Pugliese: «Oggi a Roghudi la Calabria e la Chiesa vera che si ribella e non vuole morire sull’asfalto della SS 106»
Ott 20, 2013 - redazione
Sono 23 i morti dall’inizio dell’anno
Pugliese: «Oggi a Roghudi la Calabria e la Chiesa vera che si ribella e non vuole morire sull’asfalto della SS 106»
Sono 23 i morti dall’inizio dell’anno
Riceviamo e pubblichiamo:
Nel mese di agosto scorso ho
avuto modo di scrivere una lettera ai Vescovi delle diocesi attraversate dalla
strada Statale 106 Ionica calabrese. La mia non era solo una lettera ma era anche
un appello rivolto agli alti prelati affinché
la Chiesa in
Calabria potesse determinarsi in difesa del valore della vita che sempre
più viene a perdersi sull’asfalto della “strada della morte”.
In realtà ero convinto che il
Vescovi delle diocesi di Cassano allo Jonio, Rossano – Cariati, Crotone – Santa
Serverina, Catanzaro – Squillace, Locri e di Rggio Calabria – Bova fossero
pronti a recepire i messaggi del Pontefice e, più in generale, della Chiesa di
Roma.
In Calabria, invece, è ormai un
dato di fatto: non solo c’è una classe politica che è decisamente agli antipodi
rispetto a quella dell’Italia e che segna, quindi, una controtendenza nella
misura in cui non riesce ad interessarsi al nostro territorio producendo fatti concreti
e tangibili che possono
permetterci di poter vantare loro anche solo un merito!
In Calabria, è dura ma è così, abbiamo
anche una Chiesa che è in contro tendenza rispetto a quella di Papa Francesco
che – giusto per fare un esempio – nella Giornata Mondiale della Gioventù di
quest’anno
a Rio esortava tutti ad «essere
rivoluzionari», ad «andare
controcorrente» e, soprattutto, a «ribellarsi”
a questa «cultura del provvisorio» che, in fondo, «crede che non siate in
grado di assumervi responsabilità, che non siate capaci di amare veramente».
Il messaggio del Pontefice è
chiaro: «Abbiate il coraggio di andare
contro corrente. Abbiate il coraggio
di essere felici». Peccato che non viene recepito dalla Chiesa calabrese! Incapace
di avere quel coraggio necessario per “sganciarsi” dalle stanze del potere, di
ribellarsi a logiche antiche e deleterie per la nostra comunità regionale e,
soprattutto, non adatta ad innescare quella rivoluzione culturale che deve porre
al centro dei problemi la difesa
della vita ed insieme il diritto alla mobilità dei calabresi.
È una Chiesa, quella calabrese, perfettamente
omologata alla politica calabrese. «Si è
più beati nel dare che nel ricevere» (Atti 20,35): è un concetto che questa nostra
Chiesa regionale sembra non considerare
ed in questo.
Alla mia lettera, ovviamente, nessuno
dei Vescovi a risposto! Probabilmente, se l’avessi inviata a Papa Francesco,
non avrebbe esitato un attimo a telefonarmi se proprio non poteva rispondermi. A
me, invece, è stato riservato dalla mia Chiesa calabrese solo silenzio ed indifferenza.
Per questa ragione vorrei
riconoscermi non più nella Chiesa degli alti prelati calabresi ma in quella dei
“piccoli” parroci come don Giovanni Zampaglione che oggi alle 18:30 ha
organizzato una fiaccolata per ricordare tutte le vittime della strada Statale
106 Ionica calabrese. Don Giovanni, parroco di Roghudi (provincia di Reggio
Calabria), è riuscito a coinvolgere la sua comunità parrocchiale ed, insieme,
molti fedeli delle comunità vicine che oggi, partendo appunto dalla Piazza
comunale di Roghudi si ribelleranno,
andranno contro corrente e si assumeranno la responsabilità di essere tutti,
insieme, dei rivoluzionari così come a Rio, pochi mesi fa, ha chiesto il Papa
Francesco.
Don Giovanni Zampaglione ha spiegato che «la strada della morte, in questi ultimi
anni ha mietuto troppe vittime»
e che attraverso questa fiaccolata si vuole «dire BASTA alle troppe vittime di incidenti
stradali, BASTA all’atroce
scia di sangue sulla statale 106, BASTA ai fiori sull’asfalto, diamo precedenza
alla vita! ».
Il parroco di Roghudi ha poi
precisato che è necessario «l’impegno
delle istituzioni, affinché la S.S.
106 non rimanga “l’eterna incompiuta” ed, insieme, l’impegno degli
automobilisti al rispetto delle regole” ed a poi invitato a presenziare ed
a vivere la fiaccolata di oggi perché «serve
la collaborazione da parte di tutti».
Questa sera, per impegni
precedentemente assunti, non potrò partecipare da cittadino calabrese e,
soprattutto, da cattolico alla fiaccolata di Roghudi. Tuttavia, sarò presente
idealmente e spero ed, inoltre, prego che la fiaccolata possa raccogliere l’adesione
di tante donne e uomini che spinti anche dall’appello di Papa Francesco
decideranno di “ribellarsi” civilmente contro coloro i quali sono
corresponsabili delle tante vittime della “strada della morte”.
Sono convinto, infatti, che una
forte partecipazione possa essere utile anche a dare il giusto esempio affinché
anche la Chiesa calabrese, distante
anni luce dalle migliori istanze di cambiamento che provengono dalla Chiesa di
Roma, possa svegliarsi e decidere di “andare contro corrente” difendendo
senza riserve il valore della vita che non può morire in uno schianto sull’asfalto
della strada Statale 106 Ionica calabrese.
Fabio Pugliese, autore di “Chi è Stato?”, un racconto-inchiesta sulla strada statale 106 Ionica calabrese