I ricercatori hanno scoperto che la capsaicina provoca l’attivazione di un recettore nelle cellule dell’intestino
I peperoncini possono inibire i tumori intestinali
I ricercatori hanno scoperto che la capsaicina provoca l’attivazione di un recettore nelle cellule dell’intestino
I ricercatori di San Diego, negli Stati Uniti, presso la school of Medicine della
University of California, hanno scoperto che capsaicina, un principio attivo presente
nei peperoncini piccanti come quegli del Cile, producono l’attivazione permanente
di un recettore per le cellule che rivestono l’intestino dei topi, generando una
reazione che riduce il rischio di tumori del colon-retto.Il ricevitore o il canale
ionico, chiamato TRPV1, fu scoperto originariamente in neuroni sensoriali, dove agisce
come una sentinella per calore, acidità e sostanze chimiche del piccanteLo studio
è stato pubblicato questo venerdì in ‘Giornale di ricerca clinica’. Pertanto, TRPV1
è stato descritto come un recettore molecolare di dolore. I canali ionici TRPV1
e TRPV2 sono attivati da diversi stimoli come acidi, protoni extracellulari, alte
temperature, tossine di piante e agonisti vanilloidi, così definiti per la presenza
nella loro struttura di un nucleo vanillinico, come nella capsaicina ossia il principio
attivo del peperoncino. Oltre alla capsaicina, molti altri composti naturali irritanti
sono in grado di attivare i recettori vanilloidi. I ricercatori hanno notato che
il meccanismo di transduzione attivato dalla capsaicina è identico a quello indotto
dalle alte temperature: i canali TRPV1 si aprono e permettono a una corrente che
depolarizza il neurone di penetrare e generare un segnale elettrico che si propaga
fino al cervello. Quindi i recettori TRPV1 funzionano come ‘termometri molecolari’
in quanto si attivano quando lo stimolo termico oltrepassa i 43°C. Recenti studi
hanno inoltre osservato che il ligando endocannabinoide anandamide agisce come agonista
endogeno nei confronti del recettore vanilloide. Generalmente i vanilloidi esercitano
un’azione bifasica sui nervi sensoriali, cioè dapprima vi è una eccitazione seguita
da un durevole periodo refrattario. L’esposizione alla capsaicina porta prima una
sensazione di bruciore e in seguito un periodo di analgesia, in cui il neurone non
riesce a rispondere a stimoli nocicettivi di diversa natura. Il ruolo del recettore
vanilloide nella sensazione dolorifica e l’osservazione che durante condizioni
infiammatorie l’espressione di TRPV1 è aumentata hanno indotto la ricerca di nuovi
antagonisti TRPV1 che potrebbero avere potenziale terapeutico negli stati di dolore
cronico.Ma Raz e i suoi colleghi hanno trovato che TPRV1 è inoltre stimolato dalle
cellule epiteliali intestinali, ove attivato dalla crescita del recettore del fattore
epidermico (EGFR). EGFR è il recettore nella guida della proliferazione dell’intestino
di cellule principali, il cui rivestimento epiteliale è sostituito circa ogni quattro-sei
giorni. Petrus De Jong, uno degli autori principali dello studio ha dichiarato “Un
livello base di attività EGFR è necessaria per mantenere la normale rotazione delle
cellule nell’intestino” . “Tuttavia, se la segnalazione di EGFR è consentita senza
restrizioni, aumenta il rischio di sviluppo di tumori sporadici”.Gli scienziati hanno
scoperto che TRPV1, una volta attivato da EGFR, avvia un feedback negativo diretto
sulla EGFR, riducendo quest’ultima per ridurre il rischio di una indesiderata crescita
e sviluppo del tumore intestinale. “Questi risultati hanno mostrato che l’epitelio
TRPV1 normalmente funziona come un soppressore dei tumori nell’intestino,” “L’associazione
diretta tra la funzione di TRPV1 e cancro colorettale umano deve essere affrontata
in studi futuri,”, afferma l’esperto. Questo studio suggerisce che un potenziale
rimedio potrebbe essere la capsaicina piccante, che agisce come un irritante nei
mammiferi, generando una sensazione di bruciore a contatto con il tessuto.La capsaicina
è già ampiamente usata come analgesico e grazie alle sue proprietà di intorpidimento
dei nervi è utilizzata come irritante nei gas lacrimogeni meno pericolosi. È inoltre
l’ingrediente attivo degli spray al pepe.I ricercatori hanno alimentato con la capsaicina
topi geneticamente inclini a sviluppare tumori multipli nel tratto gastrointestinale.
Il trattamento ha comportato una riduzione dell’onere di tumore ed allungando la
vita dei topi più del 30 per cento, un trattamento che è risultato ancora più
efficace se combinato con celecoxib, un farmaco antinfiammatorio non steroideo COX-2
già approvato per l’uso in alcune forme di artrite e dolori. Per Giovanni D’Agata,
presidente dello “Sportello dei Diritti [1]”, una scoperta importante, che apre
la strada a nuovi studi e, si spera, a nuove terapie.