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Tilde Minasi (Pdl) eletta nuovo segretario della a Commissione regionale contro la ‘ndrangheta

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Chizzoniti: “Caso Lo Giudice? Il Csm disponga un’ispezione”

Tilde Minasi (Pdl) eletta nuovo segretario della a Commissione regionale contro la ‘ndrangheta 

Chizzoniti: “Caso Lo Giudice? Il Csm disponga un’ispezione”

 

 

REGGIO CALABRIA – La Commissione regionale contro la ‘ndrangheta, presieduta da Salvatore Magarò, ha eletto Tilde Minasi (PdL) nuovo segretario dell’organismo. Nel corso del dibattito, è stato audito, in rappresentanza del rettore dell’Università Mediterranea, il prof. Carlo Morabito. “Il programma delle audizioni con i rappresentanti degli atenei – ha detto Magarò – ha come obiettivo la costruzione di sinergie e di azioni concrete. Il mondo dei saperi è per noi fondamentale e strategico perché come diceva Caponnetto ‘la mafia teme piu’ le aule scolastiche che quelle giudiziarié. Abbiamo un compito comune che è quello di intercettare le devianze, recuperare il disagio dei giovani e combattere la dispersione scolastica: questi sono i terreni più fertili su cui si nutre la ‘ndrangheta e dove le organizzazioni malavitose attingono nuova manovalanza. Inoltre, con questo tipo di iniziativa intendiamo non solo inaugurare una procedimentalita’ legislativa ‘partecipata’ per varare un testo normativo organico e attuale in materia di legalità, ma anche fare rete con le realtà positive, vive e attive che pure in Calabria ci sono ed é necessario supportare e far emergere”. Nel corso dei lavori hanno dato i loro contributo i consiglieri Guagliardi, Chizzoniti, Nucera, Gallo, Vilasi, Minasi e Giordano. La Commissione tornerà a riunirsi il prossimo 9 luglio.

CASO LO GIUDICE, CHIZZONITI: CSM DISPONGA ISPEZIONE
“Ho sottoposto all’attenzione della Commissione tutte le problematiche esplose all’interno della Procura della Repubblica di Reggio Calabria sottolineando l’inutilità di qualsivoglia attività politico-istituzionale sul versante legalitario se non preceduta da una imponente opera di bonifica e di chiarimento volta al recupero non più eludibile della credibilità della giustizia inquirente”. E’ quanto afferma il presidente della Commissione di Vigilanza Aurelio Chizzoniti (Insieme per la Calabria), componente la Commissione per la lotta alla ‘ndrangheta, in una dichiarazione rilasciata al termine dei lavori dell’organismo presieduto da Salvatore Magarò. “Aggiungo altresì – ha sostenuto ancora Chizzoniti – che esistono forme di violenza raffinatissime che distruggono carriere di integerrimi magistrati creando le condizioni per altre fulminee e fulminanti. In quest’ottica ho chiesto apertis verbis al presidente Magarò di richiedere ufficialmente al Csm, al Ministro della Giustizia, ai vertici della Suprema Corte di Cassazione, una rapida iniziativa ispettiva volta a verificare se nel distretto della Corte d’appello di Reggio Calabria, e segnatamente nell’Ufficio della Procura, insistano le condizioni per un efficace ed efficiente lavoro di contrasto alla criminalità organizzata e non, ed alle ‘zone grigie’ che avvelenano la vita civile e democratica di questa città. Il tutto in una situazione ambientale dove si perseguono gli assenteisti del Comune con sofisticati strumenti investigativi e si sottovalutano le dinamiche devastanti emerse all’interno della Procura”. “Suscitano, inoltre, preoccupazione – prosegue Chizzoniti – talune affermazioni secondo le quali il ‘memoriale’ Lo Giudice sia stato gestito ad orologeria. Interrogandosi in ordine a quale logica e ‘consecutio temporum’ abbiano obbedito i ‘tubi di ferro’ spacciati per bazooka, il rinvenimento di autovetture imbottite di armi, gli attentati alla Procura generale ed all’abitazione del Procuratore generale, che ha rifiutato di costituirsi parte civile contro Lo Giudice delegittimando autorevolmente le indagini espletate, l’omessa costituzione di parte civile del procuratore Pignatone nei confronti dello stesso Lo Giudice, l’intercettazione clandestina nei confronti dell’aggiunto dottor Gratteri, il furtivo accesso alle segrete stanze blindate della Procura della Repubblica appena qualche ora prima dell’insediamento del dottor De Raho. Per queste ragioni mi chiedo se l’autorevole avvento del neo-procuratore può essere sufficiente per acclarare la ‘ratio’ ispiratrice di inquietanti episodi, rimarcando ancora una volta il concetto di Oscar Wilde: ‘Gli uomini si giudicano quando partono e non quando arrivano'”.