Una comunità Mediterraneo-Europea al vertice della Sinistra Al simposio verranno sviluppati i temi della precarietà e dell’impatto della crisi sulla cultura, del commercio internazionale, delle politiche d'asilo e sull’immigrazione
Nell’ambito delle giornate di studio promosse dal gruppo della Sinistra unitaria europea (GUE/NGL) al parlamento di Strasburgo (18-20 novembre), in corso a Firenze, è intervenuto, per conto del Forum Italo – tunisino per la cittadinanza mediterranea, di cui è presidente, il portavoce nazionale di Sinistra EuroMediterranea Mimmo Rizzuti.
Al simposio, che svilupperà i temi della precarietà e dell’impatto della crisi sulla cultura, del commercio internazionale, delle politiche d’asilo e sull’immigrazione, sono presenti le delegazioni di tutti i gruppi politici del Partito della Sinistra europea e i leader delle più importanti forze politiche e dei movimenti che attualmente lo compongono, tra cui Pablo Iglesias, leader di Podemos, la nuova forza politica spagnola nata per filiazione dal movimento degli Indignados.
Rizzuti ha riproposto nel suo intervento il tema della costruzione di una Comunità Mediterraneo – Europea, possibile a trattati vigenti, che “costituirebbe un contributo di rilievo al progressivo superamento delle attuali condizioni di instabilità nell’area che va dalle sponde meridionali del Mediterraneo, al Sahel e al Corno d’Africa, dalla penisola arabica all’Hindu Kush”.
Il ragionamento di Rizzuti, che riprende un tema caro a Sinistra EuroMediterranea è che l’attuale instabilità della regione “è figlia del passaggio dal capitalismo industriale a quello finanziario e predatorio e dello smottamento dell’assetto statuale post caduta dell’impero ottomano, di tanta parte dei Paesi dell’area indicata” . Un’instabilità che è alla base dei crescenti flussi migratori verso le nostre società, che “danno vita a fenomeni sempre più estesi di paura, xenofobia e razzismo, già tradottisi negli esiti delle recenti elezioni europee.”
“Pensare di fronteggiarli -dice Rizzuti- con Frontex Plus e Triton equivale a pensare di poter curare l’ebola con l’aspirina. L’alternativa è solo una Comunità che unisca gli aspetti degli interessi strategici condivisi (energia, ambiente,agricoltura, acqua, immigrazione, mobilità degli uomini e delle donne, integrazione economica e sociale, dimensione dei diritti e rafforzamento della democrazia) a quelli di un quadro istituzionale comune, un’Alta Autorità incaricata di gestire gli interessi strategici condivisi, un Tribunale dei diritti, un Comitato di ministri permanente, un “Senato” designato a suffragio universale”.
Si tratterebbe di un processo che a breve termine dovrebbe portare alla costituzione di una Conferenza diplomatica sulla costituzione della nuova Comunità, che assocerebbe, oltre all’Unione europea ed ai paesi della sponda sud del Mediterraneo, anche i rappresentanti dell’Unione Africana e della Lega Araba, la Russia e i Balcani.
“L’Europa – ha concluso l’esponente di Sem -stretta nella morsa della crisi economico finanziaria, della stagnazione dell’euro zona e della deflazione, in mancanza di una netta sterzata, potrebbe ricevere dagli esiti delle partite in corso nell’Africa Mediterranea e nel Medio Oriente, un colpo durissimo. Per l’Europa si pone la necessità assoluta di affrontare con altro spirito e altre politiche il terremoto in atto, gli scenari che da esso stanno emergendo. E qui c’è, a volerlo e saperlo cogliere, un ampio spazio da percorrere nel quale la parola può tornare alla Sinistra Europea ed al suo gruppo parlamentare. Ed entrambi devono oggi incamminarvisi, senza indugi.”