Cade o non cade? Potrebbe essere il ritornello o il tormentone di questa estate, riferito alla stabilità del Governo presieduto da Mario Draghi. In effetti, le fibrillazioni, come suol dirsi, in seno alla maggioranza sono sempre più forti e destinate a scompensarsi sempre di più. Tuttavia, la crisi di governo, non dovrebbe verificarsi, prima della fatidica data del 1 settembre, quella che permette ai deputati di maturare la propria posizione pensionistica. Certo, la crisi potrebbe sempre attuarsi al di là delle intenzioni: cioè il gioco dell’alzare sempre più la posta da parte dei raggruppamenti politici potrebbe facilmente sfuggire loro di mano. Ma alla fine, quel che conta è ,non ciò che si predica ,ma quello che si vota in aula, fiducia compresa. Ma chiediamoci: su quali temi e per quali motivi Draghi potrebbe essere defenestrato prima della scadenza naturale della legislatura?
1. Prima di tutto c’è il problema del futuro politico di Antonio Conte e di molti grillini, la cui esperienza nei palazzi dl potere potrebbe presto concludersi se il precipizio della discesa libera dei loro consensi e voti non viene arrestato, un fattore micidiale vista la diminuzione, nella prossima legislatura, del numero dei parlamentari. Andare alle urne subito, per Conte potrebbe significare come Movimento, sia garantirsi un’identità, che è quella vecchia di partito anti establishment, sia arrestare il prima possibile la prevedibile ed ulteriore emorragia di consensi elettorali e poterla così addebitare a chi stava sullo scranno prima di lui.
2. Ovviamente andare alle urne subito, potrebbe non dispiacere nemmeno ad Enrico Letta se avvenisse per causa altrui e gli consentirebbe di non fargli perdere l’aureola di filo-draghista e convinto europeista. Dobbiamo quindi, aspettarci, da questa parte, continue destabilizzazioni verso gli avversari, a cominciare da quelle rivolte alla Lega. L’insistenza su ius soli, legge sull’eutanasia, Ddl Zan, si inseriscono evidentemente in questo orizzonte.
3. La caduta anticipata del governo potrebbe, in teoria, non dispiacere nemmeno allo stesso Draghi, se si verificasse una condizione per il momento lontana: la concreta possibilità di concorrere ad un posto di prestigio internazionale come la poltrona di segretario generale della NATO. A qual pro perdere energie a mediare laboriosamente fra partiti litigiosi e già proiettati in campagna elettorale? Perché ostinarsi a perseguire con gli attuali obiettivi con il rischio di non attuare le misure a cui sono legati i soldi del Pnrr, perdendo così la notevole reputazione conquistata per sé negli anni passati?
4. Il caso di Fratelli d’Italia è un po’ diverso perché il Partito di Giorgia Meloni non fa mistero e non da oggi, di voler andare al voto anticipato: questa eventualità lo farebbe diventare, molto probabilmente, il primo partito d’Italia.
A chi forse le elezioni non convengono proprio, in queste attuali congiunture, è Matteo Salvini, che, con il mordente e la determinazione che lo caratterizzano, cercherà nell’anno che ci separa dalla scadenza naturale della legislatura, di rimontare e sorpassare la Meloni. Impresa difficilissima, ma anche un azzardo che dovrà essere tentato dal leader leghista. Come al solito egli giocherà su due fronti: si distinguerà sempre più da Draghi, per riconquistare pezzi di identità perduta, ma starà attento a non spezzare il cordone ombelicale. Un obiettivo a cui in un’ultima analisi, mira anche il capo dello Stato, con cui c’è una paradossale convergenza di fatto. Proprio perché le elezioni, che comunque metterebbero a rischio i finanziamenti europei, Mattarella, che è il vero arbitro della situazione, le vorrebbe scongiurare, l’ipotesi più probabile è che esse, se ci saranno, provocherebbero numerose fratture. Alla fine al Quirinale, come prevede la Costituzione, c’è un notaio che è però anche un Re democratico e repubblicano. Ci sarà una vigilanza preventiva, “obtorto collo”, verso i partiti e, se proprio non dovesse bastare, anche qualche “soluzione tecnica” estemporanea, ora difficilmente immaginabile.
Maria Concetta Valotta