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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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Scionti, Taurianova, i taurianovesi ed i “nibelunghi” Finché la barca va, lasciala andare (se non affonda)

Scionti, Taurianova, i taurianovesi ed i “nibelunghi” Finché la barca va, lasciala andare (se non affonda)
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«Scaltritosi nel furto legale e burocratico, a tutto riuscirete fuorché ad offenderlo. Lo chiamate ladro, finge di non sentirvi. Gridate forte che è un ladro, vi prega di mostrargli le prove. E quando gliele mostrate “ah” dice “ma non sono in triplice copia”», ho immaginato che avrebbe scritto così Ennio Flaiano, dopo aver assistito ai “coupe de theatre” della politica taurianovese in salsa bipartisan. La verità non arriverà mai ad un finale, così come ognuno si farà sempre le proprie ragioni (giuste o sbagliate che siano). Però c’è un problema, e non è di poco conto, così per dire, la città si sta disgregando (economicamente e socialmente) pezzo dopo pezzo da oltre dieci anni, e la cittadinanza ha veramente le scatole piene (sic!).

Premesso che, per cambiare Taurianova come cultura e mentalità ci vorrebbe una rifondazione genetica-culturale di uomini, cervelli e mentalità. Ritornando al discorso di prima, le minestre se riscaldate non vanno bene, figuriamoci le cose fritte e rifritte: restano sullo stomaco e lì rimangono (indigeribili). Le polemiche (o presunte tali) taurianovesi di questi giorni tra maggioranza e parte dell’opposizione (“innamorati”), tra “correnti” dell’opposizione e mal di pancia collettivi e tra ex alleati di un tempo che fu, hanno avuto lo stesso sapore di una pietanza priva di sapore e per restare sul tema, senza “amore”. Non fa bene alla città né ai cittadini. I battibecchi pubblici, utili solamente ad alimentare qualche discorso attorno alla villa comunale, o vicino a qualche bar, oppure peggio, dentro un’abitazione privata che magari si decide se far cadere il sindaco o meno con annessa conta dei voti (in consiglio comunale). Schermaglie anacronistiche di una campagna elettorale finita (da quasi dieci mesi), non hanno più ragione di esistere né creano benefici alla collettività. Leggendo le varie “elucubrazioni”, si nota solo rancore e rabbia. Nulla che abbia a che fare con la mission amministrativa che dovrebbe gettare solo le basi per il futuro. Siamo sempre alle solite e così facendo, si riporta la città nel clima (peggiore e ridicolo) di una campagna elettorale (infinita). Fare i moralisti (per chi se lo può permettere e purtroppo, per chi no), è sempre una condizione controproducente ed anche ipocrita (ed ecco perché, nel suo piccolo non sarà mai lo scopo di questa rubrica).

In sintesi, tutto inizia con la polemica di alcune scuole fatiscenti, poi si passa tra (dialoghi comprensibili a pochi) la “Mast(ercard)tro Lindo” (?) e si conclude (almeno per ora), con i “(Dis)Uniti per Taurianova”. E Fabio Scionti? Sì, ha parlato pure lui, ha firmato accordi con le università (senza ritegno), ed ha finanche utilizzato un social (sic!). Quel luogo sempre snobbato, “perché (lui) nella vita pensa ad altro” e non a questo luogo di sfigati. Parla di programmazione, “Lavoriamo, da nove mesi, ogni giorno in ogni settore dalle grandi opere (?)….”, poi pulisce pure i tombini per l’avvento della stagione delle piogge (sic!), come profetizzavano i vecchi stregoni indiani. Pulisce Rioni, insomma pulisce… nei fatti, “ordinaria amministrazione”. E fa pure accordi tecnici. Lui è anche un ingegnere, ma è anche sindaco di Taurianova e fa accordi con il Dipartimento dell’università di Reggio Calabria per “il recupero e la riqualificazione sotto il profilo estetico-funzionale, nonché della sicurezza e accessibilità, dell’area dell’ex circonvallazione – Viale Ricci” (sic!). Scionti, perché? Lei è un tecnico (di Taurianova), pensi che i suoi colleghi (di Taurianova) valgono meno di un dipartimento universitario? È giusto ed è lecito fare accordi con chiunque, la programmazione e gli indirizzi sono del sindaco e se ha deciso questo, va bene. Però deve prendersi le responsabilità e le conseguenze delle sue scelte, così come i mal di pancia dei suoi colleghi concittadini che si vedono, diciamo “penalizzati” e “sottovalutati”. Spero che l’accordo venga ratificato nel prossimo consiglio comunale, così da consentire una maggiore trasparenza al suo atto di accordo, firmato oltre da lei che da due “coniugi” che fanno parte del Dipartimento universitario. Il problema è che si sono investiti 2.000 euro alla firma più altre 8.000 euro, però caro sindaco all’art. 10 del suo accordo c’è la possibilità di revocarlo, beh, io non ci penserei due volte. Vediamo le opposizioni in consiglio cosa diranno e soprattutto se la maggioranza che la sostiene è in sintonia con le sue scelte.

Molti accordi del genere sono anche regolate dal “Codice degli appalti” con gli indirizzi Anac (l’Authority anticorruzione), ed anche con delle linee guida pubblicate di recente (Determinazioni del 14 e del 21 settembre u.s.), che potrà, se vorrà, scaricare sul sito Authority, magari dando un’occhiata oltre a delle sentenze che vanno nelle direzione opposta alle modalità di tali accordi. Il mio si intende è un discorso generale e non “accademico”. Ad onor del vero, e per onestà intellettuale parlando della questione con qualche suo consigliere, si è appurato che tale accordo riguarderà solo lo studio, così come c’è scritto poi nel documento, poi quando si tratterà della progettazione, “gli stessi saranno affidati ai progettisti locali”. Fino a 40.000 euro con una procedura negoziata (senza bando come descritto nelle linee guida Anac), si può fare e va bene così, se la legge lo consente, è giusto farlo favorendo anche i criteri di rotazione dei professionisti (sempre stabiliti dal Codice). Si è saputo inoltre, che lei dovrebbe incontrare alcuni professionisti locali per spiegare le ragioni del suo accordo, com’è giusto che sia d’altronde, e spero saprà essere convincente per sedare alcune polemiche (alcune celate per opportunità o altro. Ed altre pubbliche da social. Deve farsi una ragione per i social, oramai fanno parte della realtà, mi dispiace per lei). Tutto questo ad onor del vero e per onestà intellettuale.

Ritornando a Flaiano, “Questo popolo di santi, di poeti, di navigatori, di nipoti e di cognati…”, ed alla maggioranza: dov’è la ragione? E qual è la verità (sulla stabilità amministrativa in consiglio)? “Ici ca”, ma io non ci credo, che il nostro Sindaco (di Taurianova), forse ha le ore contate. Non ci credo né voglio crederci e mi auguro non accada. Più che altro per il bene della città (solo per la città). Sarà vero che ci sono già otto consiglieri, pronti a sfiduciarlo? Se così fosse, ne mancherebbe uno (così si dice, ma io non ci credo), sol perché uno dell’opposizione (Sposato), non vuole apporre la fatidica firma? Se è vero o no, come sempre sarà il tempo e gli eventi a svelarlo, per ora, l’unica certezza, è la maledizione di questa città che ha sempre le ombre dei commissariamenti dietro le spalle. Incapacità politica dei “direttori d’orchestra”? Non si sa! Certo, il “Lei non può immaginare quanto io non sia irremovibile nelle mie idee” non aiuta, così come le carenze di umiltà e le arroganze, così come le lese maestà non hanno mai portato nulla di buono. Il Maresciallo d’Italia è stato abolito dopo il ventennio con la nascita della Repubblica Italiana. Scionti nei fatti e dati alla mano, è stato beneficiato dai rancori e dalle guerre tra avversari che hanno veicolato quei voti, i quali gli hanno consentito la vittoria finale. Certo, un mandato da sindaco e i consensi sono figli del tempo, così come ci spiegava l’amore Stendhal, “è come la febbre; nasce e si spegne senza che la volontà vi abbia la minima parte”. “AVANTI TUTTA (?)”, con buona pace e salute.