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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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Sprofonda il Pil della Calabria ma sale il reddito pro capite I dati sono stati diffusi dall'osservatorio della Findomestic che ha analizzato la situazione della regione dal punto di vista della capacità produttiva ma anche del reddito delle famiglie. Ripresa nel 2016

Sprofonda il Pil della Calabria ma sale il reddito pro capite I dati sono stati diffusi dall'osservatorio della Findomestic che ha analizzato la situazione della regione dal punto di vista della capacità produttiva ma anche del reddito delle famiglie. Ripresa nel 2016
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CATANZARO – La Calabria ha sperimentato nel 2014 una contrazione del Pil fra le più ampie tra le regioni italiane e difficilmente l’attività economica tornerà a crescere prima del 2016. Ciononostante nel 2014 il reddito disponibile per abitante si è riportato in positivo: si tratta, tuttavia, di un incremento debole (0,2%), tra i più modesti sul panorama delle regioni italiane e inferiore anche all’andamento del Mezzogiorno (0,4%). I dati sono stati diffusi dall’osservatoriod ei consumi della Findomestic. A livello provinciale l’indicatore – si legge – ha mostrato la dinamica relativamente migliore a Reggio Calabria (0,3%), quella peggiore a Vibo Valentia (0,1%) e Crotone (0%), mentre Cosenza e Catanzaro si sono allineate alla media regionale.

Nel 2014 il reddito disponibile di un calabrese si è attestato in media sui 13.095 euro, un valore superiore solo a quello registrato in Sicilia e in Campania e inferiore del 27% rispetto alla media nazionale. L’indicatore – si fa rilevare – è superiore ai 13.214 euro del Mezzogiorno solo a Cosenza (13.640) e Catanzaro (13.830), mentre si è attestato sui 12.828 euro a Reggio Calabria. A Vibo Valentia (11.782) e Crotone (11.405), inoltre, si è registrato un reddito per abitante tra i più bassi d’Italia (rispettivamente 98mo e 100mo posto nella graduatoria delle 103 province italiane). Prospettive di ripresa ancora molto incerte e debole dinamica del reddito pesano sulle scelte di consumo delle famiglie calabresi: la regione è l’unica sul panorama nazionale a mostrare anche per il 2014 una flessione (-0,9%) della spesa complessiva destinata ai beni durevoli.

Ad aumentare, infatti, sono solo le auto (3,6% il segmento del nuovo; 1,3% quello dell’usato), acquisto forse in molti casi non più rinviabile se si tiene conto che il parco veicolare è tra i più vecchi d’Italia. Gli altri comparti di spesa sono stati contraddistinti da un ridimensionamento, più ampio per l’elettronica di consumo (-11,2%), per i motoveicoli (-7,8%) e per l’information technology (-6,9%), mentre relativamente più contenute sono state le riduzioni di spesa che hanno coinvolto elettrodomestici (-2,3%) e mobili (-1,7%).

Tra le province solo Reggio Calabria – evidenzia lo studio – ha visto aumentare la spesa complessiva per i durevoli (0,2%), grazie all’aumento delle auto nuove (8,6%) e di quelle usate (2%) che hanno più che compensato i cali di spesa registrati negli altri comparti. A Crotone l’indicatore si è ridotto dello 0,2%, mentre diminuzioni di spesa più ampie hanno interessato Vibo Valentia (-1%), Cosenza (-1,4%) e Catanzaro (-2%).

Date tali dinamiche, evidenzia lo studio, non sorprende che la spesa media familiare per i durevoli nel 2014 si sia mantenuta su un livello basso (1.408 euro), superiore solo a quello registrato in Campania e in Sicilia. Solo a Vibo Valentia si è registrata una spesa per famiglia superiore alla media del Mezzogiorno (1.459 contro 1.448 euro): l’indicatore ha presentato valori più elevati della media regionale a Cosenza e Catanzaro (1.430 e 1.426 euro, rispettivamente), mentre si è attestato sui 1.400 euro a Reggio Calabria e sui 1.252 euro a Crotone, quest’ultima caratterizzata da un livello di spesa familiare superiore solo a Nuoro, Enna ed Agrigento.