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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 07 MAGGIO 2024

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“Per la copertura di Corso Mazzini la decisione spetta ai cittadini”

“Per la copertura di Corso Mazzini la decisione spetta ai cittadini”

E’ quanto afferma Annamaria Principe (Risveglio Ideale)

“Per la copertura di Corso Mazzini la decisione spetta ai cittadini”

E’ quanto afferma Annamaria Principe (Risveglio Ideale)

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Abbiamo letto con attenzione l’intervento del consigliere comunale architetto Carlo Nisticò, espressione catanzarese della lista Scopelliti Presidente nonché delegato all’urbanistica, e ci piace ammettere che la parte che più di ogni altra ci ha rassicurato è la frase finale con la quale Nisticò, adeguandosi all’impegno già assunto dal Sindaco Abramo, ha ribadito che sarà poi la cittadinanza ad esprimersi sulla proposta, perché corso Mazzini appartiene a tutti.
Questa visione democratica ci sembra, però, che sia stata sminuita e tradita in tutta la restante parte del comunicato, nella quale traspaiono i toni dell’insofferenza e dell’irritazione, espresse anche con toni offensivi, verso le opinioni manifestate liberamente da cittadini che, evidentemente, hanno la sola colpa di pensarla in maniera diversa dal delegato all’urbanistica.
Gli stessi, infatti, vengono accusati di essere dei “denigratori di professione”, di esprimere una “critica aprioristica” ispirata dal pressapochismo, di essere portatori di una deleteria “stagnazione culturale” che, addirittura, potrebbe ridurre in macerie il nostro Centro storico, e di appartenere ad un neonato quanto fantomatico partito del “no”, evocato ad arte per bollare di oscurantismo tutti coloro che, per amore verso la città, anche con quel senso lirico o con quella schiettezza che escono direttamente dal cuore, percepiscono l’ipotesi progettuale di una copertura di Corso Mazzini da Piazza Garibaldi a Piazza Cavour (non Piazza S. Caterina, che è solo un romantico toponimo della memoria e della storia della città) come una dannosa operazione edilizia che da molti viene paventata alla stregua di “una ferita mortale al tessuto sociale della città”, per usare le parole utilizzate dallo stesso Nisticò per definire la demolizione del Palazzo Serravalle, negli anni settanta del ‘900, quando altre “ventate” di modernismo sventrarono la storica strettoia del nostro Centro cittadino, contro ogni parere avverso della cittadinanza e nonostante il dissenso, espresso anche in modo eclatante, di stimati e valenti professionisti e storici di alto spessore culturale.
Che dire poi della stucchevole polemica con la quale Nisticò tenta maldestramente di spostare la discussione sulla differenza tra il plexiglas e lo “specialissimo e prezioso policarbonato che riproduce perfettamente il cristallo”, come se il nocciolo della questione risiedesse sulla differenza tra questi due materiali, peraltro dalle caratteristiche molto simili, e non invece sulla copertura in sé che è il vero tema da affrontare e che, a nostro parere, avrebbe richiesto il coinvolgimento della cittadinanza prima che fosse emanato il bando e che fossero premiate con soldi delle casse comunali tre idee progettuali; così facendo avremmo, forse, risparmiato ore lavorative a dipendenti comunali, progettisti e componenti della commissione giudicatrice, oltre che preziosi denari utili per risolvere alcuni dei tanti problemi che gravano sulla città.
Ecco, se una lezione ed un insegnamento possono essere già tratti dalle due vicende edilizie che hanno interessato nel passato recente e che, ancora oggi, vengono calate sul Centro storico di Catanzaro, non possiamo non evidenziare come esse non tengano in nessun conto l’impianto architettonico, l’assetto urbanistico, la valenza paesaggistica, la storia e la componente emozionale che caratterizzano il nostro centro cittadino. Operazioni, a ben vedere, solo apparentemente antitetiche perché, sebbene quella del 1975 fosse mirata alla demolizione, con l’avvilente ed antiestetico risultato che è ancora sotto gli occhi di tutti, e l’attuale vorrebbe “riempire”, mascherare e frantumare la continuità visiva della affascinante teoria delle facciate degli edifici, alcuni di pregevole valore stilistico, che fanno da cornice alla storica “passeggiata” dei catanzaresi, entrambe sono portatrici di un modo di agire che “usa” e piega la città alle mutevoli, estemporanee ed isteriche valutazioni di apparati politici e classi dirigenti che, di volta in volta, intervengono sulla struttura urbana ed architettonica, anche di pregio come in questo caso, evitando a priori di valutare soluzioni di armonizzazione ed integrazione delle istanze del presente con il costruito esistente, inserendo superfetazioni, quale può essere la costruzione di una pensilina lungo tutto un tratto del Corso cittadino, alterando lo stato dei luoghi e le caratteristiche storiche e architettoniche.
Annamaria Principe – Risveglio Ideale