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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 25 APRILE 2024

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Una telefonata, il silenzio e l’insensatezza delle parole La morte della taurianovese Maria Arena, il suo sorriso e l’impossibilità di rispondere ai tanti “perché” della vita

Una telefonata, il silenzio e l’insensatezza delle parole La morte della taurianovese Maria Arena, il suo sorriso e l’impossibilità di rispondere ai tanti “perché” della vita
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di Carmelo Nicotera

Il rischio di scivolare negli abissi della retorica è sempre dietro l’angolo quando si tratta di commentare eventi drammatici che lasciano solo sgomenti una volta appresi. Gli abusi nei confronti del linguaggio, l’occhio puntato ad individuare le cause di un qualcosa che probabilmente non ha spiegazione, la sopraffazione sulla soggettività del dolore sono tutti aspetti che diventano ridondanti ed aggiungono solo ulteriore sofferenza ad un dramma così lancinante. Il filo sottilissimo che lega la deontologia professionale del giornalista alla necessità di evitare speculazioni sul tragico episodio che ha visto protagonista Maria Arena, dipendente comunale di Taurianova il cui gesto estremo ha squarciato l’anima di un’intera comunità, deve fare i conti anche con la miriade di sentimenti che si accavallano quando la cronaca, purtroppo, ti colpisce alle spalle, in modo vile, facendo riaffiorare in maniera turbolenta le minacce che si annidano dietro un mestiere per il quale coltivi amore e passione sin dall’adolescenza.

La realtà, infatti, deve fare i conti con i “tuttologi” del web, giudici supremi di una verità di cui non avremo mai conoscenza, con il voyeurismo di strada che calpesta la sofferenza di una famiglia per risalire a quelle cause sconosciute probabilmente anche all’animo di chi le ha inesorabilmente vissute sulla propria pelle, con l’idea dell’affermazione di una perfezione assoluta, pensiero inculcato in maniera indelebile nella mente umana che offusca e svilisce il vivere sereno, che non tiene conto delle fragilità, delle attitudini, della sensibilità di una persona. Basta un incontro inaspettato e travolgente a stravolgere completamente la quotidianità, delle voci che ti fanno raggelare il sangue per poi trasformarsi in articolo di giornale, una telefonata durante l’orario di lavoro, tutti esempi che servono a dare concretezza all’imponderabile che impedisce in maniera ineluttabile la possibilità di rispondere ai tanti “perché” della vita.

Una voce fioca dall’altra parte della cornetta, il numero privato quasi a voler dimostrare la necessità di entrare in punta di piedi in un ricordo indelebile, vivere un supplizio da lontano ma connotando tanta dignità ad una morte che lascia spiazzati. Il suono delle parole spezzato dalla commozione non ha impedito a Carmela, questo il nome della signora che stamattina ha telefonato alla redazione di Approdonews, di rivivere il periodo più spensierato dell’esistenza, le giornate trascorse sui banchi di scuola, l’amicizia reale con Maria Arena nonostante una vita che ormai da molto tempo la vede lontana da Taurianova. Il nome comune con il sottoscritto a voler rimarcare un segno del destino, un accenno di risata, un abbraccio virtuale, il rispetto, che è stato anche dimostrato dalla stragrande maggioranza della popolazione di Taurianova, per una testimonianza reale di tormento interiore che non ha scalfito la compostezza morale. Una conversazione di pochi minuti nei quali chi vi scrive è rimasto ad ascoltare senza proferir parola, in imbarazzo, in ossequioso rispetto di pensieri che non hanno dato spazio ad ipotesi ma solo alla memoria di Maria Arena. Una chiamata, dunque, che mi ha consentito di mettere nero su bianco, aspetto che, senza aver paura di subire delle critiche, potrebbe apparire agli occhi di chi legge come un bisogno egoistico di sfogare il disappunto di scrivere notizie così tragiche, l’insensatezza delle parole quando le lacrime di rabbia di un’intera città non hanno offuscato il sorriso che vestiva il volto di Maria Arena nei racconti di chi ha avuto la fortuna di conoscerla.