Regno Unito, scatta l’allarme lebbra: colpa degli scoiattoli infetti
Nov 12, 2016 - Giovanni D'agata
Lo scoiattolo europeo, uno degli animali simbolo della Gran Bretagna è minacciato
dalla lebbra. La notizia è stata confermata dai ricercatori dell’ ETH di Losanna
(EPFL) in Svizzera che l’hanno scoperta insieme ai colleghi scozzesi dell’Università
di Edimburgo. Non ci sarebbero comunque pericoli di contagio per le persone. La scoperta
è stata pubblicata giovedì sulla rivista Science. I ricercatori stavano indagando
sull’origine di misteriose lesioni apparse sui musi, sulle orecchie, sulle palpebre
e sulle zampe di alcuni scoiattoli inglesi. Con questo obiettivo hanno sequenziato
il DNA e prelevato campioni di sangue di 100 scoiattoli morti tra Inghilterra, Irlanda
e Scozia. Con questo obiettivo hanno sequenziato il DNA e prelevato campioni di sangue
di 100 scoiattoli morti tra Inghilterra, Irlanda e Scozia. Hanno così scoperto che
tutti e 25 gli esemplari provenienti dall’Isola di Brownsea, nel Dorset inglese,
erano portatori del batterio Mycobacterium leprae, lo stesso antico patogeno all’origine
della lebbra umana nell’Europa del Medioevo. Lo studio conferma inoltre che le riserve
del patogeno, che colpisce ogni anno 220.000 persone, specie nei Paesi in via di
sviluppo, potrebbero essere più comuni di quanto si pensasse. La lebbra o malattia
di Hansen è una malattia infettiva e cronica, causata dal batterio Mycobacterium
leprae, che colpisce la pelle e i nervi periferici in vari modi e gradi, anche molto
invalidanti. Un tempo considerata una maledizione di Dio e incurabile, in era moderna
si è rivelata molto meno temibile e meglio curabile di quanto ritenuto in passato.
Le dizioni “morbo di Hansen” o “Hanseniasi” vengono oggi privilegiate per evitare
lo stigma che la parola “lebbra” ancora reca con sé nell’opinione comune. L’esatto
meccanismo di trasmissione del BH non è ancora del tutto chiaro. Il bacillo è stato
trovato in molte varietà di insetti ma non è mai stata dimostrata la trasmissione
vettoriale. Si è ipotizzata una trasmissione per contatto cutaneo e per iniezione
con aghi contaminati. Il bacillo viene certamente trasmesso attraverso un contatto
stretto e prolungato con pazienti bacilliferi non trattati, che eliminano bacilli
dalle mucose delle vie respiratorie superiori. Già dopo la prima dose di rifampicina
la carica infettante viene ridotta del 99,99%, sicché i pazienti trattati non sono
contagiosi. Benché si possano trovare BH nel latte materno e nella placenta, la
lebbra colpisce raramente i bimbi piccoli. La specie di armadillo Dasypus novemcinctus
può essere infettata dal BH ed è stato ipotizzato che ne possa rappresentare un
serbatoio naturale. In laboratorio si è ottenuta l’infezione con BH di criceti,
topi e anche scimmie, con manifestazioni cliniche molto simili a quelle umane. Il
periodo di incubazione dura in media 5 anni, ma varia da pochi mesi fino a 10 anni.
Per circa 100 anni, la lebbra grazie ad una migliore igiene e agli antibiotici più
efficaci è scomparsa dall’Europa almeno negli esseri umani. La scoperta è per certi
versi singolare, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, poichè l’ultimo caso di peste contratta in Gran Bretagna risale al 1798.
Questi roditori hanno ospitato i batteri, senza trasmetterli all’uomo dal Medioevo,
quando i contatti con l’uomo erano più frequenti, e di questi animali si apprezzava
la carne. Per lo stesso motivo la scoperta non desta preoccupazione per l’uomo anche
se possiamo contrarre la lebbra dagli animali.