La Calabria dolente. La Calabria di cui tutti parlano e scrivono considerando e condividendo solo un unico negativo punto di vista. “Il blackout dell’informazione in Calabria”. Di questo e di molto altro, nella suggestiva location dell’Arena dello Stretto, gli organizzatori del contest “Tabularasa | Il mondo”,Giusva Branca e Raffaele Mortelliti, hanno discusso con i giornalisti Filippo Veltri e Arcangelo Badolati.
Perché della Calabria si dicono sempre le medesime cose, occultando spesso il bello? A questa domanda i due ospiti hanno cercato di dare una risposta.
“La narrazione della Calabria – ha spiegato Veltri – non cambia nonostante negli ultimi anni non si possa dire che lo stato delle cose sia rimasto immutato. Questo accade perché nell’immaginario collettivo il quadro che passa, diffuso da noi calabresi, è sempre peggio della realtà”.Per scalfire questa Calabria affossata da anni e anni di malaffare, ha sostenuto il giornalista ancora “dobbiamo essere consci che stiamo scalando una montagna che è il doppio dell’Everest”.
Il dibattito è anche stato un ottimo spunto per parlare dell’ultimo libro di Filippo Veltri, “La Calabria dolente 2.0”, Città del Sole edizione. Il terzo di una serie in cui il giornalista analizza il mondo calabrese. “Non ci sarà un quarto volume – ha chiarito – che, invece, vorrei dedicare alla Calabria Gaudente, quella Calabria che esiste quotidianamente ma che nessuno racconta. Per cambiare questa realtà, basta fare piccoli passi senza scuse, ma ammettendo responsabilità e realtà dei fatti, abolendo la ‘annuncite’ dei politici che ha fatto scappare via i nostri giovani senza speranze”.
Esempio maggiormente rappresentativo a sostegno delle argomentazioni degli ospiti: la gestione del turismo. “Come pensiamo – hanno sottolineato i due giornalisti – di rendere la Calabria meta di turisti se abbiamo i mari completamente diversi da quelli cristallini di una volta? Ammettendo l’inefficienza e rimediando. Perché non si può cercare di coprire per sempre quello che ormai è sotto gli occhi di tutti”.
Ciò che manca ai calabresi, dunque, “è lo spirito critico – ha rimarcato Badolati – verso una terra un tempo bellissima, ma oggi soffocata da un cono d’ombra che le rende faticoso emergere. Basta con la malinconia del passato! Basta col puntare il dito contro la ‘ndrangheta che ormai è solo un alibi. Siamo noi calabresi, quelli rimasti e quelli che andando via hanno saputo distinguersi, a non far nulla per la propria regione natia e, questo insieme ad una classe politica indecorosa, spinge gli altri ad andare alla ricerca del proprio futuro altrove”, ha concluso.
Tabularasa | Il Mondo torna domani, venerdì 8 luglio, ore 21, Arena dello Stretto, con un appuntamento straordinario. Sul palco della rassegna reggina l’ormai ospite fisso Nicola Gratteri, neo procuratore capo di Catanzaro, e le Rivoltelle, una band cosentina tutta al femminile,nota al grande pubblico, che al magistrato ha dedicato la canzone “Io non mi inchino” e che dopo il dibattito si esibirà in un concerto.