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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

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Esproprio alla Diocesi, il sindaco di Varapodio scrive a Papa Francesco

Esproprio alla Diocesi, il sindaco di Varapodio scrive a Papa Francesco

Oggetto del contendere un terreno di poco più di 4mila metri quadri che per il Comune vale 17.390 euro ma per la Chiesa 232.907 euro

di TERESA COSMANO

Esproprio alla Diocesi, il sindaco di Varapodio scrive a Papa Francesco

Oggetto del contendere un terreno di poco più di 4mila metri quadri che per il Comune vale 17.390 euro ma per la Chiesa 232.907 euro

 

di Teresa Cosmano

 

 

L’esproprio di un terreno al centro della diatriba che, da qualche anno, coinvolge il comune di Varapodio e l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero di Oppido Mamertina – Palmi. Disputa che ha indotto il primo cittadino Orlando Fazzolari a rivolgersi addirittura a papa Francesco. In una lunga lettera, indirizzata anche al vescovo Francesco Milito, il sindaco spiega nel dettaglio la causa del contendere, sostenendo di aver deciso di portare finalmente alla loro conoscenza «lo sgradevole comportamento di alcuni soggetti interni alla Diocesi, avendo avuto modo di apprezzare le grandi doti di umanità e umiltà che contraddistinguono le vostre missioni, entrambe improntate alla chiarezza e alla visione di una chiesa povera e umile». Alcuni anni fa, l’Amministrazione comunale di Varapodio espropriò un terreno dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero di Oppido – Palmi, sito nel comune di Varapodio, di 4.182 metri quadrati, uliveto di prima classe, originariamente agricolo nella destinazione urbanistica. «L’iter dell’esproprio – scrive il sindaco nella lettera al Papa – che è stato lungo e tortuoso, ha portato all’emanazione di un decreto di esproprio sulla base del valore, effettuato da un’apposita commissione provinciale, che ha stabilito la somma di circa 17.390 euro a titolo di indennità di esproprio da corrispondere all’Istituto diocesano. Ciò ha fatto il comune di Varapodio per come previsto dalla legge e dal decreto. In seguito però – continua Fazzolari – l’Istituto, nella persona del suo presidente, il sacerdote Giuseppe Borelli, ha proposto un giudizio di opposizione alla suddetta stima, effettuato dall’ingegnere Paolo Martino, loro consulente, chiedendo 232.907 euro oltre l’ulteriore maggior danno, come controvalore di un semplice appezzamento di terreno di natura agricola che solo in seguito alla modifica del piano di fabbricazione, preordinata all’esproprio, era stato destinato ad area Pip (Area per l’insediamento di attività produttive, ndr)». Secondo il primo cittadino, «l’azione di opposizione alla stima, tralasciando il fatto, seppur grave, di aver dilatato enormemente i tempi di concessione dei lotti espropriati agli imprenditori della zona, che da tempo agognavano la realizzazione dei propri impianti produttivi (la selezione è avvenuta sulla base di criteri molto rigidi, privilegiando coloro che “realmente” fanno già impresa con successo e che, ingrandendo le loro aziende, potrebbero creare nuovi posti di lavoro), rischia di depauperare ingiustamente le già provate casse del comune. Pur affermando il diritto dell’Istituto ad ottenere il “giusto” prezzo per il terreno espropriato, non posso esimermi dal constatare quanto le pretese dello stesso siano sproporzionate e mosse da intenti speculativi, in considerazione soprattutto del fatto che provengono da un ente morale, strettamente legato alla chiesa. Sono certo – sostiene il sindaco – che gli organi di giustizia sapranno mettere equilibrio tra le opposte posizioni, ma devo comunque far notare che questa tipologia di cause viene decisa dai consulenti tecnici, che non sempre svolgono con onestà professionale il loro compito. Infatti, pur facendo riferimento al valore di mercato del bene, si dovrebbe porre a base della stima il valore di aree equivalenti, ossia insediamenti produttivi, che nella nostra zona è di 15 euro al metro quadro, e non quello relativo alle aree destinate all’edilizia residenziale». Fazzolari ha quindi concluso la sua missiva con la speranza che questa «non rimanga una lettera morta e che contribuisca a creare un nuovo ordine di cose, smantellando vecchi sistemi, contrari ai principi cristiani, in linea con quelle che fino ad ora mi sono parse le tendenze del Papato e della missione vescovile».