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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 07 MAGGIO 2024

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Strage ciclisti: la Cassazione conferma 8 anni al marocchino

Strage ciclisti: la Cassazione conferma 8 anni al marocchino

Chafik El Ketani travolse e uccise otto persone a Lamezia Terme nel 2010

Strage ciclisti: la Cassazione conferma 8 anni al marocchino

Chafik El Ketani travolse e uccise otto persone a Lamezia Terme nel 2010

 

 

ROMA – Confermata, dalla Quarta sezione penale della Cassazione, la condanna a otto anni di reclusione a carico di Chafik El Ketani, il marocchino ventiquattrenne che a Lamezia Terme il cinque dicembre 2010 a bordo di una Mercedes mentre guidava a forte velocità, e dopo aver fumato cannabis, travolse e uccise sul colpo sette ciclisti, mentre un’ottava vittima morì in ospedale alcuni mesi dopo. Con questo verdetto, la Suprema Corte – sentenza 43180 relativa all’udienza svoltasi il cinque luglio – ha reso definitiva la pronuncia emessa il 15 ottobre del 2012 dalla Corte di Appello di Catanzaro. Anche in primo grado, il 28 ottobre 2011, il gup di Lamezia aveva inflitto otto anni, la pena massima comminabile all’imputato per omicidio colposo plurimo aggravato in base al rito abbreviato. L’incidente avvenne verso le otto di sera sul lungomare di Lamezia quando il giovane guidatore percorrendo ad alta velocità una curva, sfociò nell’altro lato della carreggiata dove transitava un gruppo di ciclisti amatoriali che venne investito. In sette morirono all’istante: Rosario Perri, Vincenzo Puppin, Pasqualino De Luca, Fortunato Bernardi, Giovanni Cannizzaro, Domenico Palazzo e Franco Strangis. Dopo due mesi, nell’ospedale di Cosenza, morì per le lesioni riportate, anche Domenico Strangis. Rimasero feriti altri due ciclisti, Gennaro Perri e Fabio Davoli. L’imputato appartiene a una famiglia di immigrati perfettamente integrati a Lamezia. La Mercedes era intestata a suo fratello ed era assicurata. Per la gravità della vicenda, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano espresse il suo cordoglio. Per il rigetto del ricorso dell’imputato, si è espresso il sostituto procuratore generale della Cassazione Gabriele Mazzotta il cui parere è stato ascoltato dal collegio presieduto dal Vincenzo Romis.