Tabagismo: in dieci anni – 2,5% L'Oms ritiene che le malattie legate al consumo di tabacco costituiscano "una delle più grandi minacce per la salute pubblica che il mondo abbia mai affrontato"
Il trattato mondiale antitabacco ha permesso di ridurre in dieci anni, del 2,5% il
tasso di tabagismo, che nei 126 Pesi studiati è passato dal 24,7% nel 2005 al 22,2%
nel 2015. Il costo del tabagismo al mondo è di più di mille miliardi di dollari
annui, fra spese di salute e perdite di produttività. Il trattato obbliga i 180
Paesi che l’hanno ratificato ad attuare una serie di misure, quali: tasse elevate
sul tabacco; spazi pubblici senza fumo; avvertimenti dissuasivi sui pacchetti di
sigarette; divieto completo per la pubblicità per il fumo, e sostegno ai servizi
che aiutano i fumatori a smettere. L’Oms ritiene che le malattie legate al consumo
di tabacco costituiscano “una delle più grandi minacce per la salute pubblica che
il mondo abbia mai affrontato”. Infatti – afferma – circa una persona muore a causa
di una malattia legata al tabagismo ogni sei secondi, pari a 6 milioni di persone
all’anno circa. Se non saranno adottate misure forti per controllare l’epidemia,
tale dato potrebbe superare gli 8 milioni l’anno entro il 2030. In confronto, più
morti di HIV/AIDS malaria e tubercolosi messi insieme! Per esempio, quanti consumatori
sanno che il fumo è una delle cause principali di cecità, calvizie e tumore della
vescica, per non parlare di gravidanza ectopica, cataratta, frattura dell’anca, menopausa
precoce, aborto spontaneo e disfunzioni erettili. Per Giovanni D’Agata, presidente
dello “Sportello dei Diritti” alla luce di questi impressionanti dati non
bisogna demordere con tutti i mezzi consentiti nella lotta contro questo problema
che è causa di costi sociali impressionanti, adottando rigorose strategie di carattere
transnazionale come questa sollecitata dall’Organizzazione Mondiale Della Sanità.