Il Consigliere Conia sul “Piano carceri”: “Non basta se non accompagnato da un nuovo approccio per concepire la detenzione”
Lug 24, 2025 - redazione
“Lo scorso 22 luglio il Consiglio dei Ministri ha dato via libera al ‘Piano carceri 2025/2027’ voluto dal ministro della Giustizia, attraverso cui saranno applicate misure contro il sovraffollamento, interventi per gli adeguamenti strutturali degli edifici già esistenti, e anche, la liberazione anticipata e forme di detenzione alternativa per alleggerire la questione ‘carceri’ del nostro Paese, ma senza un approccio culturale diverso, questo provvedimento rischia di non bastare” – sono queste le parole di Michele Conia, avvocato, sindaco di Cinquefrondi (RC) e Consigliere metropolitano della Città metropolitana di Reggio Calabria, delegato ai Beni Confiscati, Periferie, Politiche giovanili e Immigrazione e Politiche di pace.
“Nella cornice di iniziative del Governo, non sembra esserci traccia di un’attenzione per le vite dimenticate dietro le sbarre. Infatti, al momento sottolinea Conia – nei 190 istituti penitenziari, sono detenute 62.986 persone, a fronte di una capienza di 52.000, mentre, i posti effettivamente disponibili sono circa 47mila. Questa fotografia aggiornata del sistema penitenziario italiano ci fa comprendere come l’emergenza sia innanzitutto strutturale”.
“Tra le altre misure comunicate dal Guardasigilli Carlo Nordio, è prevista la detenzione differenziata per le persone tossicodipendenti e alcol-dipendenti e l’attivazione di nuove procedure per chi potrebbe avere diritto alla liberazione anticipata. Sarebbero circa 10mila le persone detenute che potrebbero essere interessate dalla liberazione anticipata e pertanto, che non abbiano riportato sanzioni disciplinari e che abbiano un residuo di pena sotto i 24 mesi, per reati non ostativi”.
“Oltre alle misure giuridiche – continua il Consigliere metropolitano – è prevista la realizzazione di 1.500 moduli prefabbricati, di cui 400 già in fase sperimentale a Opera e Voghera ma si lavora contemporaneamente sull’ampliamento di istituti esistenti, come Rebibbia, Milano Opera, Bollate, Cagliari e Bologna, e sulla riconversione di caserme dismesse. Stando alle dichiarazioni del Sottosegretario alla Giustizia, entro il 2027 saranno a disposizione 9.696 nuovi posti su tutto il territorio nazionale mentre altri 5000 potranno essere realizzati in un arco temporale quinquennale”.
“Un ultimo provvedimento riguarda la comunicazione dei detenuti: i colloqui consentiti aumentano da uno alla settimana a sei al mese mentre per i detenuti responsabili dei delitti più gravi (articolo 41-bis) i colloqui passano da due a quattro al mese. Contemporaneamente giunge l’annuncio di mille assunzioni nella Polizia penitenziaria nella prossima legge di bilancio”.
“Dunque, tanti interventi annunciati o previsti nel lungo periodo ma, purtroppo, non c’è nulla di immediata applicazione. Non è prevista nessuna misura deflattiva centrata sul sovraffollamento e per i 10.000 detenuti, che devono scontare meno di un anno di carcere, si rinvia ai magistrati la responsabilità di concedere le misure alternative. Nessun grande impatto sull’emergenza senza fine nei penitenziari, che conta dall’inizio del 2025, 43 suicidi tra i detenuti e di 3 agenti della polizia penitenziaria; nel 2024 erano stati 91”.
“Condivido pertanto – conclude Conia – la mobilitazione dei Garanti e delle Garanti dei diritti delle persone private della libertà personale, riuniti nella Conferenza Nazionale dei Garanti, prevista per il prossimo 30 luglio con manifestazioni in tutta Italia e che avevano chiesto un atto di clemenza per le persone detenute in questo Anno Giubilare dedicato alla Speranza. Ancora una volta il carcere viene concepito come luogo per rinchiudere tutte le forme di marginalità sociale, senza tener conto della sua missione: quella di rieducare, non solo punire, in una prospettiva di reinserimento nella società e diventare un luogo in cui costruire una nuova possibilità di futuro e di riscatto, nel rispetto del dettato costituzionale e dell’umanizzazione della pena”.