Il 26 ottobre u.s.la Corte di Appello di Reggio Calabria, pres. Costabile, ha posto fine al calvario di Sigilli Cristian suggellandone l’innocenza con ampia formula.

Il Sigilli ininterrottamente detenuto dal Luglio 2011 era stato coinvolto nell’indagine “Solare” poi denominata “Crimine 3” con l’accusa di aver favorito l’uscita dal Porto di Gioia Tauro di 23 chilogrammi di cocaina. Il Sigilli, all’epoca lavorava all’interno del porto per la societa MCT. Sin da subito protestatosi innocente il Sigilli si è difeso in primo grado tra mille difficoltà, prima fra tutte quella di recuperare la documentazione necessaria per dimostrare la propria innocenza

Nel primo grado, tuttavia, il Tribunale di Locri, pres. Sicuro, lo aveva condannato alla pena di anni tredici di reclusione. Il calvario è iniziato da un errore nella lettura dei dati, Sigilli Cristian è infatti riuscito a dimostrare che egli non lavorava al porto di Gioia Tauro il giorno in cui venne estratta la sostanza stupefacente dal container. Durante la custodia cautelare il Sigilli fu sospeso dal lavoro.

In attesa delle motivazioni che saranno depositate tra 90 giorni, il Sigilli chiederà di essere riammesso al lavoro, il medesimo che tanto sacrificio ha comportato a lui ed alla sua giovane famiglia. Nella felicità di tutti gli amici che ne hanno festeggiato la libertà, inizia per il giovane Sigilli una nuova vita nella consapevolezza che i tempi della giustizia sono troppe volte ingiusti e faticosi. I familiari del Sigilli e Sigilli stesso, hanno rivolto parole di ringraziamento agli avvocati che lo hanno assistito nel giudizio di primo e secondo grado (Avv. Maria Teresa Caccamo, Antonio Managò e Avv. Marco Gemelli) per aver creduto e fatto valere l’innocenza di Cristian nonostante le avversità dibattimentali.