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TAURIANOVA (RC), SABATO 27 LUGLIO 2024

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Speziali, “Il silenzio degli innocenti” Vi sono due casi di specie in Calabria, i quali fanno scuola (purtroppo!), cioè Mimmo Tallini e Gianluca Callipo. Tallini lo conosco da una vita e sin dall'inizio ho messo mani e piedi sul fuoco, nel sostenere l'apocrificita` circa le fallaci accuse a lui avverse

Speziali, “Il silenzio degli innocenti” Vi sono due casi di specie in Calabria, i quali fanno scuola (purtroppo!), cioè Mimmo Tallini e Gianluca Callipo. Tallini lo conosco da una vita e sin dall'inizio ho messo mani e piedi sul fuoco, nel sostenere l'apocrificita` circa le fallaci accuse a lui avverse

Riceviamo e pubblichiamo

Io non riesco a starmene ‘zitto e a cuccia’: amo la libertà, così come la vera giustizia e l’autentica legalità, quindi i soprusi di un certo ‘magistratume’, lo respingo al mittente, ben sapendo, che vorrebbero farmi tacere, eppure se lo facessero, sarebbe una manifesta e conclamata forma di palese ingiustizia, soverchiante ed aggressiva, falsa e mendace, a cui nessuno crederebbe e verso la quale indirezzerei le mie notorie capacità ‘jettatorie’ (ci si facessero benei calcoli). Amo pure -difendendola- la dignità umana, sia mia che delle persone perbene e di alcuni parlerò a breve.
Vi sono due casi di specie in Calabria, i quali fanno scuola (purtroppo!), cioè Mimmo Tallini e Gianluca Callipo.
Tallini lo conosco da una vita e sin dall’inizio ho messo mani e piedi sul fuoco, nel sostenere l’apocrificita` circa le fallaci accuse a lui avverse: quanta canagliesca sofferenza (per altrui comportamenti) ha dovuto patire lui con la sua composta, dignitosa e onesta famiglia!
Poi, vi è financo il ‘dramma’ di Gianluca Callipo, di cui ho ricordato più volte nei giorni scorsi il ‘triste excursus’, senza che i soloni dell’accusa, avessero compiuto una umana resipiscenza pubblica, poiché l’arroganza di chi sbaglia, non contempla l’umiltà delle scuse.
Bene, anzi male, malissimo, poiché ciò raffigura e configura una triste Italia decadente, illiberale ed antidemocratica, laddove il Paese (non in riferimento alla futura ex Presidente Regionale di Italia Viva), culla del Diritto, si accosta di più all’Iran dei fanatici Ayatollah, in quanto certuni nostri P.M. -persino al netto della toga nera che indossano per (presunto?) ‘dovere d’ufficio’- sono identici (nei ragionamenti inquisitori) ai chierici di Teheran, i quali si abbigliano con tuniche simili.
È questo, il dolore dei martiri, degli innocentemente inquisiti, dei ‘condannati ex ante’, benché poi, alla fine prosciolti in giusto e definitivo processo, che però non rende giustizia vera, né, tantomeno giusta.
Ma, non si può neanche omettere le sofferenze patite -anche esse non vere- da e di chi non si trova più con noi, tipo Franco Fiorita, Lillo Manti, Franco Quattrone, Piero Battaglia, per non parlare di Giulio Andreotti o Enzo Tortora: morti oggi, ma, prima del tempo ‘uccisi in vita’, sulla base di teoremi scriteriati, accuse cervelloticamente e sensazionalisticamente fantasmagoriche, oppure frutto di errori, orrori, omissioni e ‘leggerezze’.
Ed infine, io, con moglie e figli, che ci battiamo spasmodicamente da ben lunghi dieci anni, alfine di vedere compiuta giammai ‘vendetta giuridica’, bensì ristabilimento di ottemperanza ed osservanza della legge, laddove soprusi -giudicati tali dalla competente magistratura libanese (sulla scorta del Trattato Bilaterale)- hanno infelicitato (indebitamente ed impropriamente!), non me -il quale sono poca cosa- ma proprio loro e con loro i miei genitori, mio fratello, mia sorella e i miei amici tutti.
Insomma, disgraziatamente è tutto vero, per ciascuno o chiunque, nel mentre ho ben descritto con verità inesorabilmente triste, il silenzio degli innocenti.

Vincenzo Speziali