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“Sussidiarietà e città abitabile”

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Quarto punto programmatico del progetto politico di Massimo Canale

“Sussidiarietà e città abitabile”

Quarto punto programmatico del progetto politico di Massimo Canale

 

Foto di Graziano Tomarchio

 

Riceviamo e pubblichiamo

Dopo le tappe odierne di Lamezia Terme, Catanzaro e Crotone, insieme ai miei sostenitori ho elaborato il quarto punto programmatico su cui la mia agenda si baserà per costruire un nuovo Partito Democratico in Calabria. Spazio alla sussidiarietà e alla necessità di una “città abitabile”, dunque, perché anche la crisi economica si può affrontare con più sicurezza in una città che offre servizi migliori.

IV. Sussidiarietà e città abitabile
Così come in molte città italiane, anche nelle città calabresi è necessario concentrare le opportunità di sviluppo sociale ed economico che caratterizzano la modernità, come istruzione, lavoro e servizi per l’impresa, cultura, innovazione, relazioni con il resto del mondo; ma anche affrontare le difficoltà nella vita quotidiana come scarsità di abitazioni a prezzi accessibili, grandi distanze, degrado degli spazi comuni, mancanza di spazi verdi e per l’aggregazione, inquinamento.
L’ultimo “Rapporto sulla Sussidiarietà” assume l’ipotesi che per rendere abitabile una città non bastano, per quanto necessari, gli interventi delle amministrazioni pubbliche e degli investitori privati: occorre anche l’iniziativa di quanti riconoscono un problema all’interno della città e “dal basso” si uniscono ad altri per organizzare un tentativo di risposta (sussidiarietà). Le analisi empiriche si sono concentrate su quattro aree: casa, ambiente, trasporti e mobilità, tempo libero.
Il presente Rapporto si caratterizza lungo due direzioni. Da una parte, assume la prospettiva di coloro che vivono quotidianamente nella città, focalizzandosi sulle esigenze delle persone e delle famiglie residenti. Dall’altra, illustra il contributo delle esperienze sussidiarie all’affronto dei problemi emergenti. Tre le conclusioni di maggiore interesse dello studio:
– le iniziative “dal basso” rispondono ai problemi urbani con servizi nuovi e di qualità;
– esiste un circolo virtuoso tra capitale sociale e iniziativa “dal basso”;
– il maggior grado di soddisfazione si verifica in presenza di una pluralità di attori (comunità locali, organizzazioni non profit, amministrazioni pubbliche).
Alla luce di quanto su esposto è necessario puntare alla semplificazione normativa per l’incentivazione e l’attivazione di attività sussidiarie, nonché della strutturazione di una rete per mettere in connessione queste realtà virtuose
Servizi domiciliari
Il Comune dovrebbe gestire, su trasferimento delle connesse risorse, i servizi domiciliari sia in forma diretta che ricorrendo all’opera del privato sociale senza fine di lucro (associazioni di volontariato, cooperative sociali, onlus). Nello specifico bisognerebbe provvedere alla:
– attivazione di servizi di assistenza domiciliare rivolta ai disabili gravi allo scopo di alleggerire il carico assistenziale delle famiglie e favorire la permanenza delle persone disabili nel proprio domicilio, in alternativa alla istituzionalizzazione;
– attivazione e rafforzamento di servizi domiciliari di tipo socio-assistenziale ad integrazione delle prestazioni sanitarie attuate dai servizi di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) delle ASP.