Oreste Romeo (Scopelliti presidente) sulla possibile chiusura dell’emittente televisiva ReggioTv
“La ricetta dei professori a base di prezzemolo”
Oreste Romeo (Scopelliti presidente) sulla possibile chiusura dell’emittente televisiva ReggioTv
Riceviamo e pubblichiamo:
La vicenda che sta interessando l’emittente televisiva Reggio TV fornisce ulteriore ed allarmante misura della infastidita e sbrigativa attenzione riservata alla nostra comunità dall’attuale Governo, soprattutto adesso che sono sotto gli occhi di tutti gli scellerati effetti della consegna del Bel Paese ai banchieri di Maastricht, il cui rigore oltranzistico, insopportabilmente ottuso e di oscura finalizzazione, trova il suo terminale offensivo sullo scacchiere politico internazionale nella scriteriata intransigenza della Cancelliera Merkel, il cui gradimento, nel Vecchio Continente, ormai si avvicina solo a quello che l’italian style può aver provato nel vedere la sua mise, oggetto di recente sfoggio ai campionati europei di calcio, che l’ha resa molto simile ad un cono gelato ai gusti di nocciola e pistacchio.
Si combatte quotidianamente con il patto di stabilità, vera e propria camicia di forza per gli enti territoriali dei quali lo Stato si fa solo scudo davanti alla mastina d’Europa, anziché assicurare tutela favorendone con convinta passione l’ansia di ripresa che passa ineludibilmente dalla presa d’atto della eccessiva e sovrabbondante incidenza sul tessuto produttivo dell’estorsione legalizzata del mostro Equitalia, la cui prontezza è impressionante e disdicevole nell’azionare quella ganascia che, lungi dal rispondere a criteri di equità sociale, impedisce di abbracciare col pensiero la sola idea di concepire ineludibili correttivi sotto forma di interlocuzioni con il Fisco diverse ed aderenti a schemi a misura di ciò che oggi è il Cittadino Italiano.
Né, poi, è il caso di solo ipotizzare un ripensamento delle politiche di accesso al credito, giacchè l’effetto che ne verrebbe fuori sarebbe quello di suscitare irrefrenabili ironie accessibili alle sofisticate capacità di comprensione dei soli Cattedratici in missione secondo mandato quirinalizio.
Nella nostra Città, senza che la Provincia soffra eccezione, imperversa, ad ogni piè sospinto, la ricetta dei Professori, che prescrive la salvifica panacea del prezzemolo ‘ndrangheta, ma è oltremodo grave che a quei cattedratici, sempre più adusi a prender lucciole per lanterne, sfugga una realtà ovvia e banale: qui da noi la ‘ndrangheta è costretta a convivere con la stragrande maggioranza di persone oneste, al punto che essa è diffusamente percepita come un disvalore da quelle stesse persone delle quali una volta aveva il consenso, anche solo tacito.
Questa significativa inversione di tendenza, lungi dal potersi ritenere un percorso portato a compimento, è maturata nel corso degli anni grazie al ruolo, lucido ed intelligente, che anche l’emittente Reggio TV ha saputo svolgere, ormai da circa tre lustri, a supporto dell’impegno messo in campo dagli altri attori, sociali ed istituzionali.
E si comprende lo sfogo dell’Editore di quella realtà che non ha pari nel Mezzogiorno d’Italia nel momento in cui lamenta la pesante mortificazione ricevuta dal suo investimento, finalizzato ad un ritorno culturale e di immagine della Città e della Provincia in funzione della corretta contestualizzazione di fatti di cronaca parossisticamente ampliati a dismisura dai media nazionali con innegabile dose di martellante ed interessato sadismo.
Così come non può non convenirsi con il dott. Lamberti sul ruolo strategico sul versante della legalità dei media.
Adesso che l’emittente Reggio TV ha ricevuto una ferita seria, quasi letale, sembra, però, che nessuno, qui da noi, abbia più voglia di interrogarsi sui destini delle importanti professionalità valorizzate da quell’azienda, né sulle sorti dei dipendenti e dei loro nuclei familiari.
E stranamente non vengono agitati i fantasmi di immaginifici bavagli da destinare alla libera informazione, strumento al quale in altre occasioni s’è fatto eccessivo ricorso, disinvolto quanto stucchevole.
Forse ciò accade perché l’ossequio all’ipocrisia ufficiale prevede che non sia politicamente corretto che il più alto Colle d’Italia venga spiato, non all’interno della propria camera da letto, ma nel tentativo di fare luce, a distanza di circa vent’anni, su una delle pagine più buie della Repubblica Italiana.
Forse, invece, all’Editore non si riesce a perdonare una scelta che ha archiviato le contrapposizioni ideologiche per privilegiare la concretezza dell’operare.
Forse, infine, Reggio TV ha esaurito la propria mission nel momento in cui Reggio deve prendere atto della asserita inesistenza di una cosca denominata Lo Giudice, lì dove pronunce giurisdizionali dicono l’esatto contrario.
Sia quel che sia, questo è il momento di fare squadra, per chiedere al Governo dei Professori, al pari del rappresentante dell’Unità Nazionale, di riconoscere con azioni concrete che Reggio e la sua Provincia sono Italia a pieno titolo.
Se la prodezza del genio è tale che solo Andrea Pirlo poteva far cambiare il corso di una gara che ormai sembrava segnata, è anche vero che la Città di Reggio e la sua Provincia sanno e possono mettere in campo orgoglio e civile identità per non essere ancora trattate dai nostri governanti come la pattumiera d’Europa.
LISTA SCOPELLITI PRESIDENTE, il Coordinatore Provinciale di Reggio Calabria Avv. Oreste Romeo
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