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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Prova costume: rimandati a Settembre Istruzioni per rimettersi in forma: parte prima

Prova costume: rimandati a Settembre Istruzioni per rimettersi in forma: parte prima
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di Natalia Gelonesi

Siete stati rimandati a Settembre per la prova costume? Tranquilli, siamo tutti sulla stessa barca. Volevamo vedere se poi è così difficile morire e quindi, prima di fare il bagno, ci siamo fiondati su parmigiane, caponate e brioche col gelato come se non ci fosse un’altra estate. Tu chiamale se vuoi… congestioni. Per fortuna, la congestione non ci è venuta. Al suo posto, invece, abbiamo rimediato un bel salvagente di tessuto adiposo sul girovita. La buona notizia è che con un po’ di impegno possiamo smaltirlo ed essere pronti per gli ultimi bagni di stagione (e per fine stagione intendo Novembre). La cattiva è che non ho rimedi miracolosi da proporvi. La formula magica è sempre quella: Volontà+Costanza+Impegno, shakerati con una buona dose di sangue e sudore da buttare sul tappetino. Sono un po’ antiquata e tradizionalista in certe cose e sosterrò sempre che per raggiungere l’obiettivo del calo ponderale esiste solo un metodo: regime ipocalorico bilanciato e attività fisica. Stop. Miracoli non esistono. E’ l’unica strada per perdere peso e soprattutto per mantenere il peso raggiunto nel tempo.

C’è una parte della Medicina – o pseudotale – che, più che un terreno di coltura per innovazioni e ricerca, mi sembra il quadrilatero della moda nella fashion week. Arriva sempre un’Anne Wintour del metabolismo a indicare una tendenza cui adeguarsi. Va di moda la Dukan e tutti a fare la Dukan. Va di moda la tisanoreica e tutti a fare la tisanoreica. A proposito della tisanoreica, una volta, dal parrucchiere, ho sentito un’elegante signora bolognese definirla la “dieta delle buste”. Avrei voluto risponderle: “Sì, pure a casa mia seguiamo la dieta delle buste: quelle sottovuoto con le soppressate dentro”. Ora, ad esempio, si portano tantissimo le intolleranze. Se non hai un’intolleranza non sei nessuno. L’intolleranza al pomodoro sarà il must have della stagione autunno-inverno. Sempre meglio della lingerie maschile di pizzo. “Ah! Sei ingrassata? Sicuramente sei intollerante a qualcosa”. Ma magari, chissà, forse ingrasso perché sfogo stanchezza e frustrazioni sul cibo? Le uniche cosa a cui sono intollerante sono quelle che non riesco a capire. “Sai ho fatto il test: non posso mangiare questo quello e quell’altro, in un mese ho perso 3 chili”. Grazie, ti è rimasta solo l’aria tra gli “alimenti” consentiti. Possiamo anche ammettere che qualche cibo ci possa anche dare fastidio, provocando, ad esempio, gonfiore o cefalea. Basterebbe una semplice dieta di esclusione per capire quale. Ma onestamente non riesco a trovare il nesso tra presunta intolleranza e aumento di peso. Non ci arrivo. Anzi, se qualcuno me lo spiegasse, con argomentazioni valide, gliene sarei grata.

Tra l’altro, se diamo per buono l’assunto che i cibi a cui siamo intolleranti facciano ingrassare, teoricamente dovremmo continuare questa dieta vita natural durante. E voi ne sareste capaci? Un pomodoro minaccioso o una zucchina crudele saranno sempre nascoste in agguato da qualche parte. Da un punto di vista strettamente scientifico, le uniche intolleranze diagnosticabili con test validati sono l’intolleranza al lattosio sostenuta da un deficit di lattasi, che è l’enzima preposto alla digestione del lattosio e la celiachia, che in realtà è una patologia autoimmune in cui il glutine determina una reazione infiammatoria che danneggia l’intestino. E poi c’è la storia del nichel, ma lì si parla di allergie con manifestazioni prevalentemente cutanee. Tutto è il resto è noia. O business.

Fatemi spendere qualche parola per la Dukan. I “dukaniani” mi odieranno ma io, solo a pensare a una dieta che vieta o centellina i carboidrati – e che considera tra i carboidrati anche frutta e verdura – già mi sento isterica. Al terzo giorno mi verrebbe la nausea. Al quinto inizierei ad avere disturbi allucinatori e a trovarmi davanti un panino gigante che mi chiama con voce sensuale, come la Ekberg con Mastroianni: “Natalia, come here!”.- Una dieta totalmente sbilanciata che stravolge la fisiologica distribuzione dei nutrienti e si pone agli antipodi della dieta mediterranea, universalmente riconosciuta come strumento di prevenzione delle malattie cardiovascolari e tumorali. Senza contare che una fondamentale legge della biochimica, che mi è rimasta impressa dal secondo anno di università, recita che “I grassi bruciano al fuoco dei carboidrati”: è necessaria, dunque, la presenza dei carboidrati per attivare il catabolismo dei lipidi. Cosa si ottiene con la Dukan: una perdita di peso abbastanza veloce, che però sembra dimostrarsi fallimentare a lungo termine. Anses, l’authority francese della sicurezza alimentare, che ha condotto un’indagine su cinque mila persone, ha documentato che il 35% delle persone che aveva iniziato la dieta un anno prima aveva ripreso il peso iniziale; il 64% aveva riacquistato i chili persi dopo soli due anni, mentre la percentuale saliva vertiginosamente all’80% trascorsi tre anni dalla dieta. Del resto le illusioni e le promesse di diete lampo sono sempre state il canto della sirena per tutti gli Ulisse in sovrappeso. Quello che si perde durante le diete troppo rapide, generando facili entusiasmi in chi vede l’ago della bilancia scendere giorno dopo giorno, in realtà non è grasso ma muscolo: viene cannibalizzata la massa muscolare che è quella che ci permette, tra le altre cose, di aumentare il metabolismo basale e bruciare calorie anche a riposo. Inoltre si mettono in atto i sistemi “difensivi” dell’organismo che, trovandosi in situazione di “carestia”, riducono ulteriormente il suo metabolismo basale, assimilando il massimo da quel poco che gli diamo e bruciando sempre meno calorie. Senza contare che regimi alimentari così restrittivi, anche per un fattore psicologico, non possono essere protratti nel tempo. Sarebbe meglio quindi, invece di cedere alle facili illusioni dei risultati rapidi, acquisire delle norme di comportamento alimentare da portare sempre nel tempo ed evitare così il cosiddetto effetto yo-yo, dannosissimo per la salute e per l’elasticità dei tessuti.

Ho un’altra bella notizia per voi: la dieta, se non è associata ad attività fisica, lascia il tempo che trova: nella lotta al sovrappeso, regime ipocalorico bilanciato e sport sono due entità indissolubilmente legate. Come lo ying e lo yang, Castore e Polluce, Albano e Romina. L’attività fisica è indispensabile sia perché aumenta il dispendio energetico, e quindi permette di bruciare più calorie, sia perché aumenta il metabolismo basale, ovvero le calorie bruciate a riposo. Spesso le diete comportano una perdita di tono muscolare e di elasticità dei tessuti, quindi la tonificazione è fondamentale se non ci vogliamo trovare roba cadente attaccata alle ossa o dimostrare dieci anni in più.
A questo punto quale attività fisica privilegiare? Innanzitutto la scelta non può prescindere da un buon coinvolgimento psicologico che mantiene la “compliance” nel tempo: qualsiasi attività intraprenderete deve – prima di tutto – piacervi e farvi divertire. Se trovate che il nuoto fa per voi andate in piscina; se vi piace pedalare andate in bici; se amate camminare all’aria aperta fatelo; se impazzite per la zumba: zumbate! Insomma, qualcosa è sempre meglio di niente. Se però, oltre a perdere peso, migliorare la performance cardiorespiratoria e ridurre il rischio cardiovascolare, volete alzare l’asticella ponendovi l’obiettivo della perdita di massa grassa – soprattutto nei punti critici – e della definizione muscolare, il discorso cambia. Insomma, se fate parte del Club Amici della Tartaruga in letargo che devono ripetere la prova costume, dovrete impegnarvi un po’ di più. L’ “how to”, però, ve lo devo spiegare nel prossimo articolo, perché il mio tempo è scaduto. Per eventuali reclami prendetevela col redattore: dice che solo a leggere si era già stancato! Quindi non è il caso di bombardarvi già da adesso con parole come “Hiit”, “urban rebounding” e “30dayshred” se no mi cadete a terra tramortiti. Aspettatemi con pazienza e iniziate a riscaldarvi con due, tre giri di campo.