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“Rende è ostaggio del sindaco Manna e del Pd”

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Rende – Dopo tre anni, la terza giunta in attesa della quarta di settembre, il secondo esecutivo Manna conferma l’inciucio perpetrato col Pd, che pure ha pesantemente perso le elezioni nel 2014. Escono dalla porta per rientrare dalla finestra. Non solo Verre, Cuzzocrea e F. De Rango, ma anche la schiera dei perdenti che salgono sul carro dei vincitori. Il caso Vivona alla Rende Servizi è un chiaro esempio del passo del gambero che il sindaco sta facendo fare alla città.

Altro che rinnovamento, nuove idee e taglio con le amministrazioni di centro sinistra. Manna, in piena continuità amministrativa con il passato, continua nel solco di quella tradizione riformista che ha distrutto la città, svendendola ai poteri forti, alle lobby e alla corporazioni. Il più grande demerito del primo cittadino, non riguarda solo e solamente lo scadimento di tutti i valori politici di cui si riempie la bocca, la coerenza in primis, ma si concretizza nell’aver rimesso in auge quei dinosauri assopiti di cui non si sentiva proprio la mancanza.

Come Movimento 5 Stelle crediamo che la città sia ostaggio dei partiti che non intendono andare alle elezioni, nessuno escluso. E tutte le formazioni, Ap, Fi, PD, hanno precise responsabilità in merito. Giocano la partita dell’ammuchiata variabile sulle spalle dei cittadini. Mille volte meglio una fase commissariale per concedere agli elettori la decisione suprema di chi deve governare. Certo è che il PD non si smentisce neanche in questo caso: è l’unico partito che poteva prendersi in carico un sindaco del genere, tradendo il voto delle amministrative del 2014. Una cambiale scaduta che gli costerà cara.

Domenico Miceli
Capogruppo MoVimento 5 Stelle al Comune di Rende