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Rischio chiusura Porto di Gioia Tauro. Gelardi, ” Io il 17 sarò a Gioia a rappresentare con forza i calabresi e il mio Partito”

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Il 17 ottobre di questo mese è stata indetta una mobilitazione in favore del Porto di Gioia Tauro alla quale io sarò orgogliosamente presente sia come Consigliere Regionale e Capogruppo della Lega sia come calabrese ed abitante della Piana. Il mio partito ha già difeso il Porto dalla inopportuna Direttiva comunitaria in sede europea. E di questo vado molto orgoglioso. Come ci dice la saggezza popolare calabrese “il tempo è galantuomo”, e mai come in questo caso è possibile smascherare quanti additavano la Lega come partito poco attento agli interessi del sud. Proprio nel mio partito invece si è compreso come una ripresa a pieno regime dello sviluppo economico del nord del Paese è possibile solo con un sud autonomo, autosufficiente e produttivo. Intendiamoci la questione delle emissioni e di un mondo più sostenibile è di sicuro seria e concreta. E tutti dobbiamo tenerne conto. Ma il costo sociale ed economico di questa indispensabile revisione del nostro attuale “sistema di vita” va equamente distribuito, e non accollato così grossolanamente su un territorio solo, e per altro già gravato da annosi problemi. E proprio oggi che il tema dell’approvvigionamento energetico è così drammatico, con venti di guerra che soffiano alle nostre porte sempre più forti, come si può non pensare anche alle ripercussioni che la cosa avrebbe in questo senso? Come si potrebbe continuare a perorare la causa del rigassificatore con un Porto in disarmo ad esempio? Dovremmo accettare passivamente di chiudere il Porto, condannare la Calabria alla subalternità economica, e poi, magari un domani, essere obbligati dalle dinamiche internazionali a comprare energia nucleare all’estero? Cosa direbbero gli ambientalisti a quel punto? Io credo che oggi la difesa del Porto sia questione imprescindibile e di interesse nazionale. Io il 17 sarò a Gioia a rappresentare con forza i calabresi e il mio Partito.