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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Tremano a Rizziconi i colletti bianchi della politica legati alla cosca di Totò Crea

Tremano a Rizziconi i colletti bianchi della politica legati alla cosca di Totò Crea

L’ex deputato Elio Belcastro trascinato dai racconti dell’ex sindaco Bartuccio come uomo politico di riferimento dei politici corrotti. Il faccendiere Mommo “Ciampa” Cutri’, e la mazzetta da 15mila euro per assegnare i lavori di “Spazzamento”

di ROBIN HOOD

Tremano a Rizziconi i colletti bianchi della politica legati alla cosca di Totò Crea

L’ex deputato Elio Belcastro trascinato dai racconti dell’ex sindaco Bartuccio come uomo politico di riferimento dei politici corrotti. Il faccendiere Mommo “Ciampa” Cutri’, e la mazzetta da 15mila euro per assegnare i lavori di “Spazzamento”

 

di Robin Hood

 

 

Un terremoto politico giudiziario che coinvolge una delle cosche più potenti ed agguerrite della ndrangheta, i Crea, ha colpito ieri Rizziconi. Ma l’indagine della Dda trascina nel vortice giudiziario anche un pezzo della politica locale. Al centro delle indagini il ruolo del faccendiere legato alla ‘ndrangheta, Girolamo “Mommo” Cutrì, un politico di lungo corso a Rizziconi. Cutrì, legato politicamente da sempre all’on. Gigi Fedele, è al centro delle indagini della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Cutrì in passato e’ stato anche il liquidatore della cooperativa portuale All Services. Nominato dagli uomini della cosche della ‘ndrangheta per scalzare Aldo Alessio, Bruno Morgante e Luigi Longo dai vertici della cooperativa portuale. Un’azienda che era diventata negli anni una delle più importanti all’interno del porto di Gioia Tauro e per questo motivo era diventata centrale nei pensieri della ‘ndrangheta. Le coraggiose denunce dei manager della coop svelarono gli intrecci mafiosi che sfociarono in uno dei procedimenti di maggior rilievo della procura antimafia reggina “Cent’anni di storia”.
Lo stesso procuratore De Raho nella sua recentissima intervista rilasciata alle “Iene”, trasmissione di Italia 1, faceva riferimento alla coop All Services come obiettivo strategico da parte dei clan per i loro traffici di droga all’interno del porto di Gioia Tauro, l’acquisizione dell’azienda, la scalata ai vertici della coop portuale era indispensabile ai traffici illegali delle ‘ndrine, secondo il procuratore capo della repubblica di Reggio Calabria. Cutrì passato indenne a tale indagine, ricompare nell’operazione di ieri della Dda, come uomo politico legato alla potente cosca dei Crea. L’ex sindaco Bartuccio nella sua deposizione dopo l’estromissione dalla carica di primo cittadino rivela ai Pm antimafia Prestipino e Cerreti, i retroscena che hanno portato alla fine del suo mandato di sindaco di Rizziconi. L’ex primo cittadino punta il dito sul ruolo oscuro di Cutrì e compagni per favorire gli interessi della potente cosca dei Crea.
L’ex sindaco fa riferimento alla gara per l’affidamento dei lavori di “spazzamento” manuale delle strade, delle piazze, dei parchi, dei giardini e del cimitero di Rizziconi. In forza di un regolare contratto di durata annuale, il servizio viene effettuato a Rizziconi dalla ditta “Futura società Cooperativa” facente capo a tale Mimmo Cardaciotto di Cittanova. Dal racconto di Bartuccio: “In vista della scadenza del contratto fissata al 20 o 21 novembre, verso la fine di settembre, discutevo con il responsabile del servizio nettezza urbana Massimiliano Pappatico dell’opportunità di modificare la delibera di indirizzo politico al fine di rendere più trasparente il capitolato di gara per allargare a tutte le imprese, e non solo le cooperative, la possibilità di partecipare, anche perché agli ultimi due bandi aveva partecipato una sola ditta, ovvero quella la “Futura”. Ancorché non fosse stato deliberato l’atto di indirizzo politico, dopo neanche una settimana, intorno al 20 settembre, Massimiliano Pappatico pubblicava il bando di gara apportando lievi modifiche, delle quali si era discusso in precedenza, ma senza alcuna variazione
sostanziale al capitolato che continuava ad essere, se non erro, per cooperative sociali di tipo B iscritte da almeno tre anni. In sostanza nulla era cambiato rispetto a prima nonostante avessimo, come detto, discusso dell’opportunità di emanare un
atto di indirizzo politico che ampliasse la rosa dei partecipanti alla gara. Nel frattempo, data l’urgenza, senza avvisarci, l’ingegnere Pappatico pubblicava il bando di gara”.

Un bando di gara che, secondo gli inquirenti, era fatto su misura per la ditta gradita alla ‘ndrangheta: “Verso la fine di settembre o gli inizi di ottobre – racconta ancora Bartuccio – veniva a trovarmi presso il mio studio l’assessore ai lavori pubblici Oscar Casella il quale mi informava che sul sito Web del Comune era stato pubblicato il bando di gara, del quale non ero a conoscenza, sostanzialmente identico a quello degli anni precedenti che peraltro non era stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, sicché poteva essere soggetto ad impugnazione. Mi chiedeva di firmare una lettera da loro predisposta e sottoscritta da inviare allo stesso Massimiliano Pappatico quale responsabile del servizio per chiedere chiarimenti in ordine alla iniziativa di pubblicare il bando nonché per chiederne l’annullamento in quanto non pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Ritenevo opportuno riscrivere quella lettera a mia firma in qualità di sindaco per chiedere gli stessi chiarimenti e l’annullamento della gara ed aggiungendo altre richieste riguardanti il servizio della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI: sistema integrato tracciabilità rifiuti). L’ingegnere Pappatico provvedeva pertanto ad annullare in sede di autotutela decisoria la procedura di gara, revocando il bando. Nel frattempo era pervenuta una sola offerta da parte della cooperativa “Futura”, ovvero la stessa che da tre anni si aggiudicava la gara. Per quel che ne so la busta non veniva aperta. Durante le fasi dell’annullamento, veniva a trovarmi nel mio ufficio al municipio Mimmo Cardaciotto per espormi le sue preoccupazioni determinate dall’ampliamento della gara ad altre ditte che potevano effettuare lo spazzamento anche meccanico. Riferivo al Cardaciotto che io avrei dovuto perseguire l’interesse pubblico e non potevo limitarmi ad esaudire le sue istanze tanto più che il servizio non veniva effettuato a regola d’arte. In sostanza dicevo al Cardaciotto che a mio avviso le pulizie delle strade e delle piazze di Rizziconi non venivano effettuate secondo quanto previsto nel capitolato d’appalto ed in tal senso esprimevo a lui le mie rimostranze. Lo invitavo ad impegnarsi a che i suoi dipendenti facessero meglio il loro lavoro e a non preoccuparsi della procedura della gara perché ciò non gli competeva […]. Gli dicevo di investire il suo denaro per adeguare le retribuzioni dei dipendenti alle paghe sindacali siccome correva voce che gli stessi percepissero un salario di appena 800 euro mensili”.

Bartuccio, dunque, afferma di essere a conoscenza di una cena organizzata, poco tempo dopo l’incontro avuto con Cardaciotto, dall’onorevole Elio Belcastro, evento conviviale al quale aveva preso parte anche Giovanni Marco Paolo Calogero, amico del Sindaco e fratello del Vice Sindaco all’epoca in carica. E proprio a Calogero, l’onorevole Belcastro avrebbe chiesto di informarsi se corrispondesse al vero il fatto per cui il Sindaco Bartuccio, nei giorni precedenti, aveva detto a Domenico
Cardaciotto “di non pagare a nessuno la mazzetta a Rizziconi”. Belcastro, evidentemente, dal momento che chiedeva conferma dell’informazione a Calogero, aveva certamente saputo della discussione e dell’incontro avvenuto tra l’imprenditore di Cittanova ed il primo cittadino di Rizziconi. La circostanza sarebbe stata riferita al Sindaco da Osvaldo Casella, padre dell’assessore ai Lavori Pubblici mentre Belcastro, a dire dell’onorevole stesso, l’aveva appresa da Girolamo Cutrì, cioè l’ex Amministratore Comunale che, secondo il Consigliere Giulio Anastasi, aveva ricevuto la mazzetta di 15.000 euro direttamente dalle mani di Cardaciotto. Di contro, sarebbe chiaro, secondo le carte raccolte dai pm Prestipino e Cerreti, che Cutrì, se si era premunito informando della circostanza l’onorevole Belcastro, aveva in precedenza appreso del colloquio intrattenuto dal sindaco Bartuccio con Cardaciotto. Il primo cittadino, infatti, si chiedeva il motivo per cui proprio Cutrì, individuo indicatogli per essere stato beneficiario delle mazzette pagate da Cardaciotto, si fosse interessato alla vicenda parlandone, direttamente, con il predetto parlamentare. 

Bartuccio dichiarava, altresì, di aver notato, in più di una occasione, Cutrì in compagnia di Domenico Pillari, soggetto già tratto in arresto nell’ambito del procedimento “Toro”. “Qualche settima dopo – riferisce Bartuccio – ad una cena organizzata dall’onorevole Elio Vittorio Belcastro, alla quale partecipavano altre persone tra le quali Giovanni Calogero, mio amico, l’onorevole chiedeva a quest’ultimo di informarsi se fosse vero che io avessi detto a Cardaciotto di non pagare a nessuno la mazzetta a Rizziconi e, se qualcuno gliela avesse chiesta, di rivolgersi a me che lo avrei denunciato. Detta circostanza che a me veniva riferita da Osvaldo Casella, padre dell’assessore ai lavori Pubblici, all’onorevole Belcastro, a dire di quest’ultimo, era stata riferita da Girolamo Cutrì. E’ ovvio che costui, artatamente avrà strumentalizzato il suggerimento che io avevo dato al Cardaciotto al quale, ripeto, avevo detto di non pagare mazzette a nessuno degli amministratori attuali e a quelli precedenti, senza profferire il nome di alcuno. Mi suonava strano che proprio il soggetto che mi era stato indicato come percettore della mazzetta pagata dal Cardaciotto, ovvero il Cutrì, si interessasse della vicenda addirittura parlandone con l’onorevole Belcastro il quale aveva riferito, per l’appunto, di averla appresa dal Cutrì stesso. A dire il vero sono alquanto

preoccupato per la strumentalizzazione di questa vicenda perché ritengo che una cosa è dire “non pagate mazzette ai pubblici amministratori del comune di Rizziconi”, altra cosa, ben diversa, è dire “non pagate mazzette a Rizziconi che provvedo io a denunciarli”, anche perché in più di una occasione, pure da ultimo, ho visto il Cutrì in compagnia di Pillari Domenico già arrestato nell’operazione “Toro””.

Nel corso di un successivo incontro avuto in Municipio con Cardaciotto, il sindaco manifestava allo stesso la propria contrarietà per il fatto di avere informato della loro conversazione il proprio “referente” rizziconese, travisandone “a suo piacimento” il contenuto. Il riferimento era diretto a Girolamo Cutrì, soggetto informato da Cardaciotto della vicenda, ma mai nominato da Bartuccio all’imprenditore, sebbene avesse provveduto ad identificare il percettore delle mazzette quale “delinquente, furfante criminale, e malfattore”. Cardaciotto, comunque, faceva implicitamente comprendere al primo cittadino di Rizziconi di essersi realmente relazionato con un proprio referente locale, cui aveva comunicato l’invito a tenere una certa integrità morale e professionale inoltrato precedentemente proprio da Bartuccio: il referente in argomento, quindi,

per i pm Prestipino e Cerreti non poteva che essere Cutrì, che ha ricoperto la carica di consigliere comunale di maggioranza nel pubblico consesso sciolto per infiltrazioni mafiose il 31/07/2000; poi, a seguito delle elezioni amministrative del 27 e 28 Maggio 2007, rieletto.