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Taurianova, Caccamo (O.P. Pianagri), “Il caro energia energia sta flagellando il settore agricolo”

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Il caro energia energia sta flagellando il settore agricolo, comparto già provato dalle difficoltà degli ultimi periodi riconducibili a cambianti climatici, cali di produzione e conflitti. Nella fattispecie il “caro bolletta” costa 9 mld all’agricoltura e tale dato, unito all’aumento delle materie prime a causa della guerra in Ucraina, ha provocato un’impennata dei costi di produzione che ha assunto le sembianze di uno tsunami. A mettere in crisi i bilanci delle nostre aziende agricole, oltre che i rincari dell’energia ed i repentini aumenti dei prezzi per l’acquisto di utilità come concimi o gasolio (aumentati del 90 e 120 % ) è l’estrema difficoltà nel reperire personale, causata anch’essa dagli altissimi costi del mercato.
L’intera filiera agricola è al collasso, a stento sopravvive nonostante i colpi inferti dagli aumenti unilaterali dei fornitori di vetro ( aumentato del 30%), del cartone ( aumentato del 45%) e della plastica ( aumento del 70%), a cui va aggiunta anche la tendenza paradossale del mercato che induce i soli produttori del settore agricolo a mantenere gli stessi prezzi sul prodotto nonostante gli aumenti generali dei costi. Nella pratica, difatti, i produttori di qualsivoglia altro settore hanno dovuto, per forza di cose, allinearsi al prezzo del mercato corrente per abbattere i costi, ma ciò non avviene in agricoltura.
Dico questo perché, in tale contesto, il comparto alimentare è a serio rischio, poiché necessita di ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, entrambi propedeutici per i processi di produzione, trasformazione e conservazione dei prodotti. L’impatto devastante dei rincari dell’ultimo periodo si abbatte praticamente dal campo alla tavola e se, fra le tante, includiamo anche il trasporto su gomma (aumentato del 25%), il quadro generale diviene ancora più allarmante. Sono già evidenti, difatti, dei segnali di contrazione dei consumi, soprattutto sui nuclei familiari meno abbienti, a causa dell’elevato costo dei prodotti in commercio. Tutte le associazioni di categoria, i sindacati ed il governo, prendendo atto della drammaticità della situazione, dichiarano che addirittura 1 azienda su 3 lavora in perdita e 1 su 10 dichiara fallimento.
L’appello lanciato all’UE dall’agricoltura italiana, riunitasi nel Coordinamento di Agrinsieme, oltre che descrivere nel dettaglio la situazione, chiede garanzie sull’accesso all’energia limitandone i costi, al fine di garantire la tenuta delle imprese agricole e la sicurezza alimentare. Il percorso, però, appare già in salita, per colpa delle reticenze dei colossi energetici e di alcuni stati membri, nonostante intere famiglie e settori produttivi stiano per dichiarare bancarotta.
In qualità di Presidente dell’Organizzazione di Produttori Pianagri non posso esimermi dal trattare il problema, poiché cosciente e preoccupato dell’evolversi della situazione. Ciò che chiediamo, a tutte le Istituzioni e forze politiche del territorio, siano esse Comuni, Regione, Città metropolitana e partiti politici di maggioranza ed opposizione, è di intervenire, nell’immediato e su ogni livello, per contenere il caro energia ed i costi di produzione, promuovendo azioni atte alla salvaguardia delle aziende agricole che oggi rischiano la chiusura. Chiedo inoltre che vengano istituiti dei tavoli tecnici inclusivi ed operativi, utili anche per incentivare lo sviluppo di alternative energetiche ed approfittare coscienziosamente dei fondi del Pnrr che ammontano a 35 mld per l’agricoltura italiana e che, se gestiti a dovere da chi ci governa, rappresentano l’ultima occasione per invertire questa disastrosa tendenza.

O.P Pianagri
Il Presidente
Leandro Caccamo