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Quanto influiranno i Moti di Gezi Park sulla florida economia turca?

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Editoriale di Maurizio Compagnone

Quanto influiranno i Moti di Gezi Park sulla florida economia turca?

Editoriale di Maurizio Compagnone

 

 

L’escalation di queste ore in Turchia sono sotto gli occhi di un mondo che rifiuta di vedere, i grandi della terra sono con la mente rivolta al G8 in Irlanda, gli Stati Uniti guardano con apprensione agli accadimenti in Medio oriente e in Casa propria, l’Europa è impegnata a risolvere i suoi problemi interni e si dimentica che a pochi passi tanti giovani stanno sacrificando le loro vite per un nuovo corso democratico nel paese ottomano.

Le proteste rischiano di danneggiare uno dei successi economici nel mondo, in Turchia l’economia è cresciuta negli ultimi anni a cifra doppia sulla privazione della libertà individuale.

Fiumi di denaro di grandi gruppi economici, finanziatori americani, cinesi e tedeschi si sono riversati nelle città simbolo del Megalomane Sultano “Tayyyp Erdogan”, che in pochi anni sta trasformando un Paese con opere faraoniche, ma inutili, vogliamo ricordargli che l’ultimo Sultano dell’impero ottomano “Mehmet Vahdettin” è stato cacciato dai suo cittadini dopo dure proteste, la storia docet.

Le proteste iniziate ad Istanbul a difesa dell’ultimo polmone verde, “Gezi Park”, una meraviglia della natura contornato da 600 splendidi alberi non poteva che far gola al Sultano narcisista affetto da ONNIPOTENZA.
La sua megalomania lo ha portato però a compiere gravi errori di valutazione, pensare di mantenere con la pancia piena, proni i suoi sudditi, privandoli della libertà individuale è stato il suo più grande errore.
Ha pensato di portare il benessere cementificando le città simbolo della Turchia, senza però rendersi conto che il cemento ha soffocato le aspettative di vita dei cittadini, che sarà pure migliorata economicamente ma a che prezzo?

L’urbanizzazione di Istanbul è stata concepita senza pensare ad armonizzare cemento con verde, e così la città che ha visto crescere esponenzialmente i suoi abitanti in poco tempo, si è trovata ad essere schiacciata da strutture inutile e da numerose arterie che attraversano e sovrastano la città e rendono irrespirabile l’aria.
E Gezi Park, è l’ultimo parco verde che è sopravvissuto allo scempio del Sultano Tayyyp grazie alle tante associazioni ambientaliste che continuamente organizzano eventi nelle oasi degli splendidi viali.

Il Sultano però non soddisfatto del massacro di Istanbul persevera, anche se la colpa non è solo sua, Architetti di tutto il mondo conoscendo le sue mega follie sfornano progetti megagalattici degni della sua vanagloria.
Tayyyp non contento degli scempi perpetrati a Istanbul, ha messo gli occhi sull’ultima oasi verde di Istanbul, Gezi Park, ma questa volta ha trovato una dura opposizione da parte dei giovani, Gezi Park è il loro simbolo, il ritrovo di tante manifestazioni culturali, musicali e ludiche.

Le manifestazioni pacifiche iniziate 20 giorni fa sulla falsariga delle proteste di Occupy Wall Street a New York, in poco tempo sono degenerate proprio per il pugno duro imposto dal Sultano. Gli scontri concentrati dapprima nelle aree antistanti Gezi Park e Piazza Taksim si sono allargate a tutti i quartieri di Istanbul e grazie al tam tam della rete hanno invaso tutte le piazze e strade della Turchia.
Ulteriore errore di valutazione del Sultano vanesio, preferire al dialogo, il lancio dei TOMA , degli Scorpio, dei lacrimogeni e dei proiettili di gomma su ragazzi che chiedevano solo di essere ascoltati per spiegare le proprie ragioni.
Al dialogo si risponde sempre con una mano tesa egregio Sultano, i cittadini non sono sudditi sono UOMINI, DONNE, VECCHI E BAMBINI che chiedono speranze di vita non denaro, il denaro non porta felicità, cagiona solo vizi e sete di potere.
Cosa è servito sparare acqua a pressione con I TOMA, lanciare autoblindo su persone inermi, ricorda che sulla tua coscienza hai la morte di 12 persone, con che coraggio hai impedito la cerimonia funebre di Ethen ad Ankara, un giovane che credeva nella legalità, nella democrazia in una Turchia prosperosa ma libera, e tu hai soffocato le sue speranze facendolo uccidere dai tuo scagnozzi del MIT, non negare; la Polis ha il numero di matricola sui caschi, ma tra di loro c’erano persone con caschi senza matricola…… i MIT?

MERDE.IBRIDE.TURCHE, infami scagnozzi al tuo servizio.

Tutti devono sapere che da te è partito l’ordine al MIT di irrompere nell’Hotel Hilton di Istanbul, con arroganza ha lanciato nelle sale e nei corridoi candelotti di lacrimogeni, sugli avventori presenti rischiando seri incendi.
Le azioni perpetrate nell’Hotel Diva, nel TMMOB “Ordine degli Ingegneri e Architetti”, nella Scuola Tedesca qualificano la tua persona.
Impedire la cura dei feriti con le irruzioni da te autorizzate per prelevare i feriti in cura, mostrano la tua arroganza che nulla appartiene ad una persona che si ritiene uno statista.

Chi ha autorizzato i TOMA usciti nella giornata di Domenica a Piazza Taksim, a riempirli con un mix di acqua e “ACIDO SOLFORICO”?

Non possiamo pensare che sia stata iniziativa del MIT, qualcuno ha dato loro le direttive, non vorrei pensare che il MOSSAD presente in questi giorni ad Istanbul sia la mente “NERA” dell’operazione “Acido Solforico”, stranamente è accaduto dopo che i loro funzionari hanno lasciato la Turchia.

Secondo le nostre fonti preparare un cocktail così complesso non è alla portata di tutti, e se qualcosa nelle vostre strategia è cambiata, fatti nuovi sono intervenuti …. il MOSSAD?
Ricordiamo al Sultano che la ricchezza evapora facilmente se il popolo non “SUDDITI”, non viene coinvolto al cambiamento sociale.

Qualche numero per capire la struttura dell’economia turca.

Per capire come è articolata l’economia della Turchia, svisceriamo alcuni numeri che aiutano a comprendere.
L’economia è cresciuta rapidamente negli ultimi anni. Il prodotto interno lordo annuo della Turchia, Paese abitato da circa 75 milioni di persone è di circa 800 miliardi dollari, un valore pari ai paesi ricchi come la Svizzera o l’Olanda.

Al contrario a ovest i suoi vicini di casa Cipro e Grecia sono in un mare in tempesta, coinvolti in una crisi economica e recessiva senza precedenti, a est (Iraq e Georgia) a

sud (Siria), hanno visto frantumarsi le loro economie per guerre e rivolte interne.

Sebbene influenzata dagli eventi che si svolgono a ridosso dei suoi confini, la Turchia è riuscita a tracciare un sentiero incisivo per la sua opulenza.
Nonostante una crisi generalizzata planetaria a cavallo del millennio, il paese in controtendenza ha visto la sua economia crescere a poco più del 5 per cento l’anno. Nel 2010 e nel 2011, quando gran parte dell’economia mondiale era in fase di uscita dalla recessione, la Turchia ha visto crescere il suo PIL dell’8%, più o meno sulla falsariga della Cina, la seconda economia mondiale.

La performance economica riportata dalle Turchia ha contribuito ad una immagine di paese democratico anche in assenza di diritti umani, nel Paese vige ancora la pena di morte ……. illusione.
L’apertura che gli hanno conferito i paesi industriali del mondo, gli hanno permesso di avere voce nel Gruppo del G20.
Nel 2012 mentre nei paesi ad economia forte l’economia ristagna, in Turchia si è verificata una contrazione, il PIL è sceso del 2,4% attestandosi al 2,6% ben al di sopra delle grandi Economie occidentali.
L’FMI , ha previsto per il 2013 una crescita vicina al 3,5% e 3,75% per il 2014.
Lo sviluppo economico della Turchia negli ultimi anni è derivato dalla ripresa della domanda di esportazione delle economie industriali in fase di uscita dalla recessione, oltre all’aumento dei flussi di capitale che può utilizzare per gli investimenti infrastrutturali.
L’economia turca del 1° Trimestre 2013 è cresciuta del 3,0% sull’omologo trimestre 2012, bisogna però sottovalutare che le proteste non erano ancora esplose.
Anche l’aumento delle esportazioni è stato superiore alle aspettative +2,3%.
Dati che impressionano qualsiasi analista, nessuno avrebbe previsto uno sviluppo così rapido per un paese che convive con situazioni interne complesse (Curdi) e confini esplosivi.
Accanto al turismo, principale fonte di ricchezza, hanno contribuito altri settori, in primis quello industriale e dei servizi a far crescere l’economia turca.

Anche l’inflazione da sempre a 2 cifre dal 1999 è sotto controllo, l’FMI prevede un calo dell’inflazione dal 8,9% del 2012 al 6,6% per il 2013.

Come reagiranno gli investitori agli eventi dell’ultimo mese?

Rispondiamo al governo Erdogan, il quale per non veder fuggire valige di dollari, continua a minimizzare gli accadimenti, che “la realtà caro presidente, è ben diversa, in poco meno di un mese i mercati hanno riportato una notevole contrazione che la “TUA Stampa”, Stampa di regime, dimentica di svelare ai suoi lettori; solo poche voci libere hanno il coraggio di dire la verità, nonostante le dure repressioni a cui sono sottoposti editori e giornalisti”.

E’ facile nascondere o alterare i dati cosa che non dovrebbe appartenere all’etica deontologica del libero pensiero di un giornalista.
Ma il denaro e il potere fanno dimenticare loro il “Giuramento d’Ippocrate”, enunciamo i 3 punti imprescindibili:

1. “Il nostro obiettivo è vigilare sul potere. Racconteremo le storie che ne svelano gli interessi. Saremo prudenti nei rapporti con i ricchi e i potenti e non cercheremo di ingraziarci politici o imprenditori”.

2. “Sapremo opporci agli interessi degli imprenditori per cui lavoriamo. Non accetteremo soldi per diffondere le opinioni”.

3. “Riconosceremo il peso del potere che abbiamo e le sue origini. Metteremo in discussione noi stessi. Quando capiremo di aver sbagliato, lo ammetteremo”.

Il nostro codice etico di liberi pensatori ci impone la “VERITA’, lungi da noi la manipolazione della realtà, amiamo dare i numeri “veri”, e questi ci dicono che l’indice azionario è calato in un mese del 10%, la moneta “LA LIRA TURCA”, ha perso sulla moneta di riferimento il Dollaro, il 6% e che lo scambio è sotto i 50 Cent per Lira.
E il Governo continua a mostrare sicurezza, il Sultano ha bruciato in 1 solo mese la ricchezza di 10 anni.

Anche i tassi di interesse sui Titoli di Stato sono cresciuti considerevolmente, ciò rappresenta un campanello di allarme per gli investitori stranieri, prestare denaro al Governo turco non è più così sicuro.

Il rendimento del benchmark a 10 anni è salito dal 6,2% al 7,3% a causa di una

crescita economica e una inflazione alta, questo ha contribuito a erodere il debito pubblico.

Ora il governo si trova davanti ad dilemma come mantenere l’indebitamento con questi valori?

Secondo noi hanno due sole strade, tornare al dialogo con i ragazzi di “Gezi Park” cosa più logica o chiedere un piano di salvataggio all’FMI come i vicini Grecia e Cipro.

Erdogan ti rendi conto quanto danno ha portato la tua presunzione e quando ne porterà fino a che il piano “Sultan’s Labyrinth” non sarà portato a termine?
Non dimenticare che la tua ricca economia dipende in gran parte dagli investimenti esteri.

Rischi per l’economia turca in assenza di nuovi eventi

La minaccia più grande che corre la Turchia è che i disordini politici possano spaventare gli investitori stranieri principale fonte dell’economia turca.
Se gli investitori esteri sono stati attratti fino ad oggi dalla Turchia questo è merito della relativa stabilità politica, di cui ha goduto il Paese negli ultimi dieci anni con Erdogan leader dal 2003.
Non dobbiamo sottovalutare che il potere logora e ci divinizza, affligge ogni individuo in modo diverso, nel tuo caso caro Erdogan è subentrata la megalomania,
spirale che deforma la realtà.

La serie di progetti di infrastrutture imponenti, l’enorme Hub alle porte di Istanbul, il terzo ponte sul Bosforo, gli oleodotti che attraversano il paese, sono grandi opere finanziati da investitori esteri, se non cambia la situazione politica, Erdogan vedrà la piramide implodere su se stessa.

Le opere, il governo Erdogan le ha finanziate con l’emissione di obbligazioni che potenziali investitori negli Stati Uniti, Europa, Emirati Arabi Uniti, Cina sono in attesa di comprare, ma se non si apre un dialogo che riporti serenità al paese questi capitali prenderanno altri lidi.

E’ facile incutere spavento in chi investe denaro, basta far vedere i nostri servizi che siamo riusciti a nascondere ai tuo scagnozzi del MIT.
I disordini politici spaventano gli investitori, convinti che tali investimenti in assenza di stabilità politica, potrebbero non essere rimborsati.

Il rischio che può colpire la Turchia è che l’ incertezza politica faccia perdere fiducia negli investitori e allora si che la Turchia torna indietro nel tempo.
La nostra onestà mentale ci porta a dire che le proteste di Istanbul non hanno affinità con le primavere arabe, che negli ultimi anni hanno contribuito a rovesciare i governi di molti paesi orientali, Libia, Tunisia, Egitto.
Per onesta mentale, bisogna ricordare che Il governo turco è stato votato democraticamente e gode ancora di un forte sostegno, il rischio immediato di una rivolta nazionale non è così vicino senza un imprimatur esterno…..

Siamo alle porte dell’estate e l’insicurezza che si respira in Turchia potrebbe scoraggiare il turismo, tra le principali fonti economiche del Paese.
Circa 38 milioni di persone hanno visitato la Turchia nel 2012, tra le mete più ambite nelle destinazioni mondiali.
In questi giorni molti tour operator hanno visto disdire prenotazioni, e in queste ore le disdette si sono intensificate.
La FED se mette in circolo meno denaro in Turchia, Moody è pronta a declassare il Rating della solvibilità……. Conviene tutto questo?
Il piano “Sultan’s Labyrinth”, è un’ombra pronta ad espandersi.

Un consiglio spassionato al presidente Erdogan, apra il dialogo e vedrà che sarà ricordato come il primo presidente figlio di Ataturk, padre della moderna Turchia.

“Il Presidente è un cittadino qualunque ma finge di non saperlo”

Maurizio Compagnone
Segretario Organizzativo Popolari Glocalizzati