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Stitichezza: cure e rimedi

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Il primo passo per la cura della stitichezza è quello di definire la patologia che la determina e quindi curare la malattia o le malattie che la causano.

La stipsi ripeto non è una malattia, è soltanto un sintomo che può essere espressione di diverse malattie.

Non esiste un unico rimedio per combattere la stitichezza e nemmeno terapie potenti da risolvere in pochi giorni un dramma che spesso perdura da anni.

Se all’origine della stitichezza non c’è una patologia specifica, bisogna agire sulla dieta e sullo stile di vita.

Da evitare  categoricamente i rimedi fai da te, o peggio ancora assumere la terapia per la stitichezza di amici o parenti.

Dieta

La dieta per la stitichezza si prefigge l’accelerazione e la normalizzazione del transito intestinale.

L’obiettivo è il raggiungimento di un apporto di fibra alimentare di circa 30 g/die  attraverso una dieta  mediterranea.

Le fibre insolubili contenute negli alimenti di origine vegetale assorbono rilevanti quantità acqua aumentando il volume delle feci, che si fanno abbondanti, poltacee e più morbide.

L’aumento della massa fecale accelera la velocità di transito intestinale diminuendo l’assorbimento di nutrienti e facilitando l’evacuazione.

ALIMENTI ASTRINGENTI (da moderare): limoni, riso, nespole, banane, mele, mirtilli, the, nespole.

ALIMENTI UTILI in caso di stitichezza: brodo di carne; avena o cereali integrali a colazione, carciofo, crusca (senza esagerare), polline, semi di lino, prugne secche, kiwi, carota; bere un bicchiere di acqua tiepida appena alzati può stimolare l’attività intestinale.

Fibra negli Alimenti

ALIMENTI a maggior contenuto di fibra FIBRA TOT.
Integratori di fibre Crusca pura 44%
Legumi freschi/secchi Fagioli, lenticchie, piselli 10-25%
Frutta secca Fichi secchi, uvetta, prugne secche 10-15%
Pane e pasta integrali 10%
Semi oleosi Mandorle, noci, nocciole, arachidi 6-14%
Frutta fresca Ciliegie, mele, pere, pesche, arance 1,5-2%
Verdura fresca/cotta Carote, spinaci, sedano, pomodori, peperoni, finocchi 1-3%
Farine bianche 1,5-2%
Altro Olio, zucchero bianco, carni, bibite Quasi 0%

In caso di dieta povera di alimenti vegetali aumentare gradualmente la quantità totale di fibre fino a raggiungere i valori consigliati nell’arco di due o tre settimane.

Le fibre dovrebbero provenire soprattutto da fonti alimentari e non da integratori specifici come la crusca; in ogni caso è bene non esagerare con le quantità dato che un eccesso di fibra potrebbe avere effetti contrari a quanto sperato. Un eccesso cronico potrebbe inoltre causare carenze di minerali molto importanti come il calcio ed il ferro.

Consumare i pasti senza fretta in un atmosfera rilassante; da evitare il panino consumato di fretta di fronte al bancone di un bar.

Portare con sé una bottiglietta di acqua, sia al lavoro che in palestra.

Consumare una colazione abbondante e bilanciata aiuta a combattere la stitichezza.

In caso di stitichezza è inoltre importante attendere senza spingere la spontanea evacuazione delle feci.

Una spinta eccessiva durante la defecazione, oltre ad ostacolare l’evacuazione stessa (per chiusura riflessa del canale anale), favorisce la comparsa di problemi come emorroidi e prolasso.

In ogni caso è importante che la defecazione sia un atto spontaneo, realizzato con la minima spinta necessaria.

Se soffrite di stitichezza ed avvertite lo stimolo a defecare recatevi in bagno, senza fretta, assumete se possibile una delle posizioni sopradescritte ed attendete che le feci vengano espulse spontaneamente, espirando lentamente. Una volta iniziata la defecazione contraete (senza esagerare) i muscoli addominali e diaframmatici in modo da favorire lo svuotamento del retto.

L’uso dei lassativi nella cura della stitichezza è giustificato soltanto quando lo sforzo può esacerbare condizioni patologiche quali angina, emorroidi o per le stitichezze farmaco-indotte. L’uso di tali agenti terapeutici si rende inoltre indispensabile per avviare il paziente ad indagini radiologiche o interventi chirurgici.

In caso di stitichezza bisognerebbe comunque evitare l’uso cronico di lassativi (max 10 giorni).

L’abuso di questi prodotti può provocare crampi e coliche addominali, assuefazione, atonia del colon, squilibri elettrolitici (ipokaliemia) e perturbare l’assorbimento delle vitamine e dei minerali nell’intestino.

I lassativi tendono infatti ad impedire il riassorbimento intestinale dell’acqua provocando disidratazione e, nei casi più gravi, accidenti vascolari.

Anche in presenza di stitichezza cronica la regola principale è dunque quella di assumere lassativi solo sotto controllo medico.

Per esempio il lattulosio, un lassativo di largo utilizzo, nelle persone con sovracresita di batteri nell’intestino tenue produce indrogeno e un meteorismo importante aggravando la situazione.

I lassativi non sono inoltre privi di interazioni farmacologiche: questi prodotti riducono infatti  l’assorbimento, quindi la biodisponibilità di altri farmaci somministrati contemporaneamente.

In particolare i lassativi non vanno assunti insieme a diuretici, glicosidi cardioattivi e corticosteroidi dato che potrebbero esacerbarne gli effetti avversi (ipokaliemia, disidratazione, acidosi metabolica)

I lassativi non devono inoltre essere usati in caso di malattie a carattere infiammatorio del tratto gastro-intestinale quali morbo di Crohn, colite ulcerosa, perforazioni gastrointestinali, né durante la gravidanza o l’allattamento

Classificazione dei lassativi ed effetti collaterali di un loro abuso:

Formanti massa (crusca, metilcellulosa, ispaghula, agar, gomma sterculia) e lattulosio.

Effetti collaterali modesti come formazione di gas, sensazione di gonfiore addominale, osteoporosi, anemia;

Da evitare in caso di intolleranza al glutine.

Osmotici: sali di sodio e/o magnesio, disaccaridi non assorbibili (polialcoli),  soluzioni con polietilenglicole: assorbono acqua rendendo le feci più morbide ma possono causare disidratazione, crampi e coliche addominali.

Lassativi di contatto o stimolanti: impediscono il naturale riassorbimento dell’acqua e degli elettroliti da parte della mucosa intestinale provocando disidratazione, irritazione e squilibri elettrolitici (olio di ricino, derivati antrachinonici, derivati  difenilmetanici).

Emollienti: glicerina, oli minerali (olio di vaselina, olio di arachidi, docusato  sodico): scarsi effetti collaterali sono utili soprattutto in caso di defecazione dolorosa dovuta alla presenza di ragadi e/o emorroidi.