco alla minoranza: «Al netto delle differenze politiche e degli obiettivi futuri, c’è qualcosa che ci accomuna: l’amore per la città»
Il sindaco Giuseppe Falcomatà ha salutato nel corso dell’ultima seduta del civico consesso, convocata al primo punto all’ordine del giorno per la contestazione dell’incompatibilità sopravvenuta al primo cittadino, dopo la proclamazione a consigliere regionale della Regione Calabria.
Dopo aver salutato il pubblico, i consiglieri, i funzionari e i dirigenti e dato il benvenuto ai nuovi assessori, il sindaco ha precisato: «Comprenderete che questo è un momento particolare. Vuole essere un saluto all’aula, ma non un saluto alla città: quello lo farò fuori da qui. È un saluto istituzionale a cui tengo molto, in vista di un percorso nuovo e diverso che inizierà tra qualche settimana. Un percorso frutto della volontà, dell’idea e del coraggio di rimettersi in gioco per una causa, per una parte del campo ben determinata: rimettersi in gioco per la città, per la provincia, per la regione, senza pensare di avere rendite di posizione che possano consentire di svolgere un ruolo solo perché in passato se ne è svolto un altro. Ho avuto l’onore, pro tempore, di ricoprire un ruolo politico che i cittadini ci hanno affidato, e questo comporta la responsabilità di mettersi sempre in discussione, cercando di continuare a rappresentare una comunità sulla base della volontà dei cittadini. La città ha deciso di darmi fiducia, e questo per me è motivo di grande orgoglio e responsabilità: essere l’unico reggino a rappresentare la città in Consiglio regionale».
Il sindaco, in riferimento alla discussione avvenuta in aula, ha poi commentato «A volte, nel corso del tempo, si rischia di trasformarsi e di perdere di vista il proprio ruolo, il proprio compito, il motivo per cui si è qui. Ritrovarsi dalla stessa parte di ciò che un tempo si combatteva è un rischio che bisogna evitare, ricordando sempre le ragioni per cui ci si è impegnati in politica».
Andando indietro nel tempo Falcomatà ha ricordato l’intitolazione dell’aula del consiglio comunale di palazzo San Giorgio a Piero Battaglia: «Questa è un’aula alla quale ho sempre cercato di trasmettere il massimo rispetto. Nella prima consiliatura abbiamo deciso di intitolarla a un grande sindaco, che non ha mai perso memoria del proprio ruolo: difensore dei cittadini, capace di prendere decisioni fondamentali nella storia recente, durante i moti di Reggio, e di condurre una battaglia che ha portato a un risultato che è un unicum nella storia d’Italia, mantenendo a Reggio Calabria la sede del Consiglio regionale. E, come parlamentare, riuscì a far approvare la legge oggi nota come Decreto Reggio: molte delle opere realizzate negli anni ’90, punti di riferimento della Reggio sociale e sportiva, sono frutto di quell’impegno. Decidere di intitolare uno spazio a una persona significa dare vita e anima a quel luogo, e per questo non bisogna mai dimenticare di rispettare i luoghi e le persone cui sono dedicati».
Nel catalogo dei ricordi Falcomatà ha aggiunto: «Ho rivissuto i momenti che hanno caratterizzato questi anni, anche quelli da consigliere comunale. Quando si fa un bilancio, tornano alla mente i volti, le scene, come in un film, le voci dei dibattiti aperti alla partecipazione delle associazioni, delle categorie produttive e degli ordini professionali: un’aula pregna di confronto politico. È naturale, quindi, rivolgere un ringraziamento ai dirigenti, ai dipendenti, ai funzionari, al personale dello staff. Uno su tutti: Pierluigi D’Apice. Per noi è stato l’esempio di una persona che non vive il pubblico impiego in maniera distaccata o come punto d’arrivo, ma come opportunità per migliorare le condizioni dell’Ente e della città. In questi anni ci ha ricordato quanto sia importante continuare a migliorarci e aggiornarci. Va il mio pensiero anche a tutti i dipendenti che in questi anni ci hanno lasciato. Ringrazio poi i consiglieri, anche quelli di minoranza: abbiamo vissuto vicende alterne, ma vi prego di considerare che vi ho sempre riconosciuto come avversari, non come nemici. È un punto di demarcazione fondamentale. Ci si può contrastare senza perdere il rispetto della persona, perché comunque siamo stati compagni di viaggio. Al netto delle differenze politiche e degli obiettivi futuri, c’è qualcosa che ci accomuna: l’amore per la città. Credo che in quest’aula non abbiamo soltanto svolto un ruolo istituzionale, ma abbiamo impegnato una parte importante della nostra vita per la città. E non è cosa da poco. La vita è così forte da attraversare i muri per farsi conoscere, e noi abbiamo cercato di portare la vita fuori dalle mura dell’aula consiliare, per far conoscere all’esterno, con le nostre sfumature, l’attività del Consiglio. Non so quanto fossimo pienamente consapevoli di questo. Possiamo e dobbiamo essere orgogliosi del tempo che abbiamo dedicato a servire la nostra città».
Tornando poi al dibattito politico: «Quest’Aula è stata teatro di scontri e discussioni, momenti in cui ho sempre cercato un punto d’incontro, una mediazione. La politica è l’arte della mediazione: trovare una sintesi tra due posizioni inizialmente distanti. Questo è il senso autentico della mediazione; altrimenti si chiama in un altro modo. Ci sono modi, tempi e luoghi per esercitarla, ma se perdiamo il significato di mediazione, allora non c’è più la politica, né il confronto. La ragione non sta sempre dalla parte del più forte. Ed in questi anni anche quando la mediazione non si è trovata, non sono mai mancati la democrazia e il confronto».
Infine: «Non sono un poeta, ma credo nella forza di un ideale, nella forza di un pensiero che possa guidare le azioni attraverso la convinzione. Non so parlare al cielo, ma sapete bene quante volte mi sia rivolto al cielo per chiedere un consiglio quando la strada sembrava più buia. In questi anni ho avuto l’onore di essere, per ben due volte, al timone della città. Da timoniere ho sempre pensato al bene dei naviganti, a farli approdare in un porto sicuro, senza mai smettere di remare, anche quando i venti fischiavano forte in direzione ostinata e contraria. Con pazienza certosina abbiamo tolto acqua, riparato le falle e traghettato la nave verso porti sicuri. E lo abbiamo fatto insieme. Vi ringrazio tutti – ha concluso il sindaco – è stato un viaggio bellissimo e per me è stato un grande onore».



