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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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Volge al termine il processo contro i Roveto per il disastro ambientale a Serra Nicolino

Volge al termine il processo contro i Roveto per il disastro ambientale a Serra Nicolino

I testimoni della difesa smentiscono i fatti contestati, udienza rinviata a maggio 2013

Volge al termine il processo contro i Roveto per il disastro ambientale a Serra Nicolino

I testimoni della difesa smentiscono i fatti contestati, udienza rinviata a maggio 2013

 

 

CETRARO (CS) – Ancora un rinvio, forse l’ultimo di una lunga serie. E’ quello che riguarda il processo penale nei confronti dei fratelli Leopoldo ed Eugenio Roveto da Cetraro della Ditta Roveto Legnami S.r.l. difesi di fiducia dall’Avvocato Giuseppe Gagliardi del Foro di Cosenza, imputati di numerose fattispecie criminose commesse ai danni dell’ecosistema naturale nella Foresta di Serra Nicolino in agro e di proprietà del Comune di Guardia Piemontese, a confine con la Riserva Naturale Biogenetica di proprietà del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e gestita dal Corpo Forestale dello Stato, Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Cosenza.

Il processo, istruito dall’ex Sostituto Procuratore della Repubblica di Paola Domenico Fiordalisi dopo minuziose indagini effettuate, all’epoca dei fatti, dal sottufficiale forestale Romeo Borgia insieme al Responsabile del Nucleo di Vigilanza Ambientale dei Vas Emilio Quintieri, ai due Consulenti Tecnici nominati dal Pubblico Ministero, Ingegnere Ernesto Infusino ed Agronomo Aurelio Pristeri ed al personale del Corpo Forestale dello Stato del Coordinamento Distrettuale di Paola diretto dal Vice Questore Aggiunto Gaetano Gorpia, vede i due imprenditori boschivi cetraresi alla sbarra per violazione della normativa urbanistico – edilizia e paesaggistico – ambientale per aver realizzato, in assenza delle necessarie autorizzazioni ed in zona sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale posta, tra l’altro, all’interno del sito di importanza comunitaria It9310024, diverse opere : eliminazione di strade comunali esistenti mediante apposizione di cumuli di terra e l’apertura di buche, ripristino di vecchie strade con conseguente rottura degli apparati radicali superficiali ed alterazione del profilo podologico del terreno, realizzazione di nuove strade all’interno del bosco con conseguente sradicamento della vegetazione ivi radicata ed eliminazione del sottobosco e dell’orizzonte umico superficiale, sbancamenti di terreno con mezzi meccanici ed appropriazione delle piante presenti, smantellamento di una trincea precedentemente realizzata; per aver deturpato le bellezze naturali protette da parte dell’Autorità Amministrativa competente, per furto pluriaggravato di numerose piante di faggio di proprietà del Comune di Guardia Piemontese non rientranti tra quelle vendute con un danno economico per l’Ente proprietario stimato in circa 15.023,69 Euro; per aver cagionato dolosamente un gravissimo ed irreparabile disastro ambientale a causa dell’estesa attività di taglio e movimento terra che ha comportato una imponente modifica dello stato dei luoghi consistito nella illegale ed innaturale modificazione stabile e definitiva del territorio e stravolgimento delle bellezze naturali del paesaggio sito in prossimità del piano di vetta della catena costiera del Comune di Guardia Piemontese estesa per diversi ettari; per aver scaricato olio esausto sul nudo terreno, proveniente dalle operazioni di ricambio a motoseghe ed automezzi e per aver abbandonato in maniera incontrollata sul suolo rifiuti pericolosi e non, in particolare pneumatici fuori uso, taniche di plastica usate dalle maestranze contenenti residui oleosi, imballaggi e rifiuti speciali interrati con l’ausilio di mezzi meccanici. Il tutto commesso in Guardia Piemontese fino al 15 settembre 2006.

Il Pubblico Ministero aveva individuato come parti offese il Comune di Guardia Piemontese ed il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio che, però, non sono intervenute in giudizio né si sono costituite parti civili per il risarcimento dei danni. Si è costituita parte civile solo l’Associazione Legambiente Calabria con l’Avvocato Rodolfo Ambrosio del Foro di Cosenza, sostituito nell’ultima Udienza dall’Avvocato Francesca Occhiuzzi del Foro di Paola.

Durante l’ultima udienza, tenuta alla presenza del Giudice Pierpaolo Bortone e del Pubblico Ministero Elvira Gravina, sono stati ascoltati i testimoni della difesa ed in particolare modo il Vice Commissario Forestale in quiescenza Domenico Tiburzi, già Comandante della Stazione Forestale di Cetraro e la Guardia Giurata dell’Azienda Forestale Regionale in pensione Luigi Petrone.

Entrambi hanno completamente smentito tutti i fatti contestati agli imputati; più precisamente il funzionario forestale a riposo dopo aver premesso di conoscere alla perfezione quel comprensorio montano, ha riferito che tutte le strade sono esistenti da oltre mezzo secolo eccetto quella al servizio dell’acquedotto. Ha raccontato, infine, di non aver notato nessun sbancamento, nessun taglio abusivo, tantomeno rifiuti abbandonati e/o interrati, cumuli di terra e sconvolgimenti del terreno. In ultimo ha detto di aver redatto la stima dei danni in seguito al taglio abusivo verificatosi a Serra Nicolino, circostanza rimasta sconosciuta sino ad oggi. Sulla stessa lunghezza d’onda il racconto della Guardia dell’Afor in pensione : era stato in quella Foresta sia durante che successivamente alla lavorazione da parte della Ditta Roveto di Cetraro e si poteva accedere al lotto boschivo dappertutto e non solo dalla sbarra posta all’ingresso sulla strada comunale. Ha riferito inoltre di aver denunciato varie volte ai Superiori Uffici i furti avvenuti in quel territorio montano. La difesa aveva altri 6 testimoni da sentire ma ci ha rinunciato eccetto alla testimonianza ed alla consulenza tecnica di parte del Dottore Forestale Angelo Azzinnari (assente ingiustificato all’Udienza e condannato all’ammenda di 200 Euro) che verrà escusso durante la prossima, forse ultima, udienza dibattimentale prevista per il 14 maggio 2013.

In aula, affianco al procuratore della parte civile, era presente anche l’ex Consigliere Nazionale dei Vas Quintieri, rimasto stupefatto da quanto raccontato all’Autorità Giudiziaria dai due testimoni della difesa. In particolare per tutto quanto riferito dall’ex Comandante della Stazione Forestale di Cetraro il quale, tra l’altro, ha affermato di aver redatto quella perizia che, invece, era stata addebitata all’Ispettore Capo Mario Settembrini perché da questo sottoscritta e per quanto narrato dall’ex Guardia Afor Petrone, peraltro, imputato di concorso in furto aggravato di piante ed altro insieme a personale del Corpo Forestale dello Stato e dell’Azienda Forestale Regionale in altro processo, stralcio attualmente pendente presso il Tribunale di Paola “perché, quale Guardia Giurata della Regione Calabria, ometteva volutamente ogni controllo nell’area a lui affidata, per consentire la consumazione del furto”. Petrone ha riferito di aver denunciato vari furti avvenuti nella zona in cui operavano i Roveto. Il lotto boschivo in cui operava Roveto non era di proprietà della Regione Calabria per cui era sottratto alla competenza del Petrone il quale, tra l’altro, quando venne sentito durante le Indagini Preliminari, subito dopo la scoperta dello scempio ambientale, riferiva tutt’altro. All’epoca ricordo che vennero acquisite presso l’Afor di Cosenza solo 6 segnalazioni, anche datate, per piccoli episodi di furto o danneggiamento avvenuti nella Foresta Regionale di Cinquemiglia di Fuscaldo che nulla hanno a che vedere con la zona in cui operava la Ditta Roveto e nella quale è stato consumato in maniera indisturbata un gravissimo disastro ambientale. Ho chiesto all’Avvocato Ambrosio, procuratore della parte civile, di chiedere al Giudice la mia escussione ex Art. 507 Codice di Procedura Penale prima di dichiarare chiusa l’istruzione dibattimentale per raccontare tutto quanto è a mia conoscenza relativamente ai fatti contestati avendo partecipato alle indagini ed ottenuto in custodia giudiziale per diverso tempo la Foresta di Serra Nicolino su disposizione dell’Autorità Giudiziaria.