Ho avuto modo di apprendere, dalla vostra testata giornalistica -benche` il sottoscritto non appartiene alla categoria dei tonti, degli allocchi o degli stupidi, di cui, beninteso, le loro mamme sono sempre incinta e tale fauna, ovvero degli ipodotatamente intelligenti (parliamo sempre dei fessi, ordunque) risulta essere talmente in sovrannumero, da considerarsi in overbooking qualora fossimo afferenti ad un viaggio aereo- e, tanto per tornare all’incipit, grazie ad Approdo e ai contatti amichevoli con il suo Direttore Luigi Longo (con cui mi sento più volte al dì) e all’altrettanto amico Pasquale Motta, avevo intuito che quest’ultimo fosse ormai in procinto di lasciare LaC.
Me ne dispiace, epperò si va avanti, pur confidando di avere un buon rapporto personale, con l’ editore dell’emittente citata, il quale reputo una persona gradevole e estremamente brillante: lo dico con sincerita`, al.oeri di cine faccio sempre su ogni cosa!
D’attesa, ‘sono la politica’, ed essa, notoriamente, credibilmente, autorevolmente, nonché da sempre rappresento (e tento, in un momento triste e decadente come quello che viviamo), non solo di incarnare, ma di fare lecitamente fare valere, quindi il mio ruolo è quello di non interferire nelle scelte societarie e, soprattutto, nella gestione di risorse umane interne alle redazioni.
Semmai da buon democristiano -beneamata razza, per di più mai estinta e al contempo pregevole e preziosa, ben chiarendo che se fossimo in ambito faunistico saremmo eleganti leoni, giammai sciacalli o insulse bestie- dicevo, semmai, mi occuperei, lecitamente (come facevano Moro, De Gasperi, Taviani, Piccioni, Gonella, Fanfani, Rumor, Piccoli, Forlani, Colombo, Cossiga e De Mita) di linee editoriali vista la mia formazione culturale, deologica e partitica, anche al netto del mio rinomato stile e della raffinata classe (si sa, la vanità esiste ed io sono a giusta causa e con riscontro inoppugnabile, molto ma molto vanitoso e se per questo pure suscettibile, di lunga memoria, tanto pignolo e visto che ci siamo, alla bisogna -con dispensa ecclesiastica- persino vendicativo ed efficacemente jettatore).
Ciò premesso ho letto con attenzione le parole scritte da Pasquale Motta -a cui, ‘ad onestae abbundatiam’, riconosco una sua storica e connaturata strutturazione politica, non certo politicante, quindi con solide radici e al netto di suoi approfonditi studi- e tali parole, mi hanno fatto sobbalzare parecchio anziché no, poiché le ‘accuse’, dello stesso Motta, avverso equivoci (ed incredibili) ‘epuratori’, mi hanno portato a riflettere, e a ricordare, attitudini becere, per di più sotto le insegne di una vomitevole forma di ‘ricatto estorsivo’, da parte di un defunto e financo, laido, grasso, obeso, unto, bisunto, sporco, lurido e mestatoriamente intrallazzista , di un certuno para giornalista, a cui le mie performance di menagramo, gli hanno fatto scoppiare il fegato (scoppiare veramente, tant’è che è morto, sotto i ferri, con atroci sofferenze, nel mentre si operava, per siffatta patologia epatica…e ben gli sta!).
Ordunque, Il giornilalismo -lo si ricordi bene!- è una cosa seria, serissima, poiché non divulga solamente notizie, bensì forma coscienze e propala cultura (non culturame!), principalmente, in una regione come la nostra, laddove millantatori e suggestioni, la fanno da padrone, essendoci due poteri che si scontrano e il potere più pericoloso, è proprio quello di farti intravede ‘protezioni’ destituite di apparente e solida verità.
Ma soprattutto, il giornalismo, da parte di chi è giornalista, non solo non dovrebbe, esclusivamente non deve mai sconfinare in attività di lobby o di house organ per incensare le gesta di qualcuno -specie se pubblico funzionario- altrimenti chi compie ciò o così facesse, si ricordasse sempre come pure alla moglie di Cesare fu contestato qualcosina, perciò presto o tardi -al pari del defunto appena appena ‘identikizzato’ poc’anzi- a chiunque, può capitare di vedersi ‘fatte le pulci’ a mezzo stampa, magari nel mentre si riportano atti ufficiali: la vita è pure ciò, ovvero quando hai fatto il tuo tempo (quindi non ‘servi più’!)il big bang, dice stop.
Vincenzo Speziali