ECCO IL VIDEO INTEGRALE DEL COMIZIO
di Luigi Mamone
“Rispetto la sentenze dei Giudici Amministrativi ma non la condivido”. Questo uno dei leit motives del comizio di Mimmo Romeo, ultimo sindaco di Taurianova prima del terzo commissariamento e, ancora prima, all’epoca del secondo, quando però commissione d’accesso e Commissari prefettizi giunsero quando Romeo non era più sindaco a seguito di una defezione di parte della sua maggioranza del tempo.
Il comizio, annunciato per le 20, inizia in verità con qualche minuto di ritardo. Romeo, il suo Vice Bellantone, l’ex presidente del Consiglio Crea, e un nutrito gruppo di suoi consiglieri e assessori salgono sul palco. L’ex primo cittadino che il TAR – diversamente da quanto nelle settimane immediatamente precedenti si era verificato per altri comuni egualmente sciolti per il pericolo di infiltrazione mafiosa – non ha reintegrato nelle funzioni inizia in maniera – in verità pacata e non senza – di tanto in tanto – un filo di emozione nella voce a raccontare le sue verità. Quelli – e non pochi – che memori del celeberrimo “Rapporto alla Città “ di Ciccio Macrì nel 1986 si attendevano toni oltre le righe e accuse a destra e a a manca in un tourbillion di impazzite sciabolate, sono rimasti delusi. I toni di Romeo non hanno mai valicato il limite dell’ esposizione e della rielaborazione sia pur amara delle vicende che lo hanno visto protagonista. Gli attacchi vengono rivolti alla classe politica di Governo e a quegli esponenti che – egli ritiene – possano aver avuto un ruolo decisivo nel forzare la mano verso l’accesso e il commissariamento. Al contempo contesta in maniera netta il presupposto di “Mafiosità in pectore “che la sentenza , avverso la quale – dice – i miei legali proporranno ricorso al Consiglio di Stato, estesa non a singoli consiglieri o alla sola perosna del sindaco ma – nei fatti – all’intera cittadinanza. Nessuno – per come sono andati i fatti può riotenersi mondo da questo marchio d’infamia- evidenzia , ma – stigmatizza- Io non sono mafioso, nessuno fr ai miei familiari e i miei consiglieri è mafioso e Taurianova non è una città di mafiosi come le malevole relazioni della commissari dell’accesso avevano descritto. Contesta a chiare note la valutazione operata nei confronti del nonno, anch’egli un Domenico Romeo che fu ucciso – per generale sentire e per risultanze processuali acclarate – per sbaglio avendo accettato , tornando a piedi dalla campagna , un passaggio in auto da colui che era i vero bersaglio dei Killer in quel lontano giorno del 1974 quando – per la cronaca – l’ex sindaco doveva avere non più di 6 o 7 anni. Contesta il metodo utilizzato dalla Commissione d’accesso: Hanno dato audizione a tutti: alla opposizioni e ai funzionari ma non al sindaco e ai consiglieri di maggioranza. Contesta come fatti sulla cui responsabilità sarebbero stati altri i responsabili – vengano addebitati all’organo politico: ovvero al Sindaco. In particolare evidenzia la contestazione di non aver verificato in un cantiere la presenza di un veicolo riconducibile a diversa ditta e – dice – non spettava a me ma al direttore del lavori effettuare questo tipo di verifiche. I Toni di Romeo, senza mai divenire sprezzanti si velano più volte d’ironia quando fa riferimento alle – da lui ritenute – responsabilità dei funzionari. E già ad elencare vicende comunque poco edificanti che la dicono lunga su un contrasto forte 4ed esacerbato fra la classe politica detentrice del poter di indirizzo e i funzionari . detentori di un meno pregnante potere amministrato. Evidenzia le contraddittorietà che tutti quelli che hanno letto la sentenza possono riscontrare e si domanda “ come mai i funzionari o le persone – ivi compresa la mia compagna – sarebbero artefici di possibilità di condizionamento con al mia gestione e invece – oltre ad essere stati collocati nei posti in cui si trovano dalla precedente triade commissariale erano stati pure destinatari di lodi e sperticati elogi. Come è possibile questa contraddizione? La mia compagna – dice è stata messa all’indice per via di un parente detenuto da lungo tempo. Ma – osserva – quel parente era già detenuto quando nel 2001 venne assunta. Allora non era rilavante la parentela. Oggi si. La gente della Piazza, i fedelissimi davanti al palco tutti gli altri sui lati e più lontano dietro la balconata della Piazza alta, concordano e, anzi , evidenziano che l’ex marito della compagna del sindaco fu egli pure Assessore nella giunta di Argiroffi, all’indomani della fine del primo Commissariamento . Giunta che non fu assolutamente tacciato di pericolo di condizionamento nonostante la moglie dell’assessore avesse già da allora sempre lo stesso parente detenuto. La tesi di Mimmo Romeo è chiara. Poteri di varia origine e specie tutti insieme coalizzati per far fuori un sindaco scomodo: quello eletto dal popolo che voleva dimenticare la lunga stagione di Biasi. Ma – il riferimento del sindaco è soft – se la Gioseta e la Fons Nova – realizzate dalla giunta Biasi, erano illegali, prima di contestarmi di aver tardato a presentare denunce perché non si sono domandati per quali ragioni la triade commissariale del 2009 era incorsa nello stesso ritardo? Il finale del comizio vedrà romeo elencare tutte le opere della sua gestione e alle 21.45 si conclude con un “arrivederci:” saluto enigmatico che lascia aperta la porta a ipotesi di vario ordine: non ultima quella che possa decidere di ricandidarsi.