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“Gazyvaro” nuovo farmaco per la cura della leucemia

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Una pietra miliare. In Italia le stime parlano di circa 1.600 nuovi casi ogni anno di leucemia linfocitica cronica tra gli uomini e 1.150 tra le donne

“Gazyvaro” nuovo farmaco per la cura della leucemia

Una pietra miliare. In Italia le stime parlano di circa 1.600 nuovi casi ogni anno di leucemia linfocitica cronica tra gli uomini e 1.150 tra le donne

 

 

Si parla di una “pietra miliare”: Il gruppo Roche ha ricevuto l’approvazione europea
per un nuovo farmaco per curare la leucemia. È stato sviluppato nel corso degli
anni in Penzberg.Entrerà a breve in commercio il nuovo farmaco chiamato “Gazyvaro”
che era stato sviluppato negli ultimi anni da specialisti in Penzberg, dove si
produrrù il farmaco anche per il mercato mondiale.A Penzberg nell’istituto di biotecnologie
vegetali della Roche Diagnostics si parla di un “grande evento” per il lavoro svolto
dai ricercatori, una “pietra miliare”. Per gli Stati Uniti, “Gazyvaro” aveva già
ricevuto l’approvazione, dove è stato classificato come una svolta terapeutica.
Poi ha seguìto l’approvazione da parte dell’Agenzia europea per i medicinali per
l’UE. Secondo Roche, il nuovo farmaco migliora il trattamento della forma più
comune di cancro del sangue nell’età adulta, la leucemia linfatica cronica. Nel
confronto diretto alla terapia standard con MabThera, il Gruppo, riducendo Gazyvaro
in combinazione con la chemioterapia in pazienti con leucemia linfocitica cronica,
presenta un rischio di progressione della malattia o il verificarsi di morte del
61 per cento.La leucemia linfatica cronica (LLC) è una neoplasia ematologica dovuta
a un accumulo di linfociti nel sangue, nel midollo osseo e negli organi linfatici
(linfonodi e milza).I linfociti sono cellule del sistema immunitario che sorvegliano
l’organismo e attivano le difese nei confronti di microorganismi o cellule tumorali
e si distinguono in B o T in base al tipo di risposta che sono in grado di attivare.Nella
LLC uno di questi linfociti (per lo più un linfocita B) subisce una trasformazione
maligna e produce un clone linfocitario, cioè un insieme di un gran numero di cellule
uguali tra loro che non rispondono più agli stimoli fisiologici e diventano immortali.
Continuano così a riprodursi e ad accumularsi nel sangue, nel midollo osseo, negli
organi linfatici (linfonodi e milza) e, talvolta, anche in altri organi. È la leucemia
più comune nel mondo occidentale ed è tipica nell’anziano. L’età media alla diagnosi
è attorno ai 65 anni e meno del 15% dei casi viene diagnosticato prima dei 60 anni.Come
molti tumori, anche la LLC può essere provocata da fattori ambientali che interagiscono
con caratteristiche genetiche dell’individuo. Non sono stati identificati fattori
di rischio modificabili dall’individuo, ma diversi studi hanno dimostrato che fattori
genetici o familiari possono predisporre allo sviluppo della malattia.Nei parenti
di primo grado di pazienti affetti da LLC l’incidenza è maggiore rispetto a quella
osservata in una popolazione normale di controllo.Colpisce ogni anno circa 5 persone
su 100.000 e l’incidenza aumenta con l’aumentare dell’età. In Italia le stime parlano
di circa 1.600 nuovi casi ogni anno tra gli uomini e 1.150 tra le donne.In più della
metà dei pazienti, la LLC viene diagnosticata per caso, nel corso di un esame del
sangue per altra ragione, oppure perché si nota un linfonodo ingrossato a livello
del collo, delle ascelle o dell’inguine. Infatti in circa due casi su tre la diagnosi
avviene in uno stadio ancora senza sintomi. Il sintomo più frequente è l’adenopatia
generalizzata: i linfonodi appaiono di consistenza elastica e non sono dolorosi al
tatto ed è frequente anche l’ingrossamento di milza (splenomegalia) e fegato (epatomegalia).
Con il progredire della malattia possono comparire altri sintomi comuni anche alle
altre leucemie e sono provocati dall’invasione del midollo osseo da parte delle cellule
maligne: stanchezza, pallore e palpitazioni per via dell’anemia; emorragie per la
riduzione delle piastrine. L’aumento dei linfociti impedisce la produzione nel midollo
osseo delle altre cellule di difesa: si parla quindi di immunodeficienza, che predispone
all’insorgenza di infezioni.Circa 5 pazienti su 100 presentano anche disturbi autoimmuni,
cioè producono anticorpi contro il proprio organismo, in particolare contro le altre
cellule del sangue, che vengono quindi distrutte (anemia emolitica e piastrinopenia).Per
Giovanni D’AGATA presidente dello “Sportello dei Diritti [1]”, rappresenta
una notevole pietra miliare per curare la leucemia poichè offrirà questa importante
nuova terapia che avrà effetti positivi sulla vita quotidiana dei pazienti affetti
da questa terribile malattia.