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TAURIANOVA (RC), SABATO 27 APRILE 2024

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“L’export è la strada dello sviluppo per l’Italia”

“L’export è la strada dello sviluppo per l’Italia”

Editoriale di Pasqualino Gallo

“L’export è la strada dello sviluppo per l’Italia”

Editoriale di Pasqualino Gallo

 

 

Riceviamo e pubblichiamo: 

In un momento di crisi si può crescere puntando su innovazione e internazionalizzazione. Per questo motivo è necessario fare di più per sostenere chi vince sui mercati globali. L’export è la strada dello sviluppo per l’Italia. Cosi come evidenziato dall’on. Adolfo Urso nella sua relazione esplicitata ai lavori del Convegno Internazionale “Distretti industriali e Internazionalizzazione delle Imprese” che si sta svolgendo a Buenos Aires. L’evento, organizzato dalla Fondazione argentina Pensar presieduta da Mauricio Macri, in collaborazione con la Fondazione italiana Farefuturo presieduta dall’on Urso, vede la partecipazione di oltre 1000 imprese. Come evidenziato dall’on. Urso la cooperazione tra le imprese distrettuali nei processi di internazionalizzazione limita il rischio di disgregazione del distretto come unita organizzativa unitaria e consente quindi di ridurre i costi di transazione e, in particolare, di colmare il gap informativo rispetto alle caratteristiche dei mercati esteri; questo è il principale motivo di debolezza delle piccole imprese italiane in tali mercati e la loro frequente subordinazione agli importatori stranieri.

Per rendere più efficaci gli sforzi di cooperazione nell’internazionalizzazione, i distretti tendono a stabilizzare e istituzionalizzare le relazioni tra imprese distrettuali tramite la costituzione di consorzi all’esportazione. Tuttavia tali forme associative, nate per fornire alle imprese distrettuali informazioni sui mercati internazionali e di uniformarne i modelli di negoziazione con i partner locali, non sono sempre viste positivamente dagli imprenditori, che riscontrano spesso nella scelta

di associarsi vantaggi inferiori ai costi di partecipazione al consorzio e preferiscono richiedere agli enti pubblici agevolazioni finanziarie dirette piuttosto che interventi in favore delle associazioni. È sono proprio i limiti delle forme associative che inducono spesso le imprese distrettuali a sostituirle con relazioni autonome e flessibili con partner esterni al distretto, creando in tal modo reti di dimensione nazionale e internazionale. Ora necessita quindi una nuova fase che possiamo esemplificare nel passaggio dal localismo (il territorio) al glocalismo (locale e globale nel contempo).

Pasqualino Gallo (FareItaliaCosenza)

redazione@approdonews.it