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Taurianova, non ce l’ha fatta il bracciante colpito a bastonate nella Contrada Russo

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Non ce l’ha fatta il ragazzo maliano colpito a bastonate da un suo connazionale, si dice con problemi particolari, la scorsa domenica, quel luogo oramai definito un “ghetto”, a Taurianova presso la Contrada Russo.
Le ferite riportare erano gravissime ed i sanitari non hanno potuto fare altro che dichiarare la morte cerebrale, staccando la spina. Una notizia terribile che non fa altro che porre in evidenza lo stato precario che questi abitanti, dei braccianti agricoli vivono in condizioni pietose non degne del terzo millennio. Non c’è solo in gioco la vita delle persone stesse e magari la paura di questi momenti per il rischio contagio Coronavirus (situazione anch’essa esplosiva, chi li controlla?), c’è pure in gioco la dignità dell’uomo. E questi uomini hanno la stessa e miserabile dignità che abbiamo tutti noi.
Molto spesso si leggono gravi discriminazioni, come se quella gente avesse la “lebbra sociale”. Volatire ci ha insegnato che “La tolleranza non ha mai provocato una guerra civile; l’intolleranza ha coperto la terra di massacri”, la profezia delle sue parole a distanza di secoli, resta ancora drammaticamente viva nel cuore arido di chi adopera il concetto di intolleranza e non di accoglienza. Quando poi lo sviluppo e la grandezza di una società civile ed evoluta si basa soprattutto su tali principi. Una oaluzione va trovata per questa povera gente, per la loro vita, la loro sicurezza, il loro essere uomini e con essi la loro dignità, miserabile, come la nostra.

La nota della Flai Cgil

“I fatti di contrada russo in Taurianova non possono che spingere le istituzioni alla totale rimozione del campo in tempi brevissimi e collocare tutti i residenti in delle strutture idonee all’accoglienza garantendo loro, la massima sicurezza. Questo e’ cio’ che sostiene la flai cgil di gioia tauro alla luce di quanto accaduto oggi, proprio nel ghetto di Taurianova con la morte del bracciante maliano ucciso da un suo connazionale. E’ giunto il momento, afferma rocco borgese, segretario flai cgil di gioia tauro di agire con celerita’ e fermezza poiche’ non e’ più tollerabile che le persone vivano in queste condizioni e senza che nessuno intervenga mai seriamente. C’e’ amarezza e sconforto che un ennesimo ragazzo muoia cosi’ tragicamente e da queste parti vivere e morire di ghetto pare sia ormai cosa consolidata. Una morte che sicuramente poteva essere evitata se ci fosse stata la giusta attenzione ai nostri diversi appelli, e non solo, di interventi indirizzati allo sgombero delle baracche e di tutta l’area con conseguenti sistemazioni giuste e dignitose. Si vivono Situazioni complicate da sempre, divenute impossibili in periodi di pandemia, in cui il lavoro scarseggia, la fame accresce e la disperazione aumenta. Tutto ciò deve spingere il governo e la prefettura a soluzioni definitive dando loro la possibilità di vivere in case dignitose specialmente adesso con l’epidemia in corso affinché possano proteggere se stessi e pure gli altri. Ancora, serve l’applicazione di giusti contratti per porre fine allo sfruttamento perpetrato da sempre nei loro confronti e la cancellazione totale del decreto sicurezza che ha reso, come più volte abbiamo ribadito , irregolare chi vantava invece un giusto titolo di soggiorno. Tali nostre richieste, le quali pare si intersecano anche col dibattito nazionale, sono richieste semplici che abbiamo sempre avanzato poiche’ crediamo che se non vengono affrontati prontamente e non si da la giusta e opportuna attenzione finiscono sempre nel peggiore dei modi, e contrada russo purtroppo ne e’ da esempio”.

Nota di Rosi Perrone della Cisl – “Taurianova, la morte di un migrante nel ghetto, ennesimo doloroso segnale di allarme”

Non può lasciare tranquilli l’ennesimo caso di violenza nei ghetti dei migranti, che ha visto la morte di un giovane maliano, deceduto in seguito ad un’aggressione a colpi di spranga nella baraccopoli di Taurianova. Forte condanna verso l’autore di tale violenza, rispetto al quale neanche il clima teso dovuto alla pandemia Coronavirus, può fornire una giustificazione minimamente plausibile per capire le cause di tale follia.
E’ vero però, che la situazione emergenziale delle baraccopoli della provincia di Reggio Calabria, non ha visto finora, nonostante gli sforzi profusi, una risoluzione definitiva. In tal senso sottolineiamo che stiamo partecipando – come Cisl Metropolitana – con altri soggetti istituzionali tra cui sindaci e Regione al tavolo istituzionale promosso dalla Prefettura, per cercare di arrivare ad una soluzione del problema che ha molteplici sfaccettature. La finalità è lo smantellamento totale dei ghetti, sempre più ingestibili e pericolosi. L’obiettivo che ci siamo dati è quello di cercare di reinserire i migranti – appena si scioglieranno i lockdown sui territori – nella filiera dell’agroalimentare, attraverso un percorso di integrazione e di tutela dei diritti, in modo tale da garantire condizioni di vita accettabili e per smorzare queste tensioni che generano violenza e scompensi.
Apprezziamo l’appello della Ministra Bellanova, secondo la quale occorrono braccia per l’agricoltura, e quindi proporremo un piano adeguato, che è importante venga sostenuto dalla Regione Calabria, alle esigenze economiche ,non assistenziali ma lavorative sociali e familiari dei migranti stanziati nella tendopoli ,nei ghetti e nel loro circondario, per far sì che questa forza lavoro venga utilizzata per far ripartire un settore fortemente compromesso dall’emergenza Covid-19.