Progetto integrato di Mortara, Cuzzocrea scrive al commissario straordinario del Comune e al prefetto
Lug 04, 2013 - redazione
Ecco la missiva integrale del presidente di Confindustria Reggio Calabria
Progetto integrato di Mortara, Cuzzocrea scrive al commissario straordinario del Comune e al prefetto
Ecco la missiva integrale del presidente di Confindustria Reggio Calabria
In relazione al Progetto integrato che avrebbe dovuto essere realizzato al rione Mortara di Pellaro, il presidente di Confindustria Reggio Calabria, Andrea Cuzzocrea, ha indirizzato una lettera al presidente della Commissione straordinaria del Comune, Vincenzo Panico, e al prefetto della provincia, Vittorio Piscitelli.
Trasmettiamo di seguito il testo integrale della missiva.
Egregio Presidente,
in questi mesi la Città e noi tutti abbiamo avuto modo di apprezzare il grande impegno, Suo e degli altri Commissari, nella gestione ordinaria – ma più frequentemente “straordinaria” – del nostro Comune, soffocato da un groviglio di problemi che è quasi impossibile, nel breve, districare.
Sappiamo che ha attribuito priorità alla questione del pagamento dei debiti pregressi verso il mondo delle Imprese, e riteniamo che l’importante lavoro prodotto mostrerà presto i suoi frutti.
Riteniamo, tuttavia, la necessità e l’urgenza di un impegno suppletivo e straordinario per il rilancio degli investimenti; in questa prospettiva, segnaliamo l’importanza fondamentale della riattivazione dei fondi del Decreto Reggio e della messa in campo di una nuova capacità progettuale e operativa, per l’utilizzo delle importanti risorse della programmazione comunitaria.
Proprio con lo spirito di fornire un nostro modesto contributo in argomento, abbiamo in questi giorni esaminato atti e documenti riguardanti l’utilizzo dei fondi in questione, e consultato Tecnici e funzionari per acquisire informazioni dettagliate sullo stato dei procedimenti.
Ci ha sorpresi l’approssimazione con cui sono state gestite molte commesse; nel complesso, abbiamo ricavato la sensazione di un generalizzato basso livello di tutela del pubblico interesse.
Tra gli appalti esaminati, impressiona, per la particolare gravità dei fatti, quello del “Progetto Integrato Centro Alimentare, Trasporti Pubblici e Servizi annessi”: un’opera appaltata nel lontano 1998 dal Funzionario Delegato ex Legge n.246/1989, successivamente affidata, nel 2004, ad una ATI con a capo un’Impresa laziale.
La vicenda appare emblematica di un certo modo di gestire le risorse pubbliche, ma più di tutte allarma per l’enormità del danno erariale, per il rischio che le casse pubbliche vengano letteralmente depredate da soggetti senza scrupoli, per la possibilità – che appare quasi un'”evidenza” – che tale operazione sia stata agevolata da inadempienze, se non peggio da complicità interne.
Si è appreso, infatti, che l’Impresa laziale abbia ottenuto un lodo arbitrale – addirittura, esecutivo – che la abilita a riscuotere oltre 25 milioni di euro (molto più di quanto accredita dal Comune la totalità delle imprese di costruzioni); a tale abnorme incasso da parte dell’Appaltatore, tuttavia, non corrisponde la realizzazione dell’interesse pubblico sotteso all’affidamento dell’appalto, stante che:
L’opera è rimasta incompleta in ogni sua parte;
Non risulta che le opere per le quali si sono rivendicati e ottenuti spropositati compensi siano state collaudate da alcuno;
L’Impresa Capogruppo ha abbandonato il cantiere senza definire il dovuto con i locali fornitori di beni/servizi.
Riesce difficile concepire come da un contenzioso con un’Impresa che NON ha eseguito i lavori – potendo darsi per eseguiti solo i lavori regolarmente collaudati – sortisca un esito così pesante; la sproporzione si coglie immediatamente, solo a considerare che l’importo riconosciuto all’Impresa supera di gran lunga quello che avrebbe dovuto ricevere dalla completa esecuzione e dal collaudo dei lavori!
Ciò non poteva legittimamente accadere.
Le domanda che qua si pongono sono le seguenti:
• I lavori non sono stati collaudati per inerzia delle figure coinvolte o per mancanza di certificazione sui campioni prelevati in corso d’opera, o peggio ancora per mancanza dei campioni sui quali effettuare le verifiche di resistenza?
• In fase di definizione del Lodo Arbitrale quale è stato il ruolo della Direzione Lavori, del Responsabile del Procedimento, del Collaudatore Statico e della Commissione di Collaudo Tecnico-Amministrativa?
• Durante le operazioni peritali del Consulente Tecnico d’Ufficio, il Funzionario Delegato è stato assistito da propri consulenti di parte, tecnici e giuridici, e questi hanno preso parte ai sopralluoghi tecnici, ed alle sedute verosimilmente effettuate?
Rimane forte il dubbio che un esito del genere sia verificato a causa della MANCANZA DI ADEGUATO CONTRADDITTORIO DELLA PARTE PUBBLICA.
Chiederemo di poter acquisire ogni documentazione utile per rendere chiarezza ad una vicenda che appare coperta da troppe nebulosità, fin dal primo apparire dell’impresa sulla scena dell’appalto, avendo questa rivendicato ed ottenuto, per quel che ci risulta, ristoro di danni per milioni di euro prima ancora di avviare ogni attività lavorativa.
Sollecitiamo, dunque, un Suo autorevole intervento atto ad impedire il perpetrarsi di quello che ha tutto l’aspetto di un vero e proprio crimine ai danni della Città e degli imprenditori onesti, e ad attivare tutte le verifiche ed i controlli idonei ad impedire che simili vicende abbiano nuovamente a verificarsi.
Nel contempo, confermiamo la disponibilità, già più volte manifestata, della nostra Associazione, a collaborare, nelle forme ritenute più efficaci ed opportune, per indirizzare le risorse pubbliche nelle direzioni della crescita e dello sviluppo del territorio: ribadiamo, in tale direzione, la necessità di rendere pubbliche e accessibili tutte le informazioni disponibili sullo stato dei progetti e sulla attuale disponibilità dei fondi.