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La mamma del parroco uccisa per rapina dal genero della vicina

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I carabinieri del Comando provinciale di Cosenza hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto nei confronti di un uomo di 52 anni ritenuto essere il responsabile dell’omicidio di Iolanda Nocito. Le indagini non sono concluse: possibili sviluppi sui complici dell’uomo

# L’anziana donna uccisa a Belvedere Marittimo commerciava in diamanti, trovate le ricevute 

# I Ris tornano a casa dell’anziana uccisa ieri a Belvedere Marittimo 

# Ottantenne trovata morta a Belvedere Marittimo. Era legata e imbavagliata 

La mamma del parroco uccisa per rapina dal genero della vicina

I carabinieri del Comando provinciale di Cosenza hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto nei confronti di un uomo di 52 anni ritenuto essere il responsabile dell’omicidio di Iolanda Nocito. Le indagini non sono concluse: possibili sviluppi sui complici dell’uomo

 

COSENZA – I carabinieri del Comando provinciale di Cosenza hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto nei confronti di un uomo ritenuto essere il responsabile dell’omicidio di Iolanda Nocito, avvenuto a Belvedere il 4 gennaio scorso. La vittima era stata trovata imbavagliata e con colpi alla testa. Era la madre del parroco don Marcello Riente. Fu proprio lui a trovarla esanime rientrando a casa. I particolari verranno resi noti in una conferenza stampa che si terrà in mattinata al Comando provinciale dei carabinieri di Cosenza.
L’anziana donna fu trovata morta nella sua abitazione, legata, imbavagliata con nastro adesivo e sanguinante dal setto nasale. Tutto era avvenuto nella casa di famiglia in pieno centro abitato, dove qualcuno, in pieno giorno, si era introdotto con un movente ben preciso. L’ottantenne, la mattina del 4 gennaio era sola nell’appartamento, perché il figlio stava celebrando un funerale. E nella palazzina mancavano pure gli inquilini del piano di sotto, usciti per faccende private. Nelle perquisizioni emersero anche compravendite di diamanti di cui si sarebbe occupata la donna.

Si chiama Filippo D’Aprile, ha 52 anni e gestisce una stazione di servizio la persona fermata dai carabinieri per l’omicidio di Iolanda Nocito, la donna di 80 anni uccisa nella sua abitazione il 4 gennaio scorso a Belvedere Marittimo. Alla base dell’omicidio dell’anziana ci sarebbe stato un tentativo di rapina attuato con la minaccia di un’arma da taglio e stringendole le mani al collo per farsi rivelare il nascondiglio delle chiavi della cassaforte contenente un consistente quantitativo di denaro contante e depositi bancari e postali. D’Aprile è il genero di una vicina di casa di Iolanda Nocito che, secondo quanto emerso dalle indagini, aveva rapporti con la vittima e custodiva una copia delle chiavi del suo appartamento. L’uomo è stato incastrato dall’esame del dna e da alcune telefonate giunte all’utenza dell’anziana. Circostanze che l’uomo, sentito dai carabinieri nel corso delle indagini, aveva negato. D’Aprile è ritenuto anche il responsabile dell’aggressione ai danni del figlio sacerdote dell’anziana uccisa, don Marcello Riente, parroco in una frazione del paese, avvenuta il 16 ottobre del 2012. In quella circostanza ad aggredire il sacerdote nell’androne del palazzo era stata una persona mascherata con passamontagna. All’identificazione di D’Aprile gli investigatori del Ris sono arrivati dopo avere repertato campioni di materiale biologico prelevati dal passamontagna e dal nastro adesivo sequestrati in occasione dell’aggressione del sacerdote, confrontati con altri reperti prelevati all’interno dell’appartamento in cui è avvenuto l’omicidio di Iolanda Nocito e con le tracce biologiche ricavate da un bicchiere di carta utilizzato dallo stesso D’Aprile nel corso di un interrogatorio cui fu sottoposto dai carabinieri.