Serie C : campionati avanti senza la presenza del pubblico La Reggina per cinque partite dovrà fare a meno del supporto dei propri sostenitori
DI ANTONIO SPINA
Il calcio ai tempi del coronavirus. Prendendo atto del DPCM del 4 Marzo 2020 che determina la chiusura delle scuole e delle università fino al 15 Marzo, la Lega Pro impone che sino al 3 Aprile 2020 tutte le manifestazioni sportive potranno essere disputate a porte chiuse tenendo conto di una serie di attività di controllo poste in atto dal personale medico su atleti, tecnici, dirigenti e accompagnatori che vi accompagnano. Pertanto, in virtù di tale decisione la Reggina si troverà costretta a disputare senza la presenza del pubblico sugli spalti ben cinque gare e nello specifico : 11^ giornata Picerno – Reggina
12^ giornata Reggina – Avellino
13^ giornata Reggina – Potenza
14^giornata Casertana – Reggina
15^ giornata Reggina – Rieti
Partiamo dal presupposto che la salute, soprattutto in un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo, deve essere salvaguardata ed in quanto riconosciuta come bene comune è doveroso darne assoluta priorità. Ma qualche considerazione è naturale che si faccia, poiché il campionato degli amaranto sta vivendo il suo momento topico. La maggior parte di questi incontri si giocano al Granillo, dove nel corso della stagione si è registrata una media spettatori consolidata in 9/10.000 spettatori ed anche a Potenza e Caserta sarebbero stati, di sicuro, più i tifosi reggini al seguito che quelli delle squadre locali. Per cui sarebbe stato fondamentale il sostegno del pubblico, quale riconosciuto dodicesimo uomo in campo, per dare una spinta maggiore ai calciatori amaranto. Certo, dire calcio significa pensare ai tifosi, ma in questi frangenti la scelta di giocare a porte chiuse si configura come extrema ratio per garantire sicurezza ad un sistema che va ben oltre il lato prettamente calcistico.
E’ anche vero che non far proprio giocare avrebbe creato non pochi problemi nel momento di stabilire le date dei recuperi con l’incombenza dei play-off, rischiando di far saltare le regolari dinamiche del campionato. A ciò si aggiunge il danno economico derivante dai mancati incassi che per le società, a questi livelli, costituiscono la fonte maggiore di introiti non potendo fare affidamento a quelli derivanti dai diritti televisivi come nelle categorie superiori.
Ma come si è detto LA SALUTE PRIMA DI TUTTO.