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Rende, Mario Rausa si dimette da assessore dopo la vicenda del “Parco Acquatico”

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Mario Rausa non è più assessore della Giunta di Marcello Manna, lo ha annunciato lo stesso durante la riunione di Giunta, L’assessore allo sport voluto dal sindaco Marcello Manna nel suo secondo mandato, è stato al centro dell’opinionen pubblica calabrese per le vicende del figlio, il quale aveva pubblicato nella sua pagina social le immagini dei festeggiamenti del suo compleanno all’interno del Parco Acquatico di Rende. Lo stesso Mario Rausa aveva anche la delega al Parco. Nei prossimi giorni motiverà anche il perchè di questa scelta delle dimissioni.
Resta ancora l’interrogativo su come sia riuscito il figlio ad utilizzare gli spazi del Parco Acquatico ad uso pubblico per una festa privata, chiusa per l’emergenza Covid.
Sulla questione “Parco Acquatico”, è stata anche scritta una brutta pagina, ovvero le minacce che la gornalista Rai Erika Crispo aveva subito da parte del direttore del Parco, Antonio Vivacqua, tra queste, “Tu sei una testa di cazzo Erika”. E ancora: “Ti distruggo. Sei una bastarda. Ti vengo a distruggere casa” ed altro ancora. Ovviamente la solidarietà alla giornalista è stata piena per gli insulti pesanti, sia come professionista che come donna. Assolutament esecrabili.
Da sottolineare anche che il direttore del Parco Acquatico Antonio Vivacqua ha inviato nei giorni scorsi, una lettera di scuse alla giornalista, scrivendo anche che qualora non bastasse la lettera, era disposto a recarsi presso gli studi Rai e chiedere scusa ufficialmente.
A prescindere da tutto, resta l’amaro in bocca per come siano andate le cose, anche in virtù del fatto per una bravata fatta da un ragazzo figlio della sua età, per darsi un tono, azione assolutamente condannabile. C’è da sottolineare anche il fatto che si arrivi a minacciare chi svolge il proprio lavoro portando alla luce dei fatti. Erika Crispo ha fatto semplicemente il suo lavoro. Per ora una pezza è stata messa, l’assessore Mario Rausa si è dimesso, prendendosi anche le responsabilità per la bravata del figlio.
(GiLar)