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TAURIANOVA (RC), VENERDì 19 APRILE 2024

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Stop sconto benzina e aumento autostrade: stangata per gli automobilisti A seguito del venir meno dello sconto sulle accise a oggi in vigore fino al 31 dicembre

Stop sconto benzina e aumento autostrade:  stangata per gli automobilisti A seguito del venir meno dello sconto sulle accise a oggi in vigore fino al 31 dicembre

Una doppia stangata potrebbe interessare gli automobilisti. A strettissimo giro, già a gennaio, un aumento del prezzo dei carburanti, a seguito del venir meno dello sconto sulle accise a oggi in vigore fino al 31 dicembre. In scia, si delinea l’ipotesi di un rincaro dei pedaggi autostradali. Occhi puntati sul decreto ministeriale di San Silvestro che fissa gli aumenti dei pedaggi sulla rete autostradale nazionale a partire dal 1° gennaio 2023. Le società concessionarie per voce dell’Aiscat chiedono un aumento, e mettono in evidenza che in «Italia è dal 2018 che i pedaggi autostradali non subiscono alcun incremento, diversamente da quanto previsto dalla normativa vigente».

I primi rincari potrebbero interessare i prezzi di benzina, gasolio e gpl. Lo sconto sulle accise, garantito a più riprese per venire incontro alle famiglie sempre più alle prese con l’inflazione e il caro energia – lo aveva previsto in marzo, poco dopo l’invasione russa dell’ Ucraina , il Governo Draghi -, potrebbe infatti avere le ore contate. Il disincentivo fiscale è stata prorogato da ultimo dal decreto carburanti (dl 179/2022, che ha a sua volta modificato il dl 176), ma solo fino alla fine del 2022. Ora l’esecutivo Meloni non sembra intenzionato a prorogare ulteriormente lo ”scudo”.

Non solo. Il provvedimento di fine novembre (“Misure urgenti in materia di accise sui carburanti e di sostegno agli enti territoriali e ai territori delle Marche colpiti da eccezionali eventi meteorologici”), se da una parte ha prorogato fino al 31 dicembre 2022 il taglio delle accise sui carburanti, dall’altra ha dimezzato lo sconto.

Si è passati in particolare dal taglio di 25 centesimi che, comprensivo di Iva, equivaleva a uno sconto al distributore di 30,5 centesimi, ad un taglio di 15 centesimi, che con l’Iva si è tradotto a dicembre in 18,3 centesimi in meno. La riduzione degli sconti sulla benzina a dicembre non ha toccato gli autotrasportatori che hanno altri regimi.

Dal 1° dicembre le accise sulla benzina sono pertanto salite da 47,84 a 57,84 centesimi al litro, quelle sul gasolio da 36,74 a 46,74 euro al litro, quelle sul Gpl da 18,26 a 26,67 centesimi al litro. Secondo il Codacons, tutto questo ha determinato un aumento di spesa pari a +6,1 euro a pieno, +146 euro annui ad automobilista in caso di due pieni al mese, +220 euro in caso di 3 pieni al mese.

Ora, sempre secondo l’associazione dei consumatori, se un’ulteriore proroga non dovesse arrivare entro la fine dell’anno e, quindi, se lo sconto da 18,3 centesimi venisse eliminato del tutto dal 1° gennaio del 2023, la maggiore spesa sarebbe di 9,15 euro a pieno. Su base annua +219,6 euro.

Intanto i prezzi dei carburanti diminuiscono ancora, con la benzina che scende ai minimi da un anno e mezzo. Secondo le rilevazioni settimanali del ministero dell’Ambiente, tra il 19 e il 25 dicembre il prezzo medio nazionale della verde è sceso a 1,625 euro al litro, ad un valore che non vedeva da giugno del 2021.

Il diesel è invece arrivato a 1,689 euro, ovvero al livello più basso da poco meno di un anno, precisamente dal 31 gennaio 2022. Fino al 31 dicembre è in vigore lo sconto sulle accise di 18 centesimi al litro stabilito dal governo a fine novembre.

Fin qui i carburanti. Ma l’ombra dei rincari per le tasche degli automobilisti aleggia pericolosamente anche all’ambito dei pedaggi autostradali. «Le richieste di rimodulazione del sistema tariffario da parte delle concessionarie autostradali – ha fatto sapere l’Aiscat, l’associazione delle società concessionarie autostradali in una nota – sono in questo momento alla valutazione dei ministeri competenti che stanno analizzando tutte le componenti di un sistema di pedaggi assai complesso, comprese le valutazioni macroeconomiche sull’impatto degli eventuali aumenti concessi».

L’Aiscat ha messo in evidenza che i Piani economico-finanziari delle diverse concessionarie, sono «attualmente a stadi di approvazione differenti e che eventuali incrementi di pedaggio dipenderanno dalle molteplici componenti di gestione e investimento che caratterizzano ciascuna attività concessoria rispetto alle altre: i piani di ammodernamento e potenziamento messi in campo da varie concessionarie, costituiscono un elemento imprescindibile per la sicurezza e la sostenibilità della rete autostradale che deve essere considerato una priorità, anche tenendo conto del generalizzato aumento dei costi delle materie prime».

In ogni caso l’Aiscat ha spiegato che gli «incrementi tariffari medi proposti dalle concessionarie sono assai inferiori rispetto a quelli già concessi in altri Paesi europei dotati di sistemi concessori e regolatori simili (ne è un esempio la Francia con un +4,7 e la Spagna +4).

Nella manovra che ha ottenuto il via libera definitivo del Senato il Governo è invece corso ai ripari per evitare il caro multe, lo speciale balzello che rivaluta il valore delle sanzioni pecuniare al costo della vita. Tra le soluzioni è stata inserita la sterilizzazione per questo particolarissimo (e odiato) rincaro.

Allo stesso tempo, mentre è stato previsto lo slittamento di due mesi, dal 31 gennaio al 31 marzo, dello stralcio automatico delle cartelle fino a mille euro relative al periodo 2000-2015, sono state escluse dalla cancellazione automatica le sanzioni amministrative, comprese le multe. I Comuni possono comunque decidere di non applicare la norma.