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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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Reggio, negata iscrizione in asili a bambina diabetica Interrogazione parlamentare sulla vicenda della deputata del Movimento 5 Stelle Federica Dieni

Reggio, negata iscrizione in asili a bambina diabetica Interrogazione parlamentare sulla vicenda della deputata del Movimento 5 Stelle Federica Dieni
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La deputata del Movimento 5 Stelle Federica Dieni ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla vicenda della bimba di 23 mesi affetta da diabete a cui è stata negata l’iscrizione in quattro asili nido di Reggio Calabria.

Nell’interrogazione, Dieni chiede ai ministri dell’Istruzione e della Salute se siano a conoscenza del caso e quali iniziative intendano adottare per consentire alla bimba e alla sua famiglia «di non venire discriminate e di poter accedere alle strutture educative pubbliche». La parlamentare 5 stelle osserva che «la scuola pubblica dovrebbe
accessibile a tutti, né deve essere negato il sostegno alle famiglie che, avendo un figlio affetto da malattie invalidanti e non trasmissibile, come nel caso del diabete, chiedono che sia ammesso all’asilo nido».

Alla bimba diabetica, ricorda Dieni, sarebbe stata negata l’assistenza «perché nessun docente degli istituti dell’infanzia, pubblici e privati, di Reggio Calabria intende assumersi la responsabilità di prestarle assistenza in caso di eventuale malore».

La deputata continua: «Se non è possibile obbligare gli insegnanti a occuparsi senza preparazione del soccorso a una bambina di età prescolare, appare gravemente discriminatorio che ad essa e alla sua famiglia non venga garantita la possibilità di accesso ai nido pubblici nonostante quanto preveda la legge 16 marzo 1987 n. 115 riguardo all’inserimento dagli individui affetti da diabete nelle scuole, attuato da uno specifico protocollo d’intesa in materia, siglato dal ministero della Sanità e dell’Istruzione e poi recepito anche dalla Regione Calabria».

Di fronte a questa situazione, inoltre, la madre della bambina, infermiera, affetta anche lei da diabete mellito, dovrebbe – conclude la parlamentare – porsi in aspettativa dal lavoro o comunque rinunciare al suo stipendio, per far fronte alle esigenze della figlia assistendola all’asilo o, addirittura, a casa».