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Un ingente patrimonio di oltre 7.5 milioni di euro sequestrato in Calabria, a due esponenti di primissimo piano della ‘ndrangheta

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In data 11.05.2023 i finanzieri del Comando Provinciale di Catanzaro, con la collaborazione
del Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata di Roma, coordinati dalla
Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno dato esecuzione al decreto con il
quale il locale Tribunale, nell’ambito del procedimento di prevenzione instaurato nei
confronti di due esponenti di primissimo piano della criminalità organizzata crotonese, ha
disposto il sequestro, finalizzato all’applicazione della confisca prevista dal Codice
Antimafia, di un ingente patrimonio del valore stimato di oltre 7,5 milioni di euro, affidandone
la gestione ad un amministratore giudiziario.
I destinatari del provvedimento, ai vertici della locale di S. Leonardo di Cutro (KR) e tuttora
in stato di detenzione, a seguito dell’operazione “Malapianta” condotta dal Gruppo delle
Fiamme Gialle di Crotone, erano stati dapprima destinatari di provvedimento di fermo di
indiziati di delitto nel 2019 e, successivamente, condannati dal Tribunale di Crotone nel 2022
a 30 e 19 anni di reclusione per gravi reati di criminalità organizzata.
Il Tribunale di Catanzaro, condividendo la ricostruzione economico-patrimoniale svolta dagli
specialisti del Nucleo di polizia economico-finanziaria – G.I.C.O., ha ritenuto i proposti
portatori di pericolosità sociale “qualificata” (essendo essi indiziati di appartenere ad
un’associazione criminale di stampo mafioso e di aver commesso, tra gli altri, reati di
estorsione, trasferimento fraudolento di valori, usura, etc.) e disposto il sequestro di un
ingente patrimonio nella loro disponibilità, composto da aziende, autovetture, rapporti
finanziari e beni immobili, in quanto nettamente sproporzionato rispetto al reddito dichiarato
o all’attività economica svolta. Secondo il collegio, sia i proposti che i loro familiari hanno
sempre dichiarato redditi modesti e mantenuto al contempo un tenore di vita elevato,
circostanze che, considerate unitamente ai gravi episodi delittuosi di cui negli anni si sono
resi protagonisti e alla sistematica inosservanza alle leggi, fanno ritenere i beni nella loro
disponibilità come frutto di proventi illeciti.
Il procedimento di prevenzione, volto alla verifica della sussistenza dei presupposti per
l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale, è ancora in corso e la
difesa, nel contradditorio delle parti, potrà sviluppare le proprie argomentazioni.
L’attività di polizia economico-finanziaria svolta dalla Guardia di Finanza continua ad
assicurare un efficace contrasto patrimoniale alla criminalità organizzata, finalizzato
all’aggressione dei beni illecitamente accumulati, anche nell’ottica di un loro reimpiego per
fini di pubblica utilità.