banner bcc calabria

Trattativa Stato-mafia, il pentito Mutolo in aula: «Oltre ai siciliani erano coinvolti pure i calabresi»

banner bcc calabria

banner bcc calabria

Lo storico collaboratore di giustizia racconta un episodio del 1992, quando sentì il giudice Paolo Borsellino infuriarsi per un accordo che avrebbe annullato gli effetti del carcere duro. E dietro al patto ci sarebbero stati anche gruppi criminali diversi da Cosa Nostra

Trattativa Stato-mafia, il pentito Mutolo in aula: «Oltre ai siciliani erano coinvolti pure i calabresi»

Lo storico collaboratore di giustizia racconta un episodio del 1992, quando sentì il giudice Paolo Borsellino infuriarsi per un accordo che avrebbe annullato gli effetti del carcere duro. E dietro al patto ci sarebbero stati anche gruppi criminali diversi da Cosa Nostra

 

 

Palermo – Chiama in causa anche “i calabresi”, il pentito di mafia Gaspare Mutolo proseguendo la sua deposizione in videoconferenza al processo per la trattativa tra Stato e mafia. Nel processo in corso a Palermo, ha confermato che «Il giudice Borsellino sapeva che cera qualcuno che voleva fare accordi con la mafia e c’erano mafiosi che erano disposti a entrare in contatto con certi personaggi». Ma il collaboratore di giustizia storico, che fu l’autista di Riina e parlò per primo con Giovanni Falcone e poi con Paolo Borsellino, racconta ai giudici anche altri particolari: «Si vociferava che oltre ai siciliani ci potevano essere altri personaggi come i calabresi. Si vociferava, si era saputo che cerano dei personaggi delle istituzioni, parlo dei Carabinieri, ma anche dei servizi segreti, di personaggi che dovevano intercedere per portare avanti il discorso della dissociazione. C’erano pure un prete e dei personaggi politici che dovevano portare avanti questo discorso della dissociazione e di ampliare il discorso dei collaboratori. Avevano capito che questa cosa dei collaboratori era un piega importante e la volevano bloccare prima di cominciare. Da quello che ho capito c’erano personaggi, mafiosi e camorristi che avevano fatto sapere che bastava dire io mi dissocio dalla camorra o dalla mafia e potevano usufruire di una specie di amnistia, si parlava del 41 bis, una condizione che mal sopportavano i mafiosi».

Mutolo racconta poi un episodio avvenuto nei locali della Dia nell’estate del ’92, prima della strage di cia D’Amelio. Secondo il pentito, Borsellino si sarebbe opposto a una forma di accordo tra lo Stato e Cosa nostra che si sarebbe manifestata con la dissociazione dei boss in cambio di benefici: «Io – dice Mutolo – ero in un ufficio della Dia in via Carlo Fea a Romae Borsellino era in un’altra stanza. All’improvviso l’ho sentito gridare. Ho sentito parlare di dissociazione e Borsellino che diceva: ma questi sono pazzi! in maniera disgustata. Borsellino era arrabbiato, incazzato e continuava a gridare: ma che vogliono dire, che vogliono fare. Ho sentito che le persone che facevano questa richiesta erano pazzi ad accettare queste cose sulla dissociazione».