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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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“Finalmente a Rende è finita l’era Cavalcanti”

E’ quanto afferma il consigliere comunale di Libera Rende Spartaco Pupo

“Finalmente a Rende è finita l’era Cavalcanti”

E’ quanto afferma il consigliere comunale di Libera Rende Spartaco Pupo

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

La città può tirare un sospiro di sollievo. Finisce la farsa di questo sindaco “facente finzione”, che non c’entrava nulla con la realtà di Rende, che come tutti quelli che l’hanno preceduto è stato sempre eterodiretto. Cavalcanti torni nella sua Cosenza, torni a fare l’avvocato e speriamo non ci ripensi perché sarebbe l’ennesimo oltraggio alla città. Eviti, per cortesia, di assumere ruoli che proprio non gli appartengono, come quello di verginella o addirittura di uomo antisistema. Fino a un mese fa, il sindaco organizzava manifestazioni per dire alla città “Noi ci siamo”, e tra quei “noi” c’erano quelli che solo oggi indica come suoi carcerieri. Fino a qualche settimana fa, Cavalcanti ammoniva quanti osassero anche solo parlare di “caso Rende”, sforzandosi di far credere che la gravità di certi fatti fosse roba al massimo da Corte dei Conti, non certo da DDA. Il primo negazionista è stato proprio lui, che nei fatti è stato continuatore della “dissennata gestione della cosa pubblica” di cui parlano le inchieste e che è facilmente provabile. Il sottoscritto che paventava i rischi di tutto ciò che oggi è cruda realtà, veniva accusato di alzare polveroni, fare sensazionalismo e processi inutili. Alla luce dei fatti, i processi, purtroppo, si rischia di farli nelle sedi deputate.
Personalmente sono contento e triste allo stesso tempo: contento, perché la mia verità oggi riceve il crisma dell’ufficialità dalla bocca del sindaco in persona. La mia battaglia durata 7 anni, vissuti in pieno isolamento politico, in cui ho subito di tutto, dalle aggressioni alle minacce di morte, con danni morali e pressioni psicologiche inimmaginabili, posso considerarla vinta; triste, perché le tardive dimissioni di Cavalcanti non serviranno ad evitare il possibile scioglimento per infiltrazioni mafiose e perché la fuga dalle responsabilità di un sindaco è sempre un atto di tradimento nei confronti dei cittadini che l’hanno eletto.
L’errore vero di Cavalcanti è stato l’aver considerato imperforabile quella coltre di impunità che da sempre “copre” il sistema Rende. Solo dopo avere constatato che lo Stato è stavolta intenzionato a scrivere la pagina definitiva della legalità e dell’ordine, Cavalcanti se ne è scappato, lasciandoci un’intervista in cui arriva a parlare di “bulimia del consenso”, guardandosi bene dall’aggiungere che il primo a giovarsi di abbondanti consensi bulimici è stato proprio lui, due anni fa. Su questi temi dovrebbero confrontarsi certi maestri di manicheismo del Pd regionale, abituati ad assegnare le pagelle ai buoni e ai cattivi, senza peraltro aver mai letto neanche una sola carta delle tante malefatte rendesi.
Trovo ingiusto l’attacco di Cavalcanti al suo solo partito, perché della sua denigrata maggioranza faceva parte anche l’Idv, che oggi si sarà pure liquefatta ma in questi due anni ha difeso anche l’indifendibile e votato veramente di tutto, in fatto sia di bilancio che di gestione dei servizi.
Ad ogni modo, i veri responsabili politici di questo disastro sono altri, e cioè coloro i quali hanno proposto e sostenuto la candidatura dell’ormai ex sindaco, tra cui qualche rotariano con l’eschimo.
Dopo la fuga di Cavalcanti, sarebbe auspicabile il ritiro definitivo del vero sindaco, colui che è sempre pronto ad assumersi la paternità di ogni cosa bella e buona si sia mai realizzata in questa città, dalle chiese ai tombini, ma non fa mai autocritica sulle cose brutte e cattive, come se queste ultime ricadessero nella responsabilità morale e politica di altri. Il giochetto non regge più, e tra non molto, dopo che certi mali si saranno trasformati, come temo, in rovine, il vero “nemico di Rende” potrebbe rivelarsi proprio lui.

Spartaco Pupo
Consigliere comunale di Libera Rende