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“Con Bersani, nonostante tutto”

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Nino Mallamaci (Sel) spiega la sua decisione di sostenere il segreatrio del Pd al ballottaggio per le primarie del centrosinistra

“Con Bersani, nonostante tutto”

Nino Mallamaci (Sel) spiega la sua decisione di sostenere il segreatrio del Pd al ballottaggio per le primarie del centrosinistra

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Le esternazioni del presidente del Consiglio Monti sulla necessità di prevedere nuove forme di finanziamento per consentire la tenuta del Servizio sanitario nazionale, (tradotto: una Sanità nella quale ci sia spazio per le polizze private e quindi per la distinzione ricchi-poveri anche in questo campo) non sono che l’ennesimo tassello di un mosaico che si va componendo ineluttabilmente e inesorabilmente giorno dopo giorno dalla nascita del suo Governo.

Dapprima la smentita, nei fatti, del proposito di procedere al risanamento dei conti pubblici coniugando rigore ed equità; successivamente, i ripetuti interventi di tagli orizzontali perpetrati ai danni di molte voci dello Stato sociale, ivi compresa la Scuola pubblica, accompagnata dalla pretesa di chiedere, a parità di remunerazione, sei ore settimanali supplementari agli insegnanti; e ancora, la modifica dell’articolo 18 e l’introduzione di norme che rendono più debole la contrattazione collettiva nazionale; la beffa della mancata applicazione della decisione di far pagare alla Chiesa l’IMU sugli edifici non destinati al culto; e l’elenco potrebbe proseguire a lungo.

Ebbene, il mosaico che si è andato via via componendo è quello di un modello di governo della cosa pubblica ispirato ai principi del liberismo e a una visione di società nella quale l’ascensore sociale, il cui funzionamento ha consentito a molti cittadini italiani di transitare verso l’alto da un ceto all’altro, rimane perennemente bloccato al piano terra, quando addirittura non procede in discesa verso i piani interrati.

Questo Governo, è bene sottolinearlo, si regge su una maggioranza della quale il partito democratico è parte integrante e fondamentale, e solo l’applicazione di una sorta di “gentlemen’s agreement” ha consentito uno svolgimento sereno della campagna per le primarie, durante la quale Nichi Vendola ha rinunciato a rimproverare al PD la condivisione di scelte scellerate che hanno prodotto l’impoverimento delle fasce deboli e del ceto medio nel nostro Paese e provocato il peggioramento della crisi economica. Circostanza, quest’ultima, che solo i sostenitori di quel modello non sono disposti ad ammettere, ma che sta sotto gli occhi di tutti nella sua drammatica evidenza.

Il PD ha deciso di dar vita a questo Governo per senso di responsabilità, si è detto (subendo in tal senso la pressione, a mio avviso, del Presidente della Repubblica), per evitare all’Italia il baratro del fallimento.

Su quest’analisi si possono avanzare molti dubbi, e sulla via d’uscita da quella situazione di grande difficoltà è lecito supporre che un Governo politico legittimato dal passaggio elettorale avrebbe potuto ottenere risultati analoghi o, a mio avviso, migliori, senza caricare sulle spalle dei soliti noti il peso della battaglia per la riduzione del deficit e del debito pubblico.

La naturale e ovvia conseguenza di queste considerazioni dovrebbe essere, per una formazione che si colloca senza infingimenti nella Sinistra riformista dello schieramento politico, una decisione di non votare, al ballottaggio di domenica prossima, il segretario del partito che ha sposato, sia pure con una certa riluttanza e per cause di forza maggiore, la deriva liberista di Monti e del suo Governo pseudo tecnico.

In altre parole, se noi di Sinistra ecologia e libertà dovessimo valutare Bersani e il suo partito limitandoci ad un giudizio sulla sua azione recente, non dovremmo avere dubbi, e, anzi, forse non avremmo neanche dovuto partecipare alle primarie mettendo in campo la passione, la competenza, la capacità di parlare un linguaggio nuovo del presidente del nostro partito, Nichi Vendola.

Ma in un momento come questo, nel quale, come abbiamo visto, il disegno liberista e di destra del Governo diviene ogni giorno più chiaro, è necessario possedere la freddezza e la lungimiranza per guardare oltre, nella prospettiva di una coalizione di centro sinistra che metta al centro del suo progetto la lotta contro le diseguaglianze, l’affermazione dei diritti civili, il lavoro, l’ambiente, la progressività vera della tassazione, un’Europa che abbia un profilo politico e non solo economico e finanziario.

Solo in una previsione di questo genere ha avuto un senso la partecipazione alle primarie; e solo in questa prospettiva si possono e si devono rintracciare le ragioni profonde che ci spingono a fare per intero la nostra parte nel ballottaggio di domenica prossima votando per Pierluigi Bersani.

Un sostegno che non mira certo a conquistare, per Vendola o per chiunque altro, posti di responsabilità; ma che, certamente, non è gratuito, e che ha l’obiettivo di arrivare al governo del Paese con una coalizione basata su un programma nel quale trovino pieno diritto di cittadinanza le istanze del popolo della sinistra, col chiaro intento non di vincere a qualsiasi costo, ma di vincere per poi mutare radicalmente rotta rispetto alle politiche liberiste che hanno minato alle fondamenta lo stato sociale e i diritti conquistati con sacrifici enormi dai lavoratori, in un percorso a ritroso che ci ha portati indietro di decenni.

Ecco perché non abbiamo dubbi, e non ne potremmo avere, nello scegliere Bersani e non Renzi, sia pure apprezzando alcuni aspetti della sua battaglia per il rinnovamento che però non può essere declinato in maniera sguaiata e violenta come il sindaco di Firenze fa da mesi, usando linguaggio e toni francamente inaccettabili.

Con Bersani, nonostante tutto, significa che vogliamo scommettere in una nuova stagione del riformismo e dell’area progressista nel nostro Paese; significa puntare su una comune radice piantata, come ricordava Vendola ieri, nella tradizione della famiglia socialista europea; significa, infine, avere fiducia nella possibilità di un cambiamento che apra le porte alla speranza per tutti coloro, a cominciare dai ragazzi e dalle ragazze, che in questi anni bui hanno smarrito il senso del futuro e la capacità di sognare e di aspirare ad un domani migliore e più giusto.

Per il circolo SEL De Angelis Nino Mallamaci