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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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“Carcere, diritti, rieducazione” al centro di un convegno

“Carcere, diritti, rieducazione” al centro di un convegno

Organizzato dalla camera penale di Catanzaro.Venerdì 8 giugno 2012 ore 15.30 Casa delle Culture

“Carcere, diritti, rieducazione” al centro di un convegno

Organizzato dalla camera penale di Catanzaro.Venerdì 8 giugno 2012 ore 15.30 Casa delle Culture 

 

 

CATANZARO – “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguirvirtute e canoscenza”. E’ Dante Alighieri tatuato sul muro ad accogliere i detenuti della Casa Circondariale di Bollate (Milano): il fiore all’occhiello delle patrie galere, oggetto di interesse e imitazione da parte delle amministrazioni carcerarie europee e mondiali, dove i detenuti studiano, lavorano e fanno teatro. Un luogo dove la pena rieduca per davvero.

Ma quanto le condizioni di questo carcere possono essere assimilabili a quelle di tutte le altre sparse per l’intero Paese? Forse, anzi, sicuramente poco.

A relazionare su “Carcere, diritti, rieducazione” la Camera Penale “A. Cantàfora” di Catanzaro, presieduta dall’Avv. Aldo Casalinuovo, ha chiamato l’avv. Riccardo Polidoro, penalista del Foro di Napoli e Presidente dell’Associazione “Il Carcere possibile Onlus”, e l’avv. Gregorio Viscomi, penalista del Foro di Catanzaro e Vice-Presidente della Camera Penale,nonché delegato CP Catanzaro c/o Osservatorio Carcere UCPI, venerdì 8 giugno a Catanzaro (h. 15.30 c/o la Casa delle Culture).

Il tema dell’incontro diventa sempre più scottante e attuale, pur non trovando l’attesa, quanto promessa, priorità nell’Agenda politica del Governo Monti. L’evento, valido ai fini dell’attribuzione dei crediti formativi, rientra nel fitto programma di appuntamenti previsti dalla mobilitazione nazionale intitolata “Fate presto!”, lanciata dall’Associazione presieduta da Polidoro e ospitata già a Napoli, S. Maria Capua Vetere, Nola, Palermo, Bari, per la sensibilizzazione nei confronti del drammatico bilancio delle morti in carcere e delle condizioni di molti luoghi di detenzione italiani.

“Fate presto!”, perché aspettare può significare per un detenuto non fare in tempo a salutare la propria moglie prima della morte; per una madre detenuta non riuscire per mesi a vedere i propri bambini; per un malato di leucemia bisognoso di chemioterapia detenuto non avere più scampo di fronte alla malattia; per un tossicodipendente depresso detenuto morire prima che arrivi l’autorizzazione a scontare la pena in comunità. “Fate presto!” vuol dire che le nostre carceri rischiano, aspettando, di trasformarsi per ignavia in tante silenziose e piccole Guantanamo di casa nostra.

Un appello accorato, quello della Camera Penale di Catanzaro “A. Cantàfora” e dell’Associazione “Il Carcere possibile Onlus” che anche nella Città dei Tre Colli vedrà appeso lo striscione identificativo della mobilitazione, recante la scritta “Fate Presto!” ed il numero delle morti in carcere. Un modo per scuotere le coscienze,avendo chiaro che l’obiettivo finale non è quello di punire, ma quello di rieducare, per restituire alla società, dopo la pena, un cittadino migliore.

redazione@approdonews.it