Il caso di E.Coli scoppiato nei mesi scorsi negli Stati Uniti, dovuto ad alcune verdure
contaminate presenti nelle insalate di pollo dell’insegna Costco, piuttosto che al
pollo stesso, come sospettato inizialmente, è stato ampliato ad oltre una dozzina
di Stati in tutto il paese. La Food and Drug Administration (Fda) martedì, tramite
le principali testate americane ha reso noti i risultati delle analisi effettuate
congiuntamente alle autorità sanitarie del Montana sulle persone colpite da E.Coli
a cavallo tra ottobre e novembre di quest’anno. Tali risultati riconducono, quindi,
al sedano fresco contenuto all’interno delle insalate di pollo vendute da Costco,
uno tra i principali retailers non solo in America ma anche a livello globale e comprende
i prodotti venduti anche in grandi catene alimentari e rivenditori. Stando a quanto
rivela la FDA, gli ortaggi contaminati proverrebbero dal fornitore californiano Taylor
Farms Pacifico di Costco. Pertanto alla luce dei nuovi risultati delle analisi, martedì
la Food and Drug Administration (FDA) ha ampliato il ritiro dei prodotti alimentari,
che ora include 155.000 articoli come i kitd’ insalata, vassoi con verdure e altri
alimenti preparati venduti nei negozi e rivenditori come Wal-Mart, Sams Club, Albertsons,
7-Eleven, Target e Safeway. Wilson ha anche aggiunto che i punti vendita Costco hanno
tolto dagli scaffale l’insalata di pollo e che i consumatori possono essere tranquilli
circa il resto dei prodotti. Il caso è scoppiato il 6 ottobre e si è protratto
fino ad inizio novembre, colpendo 19 persone di 7 Stati americani differenti. Anche
se il prodotto responsabile non è più in vendita, la Fda sostiene che il numero
di persone intossicate potrebbe aumentare nelle prossime settimane, dato che le malattie
trasmesse per via alimentare tendono ad impiegare più tempo per manifestarsi. I
medici chiamati in causa hanno riferito che la specie di batterio in questione, ovvero
E.coli O157, potrebbe portare seri rischi alla vita delle persone, anche se fortunatamente
fino ad ora non c’è stato nessun caso di decesso. Il caso arriva sulla scia di un’
altra recente epidemia di E. coli scoppiata nei ristoranti Chipotle. Tuttavia, i
funzionari della sanità hanno dichiarato che i due casi non sono legati in quanto
il ceppo di batteri legati alla Costco è più grave di quella legata a Chipotle.
Il batterio killer, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei
Diritti [1]”, può essere venuto dall’acqua usata per la coltivazione oppure dal
seme. È la pianta di origine che può contaminarsi quando è ancora in campo, e
il batterio passa, in fase dormiente, al seme. Poi, una volta messo a coltura, il
batterio rinasce. Quindi bisogna risalire ai semi, andare a cercare queste aziende
agricole e capire da quali coltivazioni arriva il batterio, perché il germoglio
non può certo far crescere il batterio autonomamente, qualcosa lo deve aver contagiato.
Ma dal comunicato di oggi delle autorità statunitensi si apprende che questa azienda
è l’unica origine dell’infezione. Sarebbe in realtà responsabile dei casi di Escherichia
Coli registrati in 12 Stati. Alla luce delle notizie provenienti dagli Stati Uniti
sull’epidemia di E. coli, l’Europa potrebbe vietare le importazioni di verdure dai
paesi provenienti dagli Stati Uniti.