Ecco il testo integrale della mozione
Regione: ok bipartisan sulla mozione del Comitato No Lombroso
Ecco il testo integrale della mozione
Il Consiglio regionale della Calabria, a conclusione della seduta odierna, ha approvato, tra l’altro, una mozione con cui “impegna il Presidente e la Giunta regionale a promuovere ogni iniziativa che rientri nelle loro competenze, anche accogliendo e sostenendo moralmente il Comitato No Lombroso, affinché si giunga alla restituzione delle spoglie trattenute nel Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso di Torino ai discendenti o Amministrazioni comunali di origine che ne avessero fatto richiesta, ovvero, per i resti incogniti, che nessuno può reclamare, accogliere la disponibilità manifestata da don Antonio Loffredo, parroco del Rione Sanità di Napoli, affinché tali resti vengano inumati nel Cimitero delle Fontanelle di Napoli, altresì luogo di asilo dei perduti per eccellenza”.
La mozione, in particolare, sottolinea che “la Giunta Comunale di Motta Santa Lucia (Cz) ha adottato da tempo un deliberato con cui si dà mandato al sindaco, avv. Amedeo Colacino, di fare quanto nelle sue prerogative istituzionali per ottenere la restituzione delle spoglie del brigante Giuseppe Villella (nel cranio del quale Cesare Lombroso asseriva di avere individuato la famigerata fossetta occipitale mediana), tuttora “ignobilmente esposte nel Museo Cesare Lombroso di Torino”. Inoltre, si segnala che “per la restituzione delle spoglie dello stesso Giuseppe Villella si è attivato Sua Eccellenza Antonio Reppucci, Prefetto di Catanzaro, che ha posto la questione all’attenzione del Ministero dell’Interno”. La mozione, pienamente condivisa dal presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico (che l’ha siglata) e dall’assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri, che ha definito l’iniziativa “non nostalgica, né conservatrice” ed il caso Villella “l’archetipo della presunta minorità del Mezzogiorno” è stata siglata dai consiglieri regionali Giuseppe Giordano (Gruppo IDV); Alfonso Dattolo (capogruppo UDC); Emilio De Masi (capogruppo IDV); Gianpaolo Chiappetta (capogruppo PDL) Francesco Talarico (Presidente Consiglio regionale); Domenico Talarico (Gruppo IDV); Sandro Principe (capogruppo PD); Giulio Serra ( capogruppo Insieme per la Calabria – Scopelliti presidente); Giuseppe Bova (capogruppo Misto); Giovanni Bilardi (capogruppo Scopelliti presidente)
Si trasmette nella sua stesura integrale il testo della mozione
IL CONSIGLIO REGIONALE DI CALABRIA
premesso che
in data 27 novembre 2009, in via Pietro Giuria, n.15, presso il polo museale facente capo alla Università degli Studi di Torino, è avvenuta la riapertura del Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso”;
il Museo trae origine dalla collezione privata che Cesare Lombroso allestì procedendo, per anni, a scorticare cadaveri, mozzare e sezionare teste, effettuare i più orripilanti interventi su individui ritenuti criminali, malati di mente, omosessuali e prostitute unicamente per le misure di parti del cranio e del corpo;
il Museo contiene una raccolta di ben 904 crani, oltre a scheletri, cervelli e macabri oggetti tra cui maschere in cera, calchi in gesso, foto di volti di individui, anche di fanciulli, con precise etichette di condotte sociali devianti, riportanti scrupolosamente anche il luogo di nascita del soggetto esposto;
tenuto conto che
l’attività e la produzione bibliografica di Cesare Lombroso (all’anagrafe Marco Ezechia Lombroso – Verona 6 novembre 1835-Torino 19 ottobre 1909) è interamente permeata dall’idea di razzismo scientifico, di cui il medico veronese è stato capostipite, con teorie che accostano le caratteristiche fisiche degli individui ai difetti mentali e ai comportamenti criminali e che hanno costituito la piattaforma ideologica del razzismo di matrice nazista;
le teorie aberranti del Lombroso e dei suoi seguaci, nel periodo post-unitario, contribuirono a pregiudicare la matrice unitaria e la coesione nazionale, ossia un equilibrato sviluppo del Paese, applicando malevolmente all’interno della nazione i teoremi sulla presunta inferiorità razziale delle popolazioni del Mezzogiorno;
constatato che
esistono da secoli irrinunciabili valori umani, morali e religiosi, patrimonio acquisito della nostra civiltà, a difesa della dignità dei defunti, nonché disposizioni e principi di diritto, accolti dall’intera comunità internazionale, che tutelano la dignità dell’uomo e il rispetto dovuto ai suoi resti mortali;
la finalità dichiarata della riapertura del Museo, con l’esposizione consequenziale di resti umani, potrebbe risultare non conforme tanto agli uni valori quanto agli altri principi;
constatato inoltre che
un crescente movimento d’opinione testimoniato da intere amministrazioni comunali tra le quali Lecco, numerosi altri Comuni d’Italia e svariati rappresentanti del mondo della cultura , condensato nel Comitato Tecnico Scientifico “No Lombroso”, ritiene doveroso eticamente, cristianamente e da consolidata civiltà giuridica procedere alla sepoltura dei resti umani tuttora trattenuti nel Museo “Cesare Lombroso”, oltre a provvedere a studiare tutte le più utili modificazioni nominali e sostanziali che possano consentire alla stessa istituzione una accettabile attività;
preso atto che
la Giunta Comunale di Motta Santa Lucia (Cz) ha adottato da tempo un deliberato con cui si dà mandato al Sindaco, Avv. Amedeo Colacino, di fare quanto nelle sue prerogative istituzionali per ottenere la restituzione delle spoglie dell’antenato e concittadino Giuseppe Villella, tuttora ignobilmente esposte nel Museo “Cesare Lombroso” di Torino;
per la restituzione delle spoglie dello stesso Giuseppe Villella si è attivato Sua Eccellenza Antonio Reppucci, Prefetto di Catanzaro, che ha posto la questione all’attenzione del Ministero dell’Interno segnalandola come un torto subito dai territori e dalla popolazione nei propri valori intellettuali, storici, sociali e culturali e avvertendo il senso di una necessaria riparazione ad un’antica offesa subita;
considerato che
quanto fin qui esposto implica, per tutte le forze sociali e politiche, la ineludibile necessità di agire con la massima consapevolezza e responsabilità, al fine di restituire la giusta tutela alla pietas verso i defunti, nonché dignità a resti mortali che per il nostro patrimonio etico, culturale e giuridico sono sacri e inviolabili in quanto ovunque si nasca e si cresca si rimane sempre parte della famiglia umana;
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA
impegna il Presidente e la Giunta regionale a promuovere ogni iniziativa che rientri nelle loro competenze, anche accogliendo e sostenendo moralmente il Comitato No Lombroso, affinché si giunga alla restituzione delle spoglie trattenute nel Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” di Torino ai discendenti o Amministrazioni Comunali di origine che ne avessero fatto richiesta, ovvero, per i resti incogniti, che nessuno può reclamare, accogliere la disponibilità manifestata da don Antonio Loffredo, parroco del Rione Sanità di Napoli, affinché tali resti vengano inumati nel Cimitero delle Fontanelle di Napoli, altresì luogo di asilo dei perduti per eccellenza.
Reggio Calabria 10.5.2012 .
• On. Giuseppe Giordano (Gruppo IDV)
• On. Alfonso Dattolo (Gruppo UDC)
• On. Emilio De Masi (Gruppo IDV)
• On. Gianpaolo Chiappetta (Gruppo PDL)
• On. Francesco Talarico (Presidente Consiglio)
• On. Domenico Talarico (Gruppo IDV)
• On. Sandro Principe (Gruppo PD)
• On. Giulio Serra (Insieme per la Calabria – Scopelliti pres.)
• On. Giuseppe Bova (Gruppo Misto)
• On. Giovanni Bilardi (Gruppo Scopelliti pres.)
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