Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

Tutti contro Renzi Si allarga il fronte di chi punta alla caduta del Premier, cogliendo l’occasione del referendum costituzionale

Tutti contro Renzi Si allarga il fronte di chi punta alla caduta del Premier, cogliendo l’occasione del referendum costituzionale
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

di Bruno Morgante

Oggi il tema all’ordine del giorno di talk show, di giornali è l’accerchiamento di Renzi e i proclami di bocciare con il referendum le riforme costituzionali per liberarsi di Renzi, indipendentemente dal merito del quesito referendario.
Espressamente si vuole ripetere quanto successo con il referendum sulla preferenza unica, quando si chiamò il popolo a votare contro i partiti di governo, anche lì indipendentemente dal quesito referendario.
Tra l’altro bisogna precisare, anche se c’entra poco con il discorso in questione, o forse no, che la preferenza unica ha contribuito moltissimo a distruggere l’insediamento dei partiti sul territorio, in quanto il voto divenne personale e vinsero centri di potere organizzati legali e illegali facenti capo alle persone, spogliando i partiti di ogni potere reale di selezione e di rappresentanza degli eletti nei comuni e nelle regioni.
Se il popolo dovesse bocciare la riforma costituzionale ci sarebbero le dimissioni di Renzi, per sua stessa ammissione, e si aprirebbero due scenari:
1) Non sarà possibile costituire una maggioranza dopo le dimissioni del governo, il presidente della Repubblica dovrà sciogliere le camere e si voterà con l’Italicum per la Camera dei Deputati, con il consultellum per il Senato;
2) si formerà un governo di salute pubblica con i voti di FI, centro democratico e PD.
Nel primo caso è prevedibile che si aprano due scenari:
a) Al secondo turno alla Camera vince il Movimento 5 Stelle, che conquista la maggioranza assoluta dei deputati, appoggiato dall’elettorato di parte del PD e della Sinistra italiana, senza che i loro voti siano richiesti.
Al Senato, dove si vota con il proporzionale, i seggi vengono suddivisi : M5S 100 senatori (30%); PD 80 senatori (25%); Lega 54 senatori(16%); FI 36 senatori (il 12%); Fratelli d’Italia 15 senatori (5%); centro democratico 15 senatori (5%); Sinistra Italiana 15 senatori (5%).
Il M5S non fa alleanze, ma legittimamente pretende di formare un governo, anche se sa che non ha la maggioranza in Senato. D’altro canto non possono nascere governi senza di lui in quanto ha la maggioranza assoluta alla Camera.
Anche quì due scenari: 1) Sinistra Italiana e PD si astengono per permettere la nascita del governo, che sarebbe in minoranza al senato. Nasce un governo debolissimo, che durerà poco. Comunque ci sarà subbuglio nel paese. Pericolo pesantissimo di crisi economica.
b) Non potendo formare una maggioranza al senato si va a nuove elezioni. La crisi rischia di avvitarsi e di peggiorare la situazione economica.
Oltre a questo scenario l’ipotesi più probabile è lo scenario numero due a seguito delle dimissioni di Renzi, confidando nel senso di responsabilità dei politici italiani, almeno quelli di ispirazione liberale. Si va a formare un governo di salute pubblica appoggiato da PD, Centro Democratico, FI, magari presieduto da un tecnico o dal presidente del senato, anche perchè è facile prevedere per l’autunno crisi multiple.
Si aggraverà il problema dei migranti, fino ad assumere i caratteri di emergenza democratica, anche per la chiusura della via dei balcani controllata dalla Turchia, dopo che la Merkel ha chiuso l’accordo con Erdogan pagandolo con moneta europea (euro, entrata nella UE, mano libera contro i curdi).
L’Italia sarà impegnata in una vera e propria guerra di terra contro l’ISIS a fianco delle truppe libiche, dopo che avrà ricevuto il mandato ONU per coordinare l’alleanza dei paesi volenterosi intervenuti su richiesta di aiuto del governo libico per sconfiggere l’ISIS.
I populisti, che si son visti scippare le elezioni, sui migranti e sulle prime bare che arriveranno dalla guerra metteranno in subbuglio il paese.
All’interno della maggioranza, dove si sta a disagio, anche perché sono fresche le ferite derivanti dalle cruente battaglie precedenti, ognuno farà i conti con il movimento più vicino, in un gioco di composizioni e di ricomposizioni, e le elezioni anticipate saranno continuamente tema del dibattito, anche se temute da tutti.
In questo quadro di instabilità la speculazione punterà sui titoli italiani e il commissariamento del bilancio italiano da parte della UE sarà lo scenario più probabile.
Comunque vadano le cose avremo un sistema ingestibile e difficilmente si troverà una maggioranza per fare le riforme di cui il paese avrebbe bisogno.
Da questo si evince che la lotta senza quartiere a Renzi rischia di generare solo macerie.
Tutti tendono ad incassare il risultato, ritenuto dirimente di ogni altra questione, senza un progetto, almeno di quelli confessabili, per il dopo.
Siamo un grande paese, non ci possono essere salti nel buio.
Si ha il dovere, da parte di chi prefigura cambiamenti, di avere un progetto per il dopo che garantisca la democrazia, la vita pacifica della gente, e il governo del paese.
Oggi paghiamo più di venti anni di non governo e di demagogia perchè 23 anni fa si ritenne che prioritario era abbattere una classe dirigente e si andò avanti senza alcun progetto politico, se non proclami moralisti e giustizialisti, sottofondo del trionfo dell’antipolitica e della demonizzazione dei partiti.
Altri 20 anni non ci vengono concessi, anche perchè abbiamo consumato tutte le nostre risorse materiali e immateriali.

Tags