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Terra di Calabria martoriata

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I Verdi commentano la vicenda dei siti inquinati

Terra di Calabria martoriata

I Verdi commentano la vicenda dei siti inquinati

 

Riceviamo e pubblichiamo

Anche in Calabria, come nel resto del meridione, la questione delle bonifiche dei siti inquinati tarda ad arrivare. Si brancola nel buio, si naviga a vista e scoordinate appaiono le iniziative che dovranno conferire certezza e sicurezza d’intervento nei diversi territori interessati alla delicata operazione di risanamento, non solo ambientale.
Nell’attesa che ciò avvenga – dichiara Aurelio Morrone, Commissario regionale dei Verdi ecologisti – nei modi previsti, nelle prossimità dei siti, dove vive e lavorano migliaia di persone, il tasso di malattie e di morte per sospetta esposizione ambientale agli inquinanti è in costante aumento. In questi luoghi, che in Calabria superano il numero di 250, si registra un diverso grado di rischio: alto, medio, basso e marginale, nel mentre le popolazioni aspettano da anni, sia la messa in sicurezza che la bonifica totale.
Molto spesso la bonifica non è avvenuta – prosegue Aurelio Morrone – per mancanza di fondi, ma anche perchè gli intereressi di pochi hanno sopraffatto gli interessi della collettività. Ma non è avvenuta dal momento che gli inquinatori o potenziali (i responsabili), non hanno rispettato la norma, non hanno attuato,cioè, tutte le procedure di messa in sicurezza previste. Questo atteggiamento, irrispettoso, ha fatto si che con il passare del tempo la situazione è andata peggiorando.
Con diversa ampiezza e diverso rischio per l’Ambiente (inquinamento delle falde acquifere dei terreni e dell’aria) e per i cittadini, quasi tutti i comuni calabresi hanno una situazioni di criticità, cioè hanno un sito che deve essere bonificato. Purtroppo, grazie a una norma appena approvata, in contrasto con la legislazione ambientale europea, si rischia di non far pagare agli inquinatori i danni ma ai cittadini stessi. Quindi oltre al danno si registra la beffa. La norma imputata è il decreto legge 145/2013 denominato “Destinazione Italia” che più precisamente all’art. 4)modifica integralmente l’art. 252 – bis del DL. 152/2006.
Infatti, nel comma 2 del vecchio articolo si leggeva: “gli oneri connessi alla messa in sicurezza e alla bonifica…sono a carico del soggetto responsabile della contaminazione…”, nella diversa formulazione dello stesso comma, introdotto dal nuovo decreto, “Destinazione Italia” è stato previsto che : “Interverranno appositi accordi di programma tra gli Enti e i proprietari e i soggetti di aree contaminate”…
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Di conseguenza a questi accordi, al comma 6, il decreto ha previsto che “l’attuazione da parte dei soggetti interessati dagli impegni di messa in sicurezza, bonifica, monitoraggio, controllo e relativa gestione, e di riparazione, individuati dall’accordo di programma esclude per tali soggetti ogni altro obbligo di bonifica e riparazione ambientale e far venir meno l’onere reale per tutti i fatti anticedente all’accordo medesimo.”
In questo modo sarà la parte pubblica, ossia tutti i cittadini – pone con fermezza l’accento Mario Giordano, capogruppo dei Verdi Ecologisti nel Consiglio Provinciale di Cosenza -, ad assumersi i costi della bonifica, mentre all’inquinatore, che sottoscrive l’accordo, non rimarrà alcun obbligo di bonifica e riparazione ambientale. Ma non basta. L’accordo stabilisce, per i sottoscrittori, il recupero del credito d’imposta del 70% ,potendo così realizzare ulteriori impianti inquinanti. Questa norma è in contrasto con il principio previsto nel Diritto Comunitario, che recita: “Chi inquina paga”!
Da ultimo. Chiediamo alla Regione Calabria e a tutti gli Enti di opporsi a questa norma che penalizza, purtroppo, chi è costretto a subire.
Cosenza, 12 Febbraio 2014 Dott. Enzo Pianelli
Responsabile Comunicazione Verdi Ecologisti Calabria
( Contatti: cell. 3284582002 / e-mail:enzopianelli@libero.it )
Ci pregiamo,con l’occasione, segnalare una recente presa di posizione sulla delicata materie delle Bonifiche,assunta dal Co-Portavoce – e leader dei Verdi italiani – Angelo Bonelli –
Intervento di Angelo Bonelli – Presidente nazionale dei Verdi Ecologisti Roma,06.02.2014
“DESTINAZIONE ITALIA”: BONELLI (VERDI), UN CONDONO INQUINATORI CHE DEMOLISCE LEGISLAZIONE AMBIENTALE (NORMA SCANDALOSA CHE METTERA’ l’ITALIA IN INFRAZIONE COMUNITARIA E PREMIA CHI HA PROVOCATO DISASTRI).
“Il condono economico ed il premio per i grandi inquinatori nelle zone da bonificare inserito nel decreto Destinazione Italia non solo è una norma che demolisce la legislazione ambientale italiana ma mette l’Italia in infrazione comunitaria perchè contraddice tutti i principi della normative europee in fatto d’inquinamento”. Lo dichiara il Co-portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, che aggiunge: “L’articolo 4 del decreto non solo azzera il principio chi inquina paga ma e’ totalmente contraria alla direttiva Ue sul Danno Ambientale”.
“Con questa norma si fa un grande regalo agli inquinatori che, in virtù di pseudo accordi di programma, non solo potranno vedere ridotti in modo consistente le cifre da sborsare per la bonifiche delle aree che hanno inquinato ma otterranno anche una premialità per realizzare nuovi impianti, come gassificatori, inceneritori o ampliamenti produttivi – spiega il leader ecologista -.
Si potranno fare accordi di programma finanziati con soldi pubblici con i proprietari dei terreni dei SIN (Siti di interesse nazionale per le bonifiche) che sono i responsabili del danno ambientale e dall’inquinamento,purchè l’inquinamento sia avvenuto prima del 2007″. “Questo significa che la norma interessa tutti i SIN, ovvero le aree da bonificare come Crotone, Priolo, Brindisi, Gela, Taranto, Brescia, Sarroch e tutti i luoghi devastati dall’inquinamento.
L’accordo di programma cancella ogni altro onere di compensazione economica nei confronti della collettività per i fatti avvenuti fino alla stipula dell’accordo – conclude Bonelli -. Ogni comma di questo articolo e’ di una gravità inaudita e prevede che gli accordi di programma per le bonifiche devono essere sostenibili economicamente per l’impresa: lo stesso centro studi della Camera, esaminato il testo, dice che non rispetta il principio ‘chi inquina paga’”.-