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Rischio salmonella in lotti cumino e coriandolo da India

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Le autorità tedesche sottolineano nientemeno un “rischio emergente per la salute
pubblica” e ritirano in via preventiva dal mercato lotti di “Jeera (Cumin) Powder“
e “Dhania (Coriander) Powder“contaminate da salmonella. Il comunicato diffuso oggi
dall’Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco è molto chiaro e non lascia
spazio a dubbi. In questi prodotti prima del consumo, sono state trovate tracce di
Salmonella. Anche il Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff)
nella settimana n°13 del 2016 (quella inviata dal Ministero della salute italiano)
ha lanciato l’allarme per la presenza di Salmonella in cumino e in coriandolo macinati
dall’India distribuiti in Italia. Proprio il mese scorso è stato rivelato che
fino al 7 per cento di spezie analizzate dai laboratori della Food and Drug Administration
sono state trovate contaminate da salmonella. Secondo lo studio durato tre anni,
pubblicato in riviste di microbiologia alimentare, migliaia di spezie sono contaminate
da questi batteri a volte mortali. Nello studio, finanziato dalla FDA su oltre 20.000
prodotti, il 7 per cento sono stati trovati contaminati da salmonella, due volte
di più del normale per gli alimenti importati. I livelli di contaminazione più
alti riguardano il coriandolo (15%), l’origano e il basilico (12%), ma anche sono
stati trovati in spezie come curry e cumino. Secondo lo studio il pepe nero è risultato
la spezia con la performance peggiore per la tavola con un tasso di contaminazione
costante del 4%. La salmonella è un batterio che nell’uomo può provocare una malattia
denominata salmonellosi. Si tratta dell’agente patogeno più comunemente isolato
in caso di infezioni trasmesse da alimenti, siano esse sporadiche che epidermiche.La
salmonellosi può essere trasmessa direttamente o indirettamente tra animali ed esseri
umani. Tra i sintomi più comuni nell’uomo figurano febbre, diarrea e crampi addominali.
Se il batterio si diffonde nel sangue può causare anche pericoli per la vita. Le
infezioni provocate da salmonella si distinguono in forme tifoidee, che si manifestano
con la febbre, e forme cliniche attraverso la gastroenterite. Proprio queste ultime
sono una diretta conseguenza dell’alimentazione. La salmonella infatti può essere
contratta mangiando prodotti come uova, carne e latte derivati da animali a rischio
contagio. Anche l’ambiente rappresenta un veicolo di trasmissione del batterio a
causa dei rischi dovuti all’utilizzo di acque non potabili. Ogni anno nell’Unione
Europea si registrano oltre 100mila casi di salmonellosi nell’uomo. A causa delle
grandi varietà di salmonelle esistenti non è stato ancora possibile mettere a punto
un vaccino, per questo motivo le norme igieniche assumono una valenza fondamentale
per contrastare il rischio.Le misure di prevenzione rivolte agli addetti ai lavori
degli alimenti suggeriscono di lavarsi le mani prima, durante e dopo la preparazione
del cibo. Consigliano di utilizzare piccoli contenitori per refrigerare l’alimento,
una cottura accurata soprattutto per le uova, le carni di maiale e di pollo. Inoltre,
anche la pulizia della cucina è un elemento indispensabile per evitare la diffusione
del batterio così come la messa in atto di protezione da insetti e roditori. Per
esempio, pochi sanno che l’effetto sterilizzante dal calore di cottura delle carni
si annulla se la stessa lama, utilizzata per tagliare la carne cruda, viene impiegata
per tagliare quella cotta. Altrettanto pericolosa è l’abitudine di rompere le uova
sottovalutando la potenziale carica infettiva del guscio, soprattutto in presenza
di residui di feci delle galline. Infatti, si stima che il 50% delle epidemie da
salmonellosi è dovuta a uova contaminate, mentre la carne bovina e suina e i derivati
del latte possono provocare il 15% e il 5% dei casi. Per tale ragione, Giovanni D’Agata,
presidente dello “Sportello dei Diritti” rilanciando l’allerta riportata
dal portale del governo tedesco su Lebensmittelwarnung.de, invita i consumatori,
soprattutto gli immigrati che utilizzano frequentemente nei loro cibi queste spezie,
a prestare la massima attenzione astenendosi dall’acquisto dei prodotti provenienti
da i lotti interessati dalla contaminazione. L’altra cosa da ribadire è che cumino
e coriandolo non coinvolti si possono mangiare con serenità.